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I nomadi digitali scelgono la Toscana per le vacanze. Turismo e lavoro insieme, ma servono connessioni veloci

di Ilenia Reali
Una donna lavora al pc nello stabilimento balneare “La Capannina” a Piombino
Una donna lavora al pc nello stabilimento balneare “La Capannina” a Piombino

L’obiettivo è di portate la fibra anche nelle aree dove i gestori non andrebbero perché è poco conveniente

26 maggio 2024
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«Avete una connessione veloce? Vorrei lavorare mentre sono lì, in vacanza». Ormai è diventata una domanda scontata quella che molti turisti, e non solo, rivolgono a albergatori, agriturismi e titolari di camping o di stabilimenti balneari. Dopo il nomadismo digitale nei borghi della Toscana adesso lo smart working fuori casa è diventato uno stile di vita anche per chi sceglie di trascorrere una giornata o qualche giorno al mare. La call fissata da tempo, l’ultima relazione da completare o quel progetto che proprio non si può abbandonare ma anche il lavoro che sempre di più si concilia con il tempo libero e spazi da dedicare alla famiglia. Per i nord europei e gli americani è una prassi. «I turisti che trascorrono una parte della vacanza lavorando e una parte visitando città e borghi – dice Daniele Barbetti, presidente regionale di Federalberghi – è un nuovo segmento del mercato che si va consolidando e che rimarrà nel tempo. Quasi tutte le strutture alberghiere si stanno organizzando per offrire la banda larga. Almeno dove si può, non ovunque è possibile in Toscana. E anche per gli spazi stiamo ridisegnando i nostri edifici per offrire un luogo in cui lavorare. Abbiamo chiesto alla Regione di inserire questo elemento nel testo unico del turismo e abbiamo avuto una risposta positiva che porterà a semplicazioni per offrire il servizio».

«Per i turisti del Nord Europa è assolutamente normale», dice Maila Bettaccini, responsabile dell’area turismo di Confesercenti Toscana. «Staccano dal lavoro negli uffici e vengono nella nostra regione, fanno vacanze un po’ più lunghe e spesso la mattina lavorano, fanno le loro riunioni e il pomeriggio visitano la nostra regione. Tra l’altro nel nuovo testo unico del turismo c’è un articolo in cui si prevede che le strutture potranno dedicare uno spazio per il lavoro anche per persone che non dormono o soggiornano da loro. Aspettiamo il documento attuativo ma poter lavorare un po’ ovunque per far conciliare il lavoro con la propria vita è la naturale evoluzione della vacanza-lavoro che post Covid abbiamo visto nei piccoli borghi».

Ci eravamo già abituati a turisti al lavoro nelle case vacanze, negli agriturismi, nei luoghi più iconici della Toscana. Adesso saremo protagonisti di un’evoluzione: il lavoro che non è legato a un luogo fisso ma può diventare itinerante, in spiaggia, al bar, in un parco della propria città. Anche le leggi italiane dovranno adeguarsi rendendo più flessibile il lavoro fuori dall’ufficio: la pratica ha già anticipato la teoria. Lo conferma Simone Guerrini, presidente di Fiba Confesercenti e titolare dello stabilimento balneare Moby Dick a Marina di Grosseto. «Nella nostra zona tutti abbiamo il wi fi gratuito per i clienti e spesso si vedono persone che lavorano al pc, all’ombrellone, sulla terrazza dei bar, nei locali ristorante, prima dell’orario del pranzo. «È un’esigenza che si sta imponendo giorno dopo giorno. Riguarda sia gli stranieri sia gli italiani: ho molti clienti di Roma, di Milano che vengono in ferie e lavorano. Invece di lavorare da casa lo fanno dalla spiaggia, uniscono l’utile al dilettevole. Sono chiaramente persone che hanno un lavoro che si presta. In genere si fermano tre, quattro giorni».

Una pratica che ha trasformato la vacanza.
«Se prima c’erano clienti che venivano solo il weekend – dice Fabrizio Lotti dello stabilimento balneare La Capannina a Piombino – ora arrivano il venerdì e magari si trattengono anche il lunedì. Ci sono poi anche le persone della zona che arrivano per trascorrere una giornata al mare e lavorano sotto la tenda, al tavolo del ristorante».

Ora Lotti ha allestito anche uno spazio ad hoc per offrire un po’ di silenzio a chi vuol lavorare in spiaggia e non può permettersi di far sentire il rumore delle onde e gli schiamazzi. «In un giardino abbiamo sistemato sedie e tavolini in modo che si può stare fuori ma in un luogo un po’ più appartato. Da noi abbiamo il wi fi che prende in tutto lo stabilimento. Abbiamo il wi fi: i genitori possono venire al mare tranquillamente con i figli e i nonni potendosi però isolare per il tempo necessario».

Uno dei temi, si parli di borghi, di spiagge o di parchi nelle città d’arte, al centro del dibattito è quello dell’esigenza di una fibra ottica iperdiffusa. «È una tendenza che la Toscana ha provato ad anticipare», dice Stefano Ciuoffo, assessore alla digitalizzazione della Regione. «Grazie a due bandi nazionali – aggiunge – stiamo portando la fibra nelle aree bianche, quelle in cui i gestori non andrebbero per motivi di non economicità mentre in altre, denominate grigie, dove ci sono immobili che non sono coperte da nessuna rete, sarà fornita connettività ad almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload. L’obiettivo è quello di avere una Toscana in cui ognuno ha le stesse opportunità e oggi la connessione è fondamentale per il turismo ma anche per avere tutta una serie di servizi che tra un po’ non si potranno richiedere in altro modo. Uno dei primi borghi che ha potuto avere la banda larga con il primo bando fu Santa Fiora ed oggi è un esempio per le opportunità offerte».
 

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