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Il commento

Eike Schmidt, i neofascisti e il paradosso della logica di Aristotele

di Libero Red Dolce

	Christian Caglieri e Eike Schmidt
Christian Caglieri e Eike Schmidt

La candidatura dell’ex Casapound e il Novecento che non se ne vuole andare nonostante qualche equilibrismo filosofico

15 maggio 2024
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Tra destra e sinistra Eike Schmidt disse di aver scelto «il centrismo aristotelico», qualunque cosa voglia dire. Il colto storico dell’arte tedesco voleva forse rassicurare, riferendosi probabilmente all’espressione del filosofo greco “il mezzo è la cosa migliore”. Le due categorie spaziali gli sembravano, disse, troppo ancorate «al’900». Eppure avrebbe dovuto immaginare che nel cammino che potrebbe portarlo da ex direttore degli Uffizi – che piaceva un po’ a tutti, specie a sinistra – a sindaco di Firenze per il centrodestra, un po’ di residuo novecentesco avrebbe rischiato di incontrarlo. Colloso, pervicace secolo quello. E per evitare di rimanerci invischiato sono altri gli aristotelismi a cui aggrapparsi. In specie uno: il principio di non contraddizione.

Schmidt così dismette i panni dello studioso e tira fuori dal guardaroba la battagliera divisa del politico. Ed ecco che – sarà colpa del troppo tempo passato in naftalina – sul bavero spunta una muffetta. La notano tutti. «Ma quella cos’è? Non sarà mica una muffetta del Novece...». No, no figurarsi. E invece sì. Eccolo lì, il residuo del secolo che a forza di essere breve non se n’è mai andato.

In questo caso ha le fattezze di Christian Caglieri, che nel 2019 si presentò nel Q4 come presidente. Lista? Casapound. Categoria politica? Neofascismo. Ora in lista Fratelli d’Italia, a sostegno di Schmidt.

Alla collega di Repubblica che gli chiede se rinnegasse il passato con Casapound risponde: «Neanche per sogno». Un novecentista. Lui. E riguardo alla possibile contrapposizione tra la sua militanza neofascista e l’antifascismo più volte rivendicato dal suo candidato sindaco aggiunge: «In uno stesso contenitore ci possono essere più idee». Ah.

Ed ecco che Schmidt si trova in strana compagnia. L’uomo che ci aveva abituato ai numeri da record agli Uffizi, alle copie digitali del Tondo Doni, che nel 2016 portò un Caravaggio a Lampedusa per farne “l’isola del dialogo”, ecco, quest’uomo qui, ora è costretto a ripetere in continuazione di essere “antifascista”. Antifascista equilibrista. Vediamo perché. Ma prima c’è da capire cosa sia “il principio di non contraddizione”.

È uno dei fondamenti della logica classica (già, non della politica) e stabilisce che se una data proposizione “A” è vera, allora non può essere vera anche la sua negazione, cioè la proposizione “non A”.

E quindi così ci fa con un neofascista in lista? «Neofascista? No, è un ex neofascista». Addio Aristotele. Per non entrare nel merito – cioè se A (Caglieri è neofascista) è vera, allora “non A” è falsa (Caglieri non è neofascista) – sceglie il sofisma politico: Caglieri è un ex. Ecco, a proposito di ex. In un sistema logico che accetta come vera un’affermazione e la sua negazione, ogni affermazione potrà essere vera. In latino ex falso sequitur quodlibet: “Dal falso segue qualsiasi cosa”. Stia attento Schmidt, a stare in equilibrio sulla logica. Perché anche quello che segue “Ex fascio” è piuttosto ingovernabile. E molto novecentesco.
 

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