Emiliano a 84 anni torna a vedere grazie al "miracolo" di un oculista toscano: «Ero cieco, ora la mia vita è di nuovo a colori»
Lo specialista grossetano ha compiuto un'impresa nel campo della chirurgia al termine di un'operazione durata sette ore, insieme al professor Michele Reibaldi. L'anziano torinese invitato dal presidente Cirio sul grattacielo della Regione per regalargli uno scorcio mozzafiato della sua città
GROSSETO. Un anno fa esatto, grazie a un eccezionale intervento chirurgico messo a punto da un oculista toscano, l’84enne torinese Emiliano Bosca è uscito dalla cecità totale riacquistando la vista all’occhio destro. Oggi a 12 mesi di distanza ha potuto ammirare la sua meravigliosa città dall’alto.
La rinascita
Su invito del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che ha voluto celebrare la “rinascita” del suo concittadino, l’anziano è salito al 40° piano del grattacielo della Regione e si è affacciato alla finestra lanciando un’occhiata a Superga, alla Mole antonelliana e agli eleganti palazzi di Torino. Trionfo dello sguardo. «Poco più di un anno fa ero sempre triste e di peso a tutti, ma da allora tante piccole grandi cose sono cambiate», racconta al Tirreno Emiliano Bosca che ad aprile 2023 – dopo 10 lunghi anni di cecità totale – ha riacquistato la vista dall’occhio destro grazie all’oculista grossetano Vincenzo Sarnicola.
L'inizio dell'incubo
Il calvario inizia circa 30 anni fa quando Bosca perde la vista dall’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e fulminante. Negli ultimi dieci anni inizia a perdere anche la funzione visiva dell’occhio destro, per una patologia cronica rara che distrugge la cornea e la superficie oculare. Così anche l’occhio destro circa sette anni fa diventa totalmente cieco, portando l’anziano al buio totale. Seguono due trapianti di cornea tradizionali, entrambi falliti per rigetto.
La svolta
Nel marzo 2023 arriva la svolta grazie a Sarnicola, originario di Agropoli ma radicato in Toscana da decenni; un’eccellenza della sanità internazionale e tra i maggiori esperti al mondo di chirurgia corneale, il quale opera Bosca all’ospedale Molinette di Torino insieme al professor Michele Reibaldi, direttore della clinica oculistica universitaria. Sarnicola tenta un’impresa unica e la vince. Per la prima volta al mondo viene realizzato un “autotrapianto” di tutta la superficie corneale, prelevata dall’occhio sinistro e impiantata nell’occhio destro. L’operazione dura sette ore in anestesia totale e da allora l’anziano torinese ricomincia a vedere dall’occhio destro: non una vista perfetta ma comunque uno sguardo che progressivamente gli fa rimettere a fuoco persone e cose. Finalmente rivede sua moglie e sua figlia. Una sorta di rinascita.
Il grande giorno
Alcuni giorni fa l’anziano torinese viene invitato con sua figlia Gabriella nel grattacielo della Regione Piemonte. Sale all’ultimo piano e con il presidente si affaccia al vetro per ammirare la sua città. È passato un anno dall’intervento. Ora il mondo per lui è cambiato. «Ogni giorno – racconta – mi sveglio pensando al professor Sarnicola e a quanto io gli sia debitore. Ho visto la mia città dall’alto; quando ho ricevuto l’invito ero emozionato, la notte prima non avevo dormito. Non ero mai stato così in alto in un edificio e mai avrei pensato di salirci dopo il mio “risveglio”». Sì, il risveglio. Lo chiama così Bosca, «perché dopo l’operazione è come se mi fossi risvegliato a nuova vita e a nuova allegria – racconta – La visita nel grattacielo è stata toccante per la gentilezza del presidente, ma anche perché finalmente distinguevo i contorni delle cose e riconoscevo gli edifici, sicuramente con molta approssimazione ma con altrettanta gioia. Mancava solo il professor Sarnicola accanto a me per rendere perfetta quella mattinata, perché la mia più grande felicità oggi, insieme a quella d’aver riacquistato la vista, è condividere con lui tutte le cose belle che mi arrivano e che posso vedere in virtù del suo intervento. Sono grato a tutti coloro che hanno collaborato affinché si potesse concretamente fare l’operazione (il professor Reibaldi è stato eccezionale e l’ospedale Molinette molto accogliente) , ma senza il prof grossetano non saremmo qui a parlare di successo. Grazie a lui ho riacquistato serenità e indipendenza; i membri della sua clinica mi seguono come fossi uno di famiglia». Ogni mese Bosca va a Grosseto a sottoporsi al controllo. «La città mi riceve sempre con affetto», dice sorridendo.