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Melanoma, aumento di casi in Toscana. il professor Lorenzo Antonuzzo: «Ecco i sintomi che non vanno mai sottovalutati»

di Martina Trivigno

	Il professore Lorenzo Antonuzzo
Il professore Lorenzo Antonuzzo

Il direttore di Oncologia clinica al policlinico fiorentino di Careggi sull’aumento dei casi in Toscana: «I cambiamenti climatici sono uno dei fattori scatenanti dell’aumento dei tumori della pelle»

11 maggio 2024
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I cambiamenti climatici sono uno dei fattori scatenanti dell’aumento dei melanomi. Lo afferma il professor Lorenzo Antonuzzo. L’aumento delle temperature, l’assottigliarsi dello strato di ozono dell’atmosfera, la crescita dell’inquinamento dovuto ai carburanti fossili minacciano la salute umana. A partire da quella della pelle. «Gli effetti del cambiamento climatico, infatti, si possono misurare anche in termini di maggior rischio di sviluppare tumori cutanei, e in particolar modo il melanoma», sottolinea il direttore di Oncologia clinica al policlinico fiorentino di Careggi e direttore della scuola di specializzazione di Oncologia medica dell’Università di Firenze.

Professore, parliamo dei fattori di rischio: quali sono?

«I più importanti per lo sviluppo di un melanoma sono la presenza di nei o di altre lesioni della pelle. Le persone con la pelle chiara, poi, sono maggiormente a rischio rispetto a chi ha la pelle scura. Per questo è fondamentale fare attenzione all’esposizione ai raggi ultravioletti».

Si spieghi meglio.

«È dimostrato che un’esposizione frequente e intensa ai raggi ultravioletti è pericolosa. Bisogna sottolineare, però, che non vale soltanto per l’esposizione ai raggi naturali del sole, ma anche dei solarium dei centri estetici».

Come ci difendiamo?

«In previsione della prossima estate è fondamentale informare i cittadini sull’importanza di seguire le regole».

Quali?

«Proteggersi il più possibile evitando gli orari in cui il sole è più forte e utilizzare creme protettive in base al fototipo della pelle. Queste norme devono essere applicate fin dall’infanzia. Sono regole abbastanza semplici, ma basta fare un giro sulle spiagge in estate per rendersi conto che non vengono seguite in maniera così attenta».

Cosa risulta determinante nella lotta contro i melanomi?

«La diagnosi precoce: prima ci accorgiamo della presenza di un melanoma, maggiori sono le possibilità di guarigione. Se il melanoma è rimasto confinato agli strati cutanei superficiali, la probabilità di guarire è molto alta. Se viceversa il melanoma raggiunge gli strati più profondi, perché ha avuto tempo di accrescersi prima della sua identificazione e quindi della sua asportazione, aumenta il rischio che vi possa essere una diffusione sistemica della malattia».

Quali sono i sintomi che rappresentano anche dei campanelli d’allarme?

«La presenza di un neo che si modifica nei suoi contorni o nella pigmentazione (colorazione): ad esempio un neo che prima era completamente pigmentato, in alcuni punti resta pigmentato e in altri no. Poi può esserci la sensazione come di prurito o addirittura il sanguinamento di queste lesioni dovute al grattamento. Ecco, questi sono tutti dei sintomi che devono subito indurre a rivolgersi prima al medico di medicina generale e, qualora anche lui identifichi una lesione sospetta, a prenotare subito una visita dermatologica. Ripeto: la rapidità di identificazioni di queste lesioni è fondamentale per una diagnosi precoce e dunque un’ottima prognosi».

Come è cambiata la prognosi?

«È cambiata molto, come detto, con l’aumento delle diagnosi precoci, ma anche quando la diagnosi è più tardiva esistono oggi trattamenti innovativi molto efficaci: il trattamento immunoterapico preventivo riduce in maniera molto significativa il rischio che possa esserci una recidiva a distanza di tempo e anche nei pazienti che hanno una malattia avanzata alla diagnosi, quindi con la presenza di metastasi, l’immunoterapia permette comunque dei tassi di sopravvivenza molto elevati, assenti fino a pochi anni fa. Oggi è possibile cronicizzare la malattia in un’elevata percentuale di casi e in altri di riuscire a guarire i pazienti».

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