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Vinitaly, la Toscana protagonista: un padiglione potenziato e tante nuove etichette

di Maria Meini
Vinitaly, la Toscana protagonista: un padiglione potenziato e tante nuove etichette

Si apre la 56ª edizione della fiera internazionale. In crescita la presenza dei compratori stranieri

13 aprile 2024
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Ha 56 anni ma non li dimostra: il Vinitaly edizione 2024 apre i battenti domani, 14 aprile, per concludersi mercoledì 17. Per la Toscana enoica, terza regione in Italia per la produzione e l’export enologico, una vetrina di grande attrazione per produttori, acquirenti e wine lovers. Sul palcoscenico del made in Italy del vino, espositori provenienti da tutte le regioni d’Italia e da oltre trenta nazioni. Solo per il Chianti, un nuovo bancone istituzionale ospiterà la cifra record di 300 etichette. Un grande quadrilatero concepito come un monumento al Chianti, che proprio a Vinitaly festeggia il centenario dello storico Consorzio Doc, in cui ogni faccia sarà dedicata alle quattro categorie di produzione della Denominazione: Annata, Superiore, Riserva e Vin Santo.

Il Consorzio del Vino Orcia torna per il secondo anno a Vinitaly e lo fa raddoppiando lo stand collettivo. In aumento anche il Consorzio del Nobile di Montepulciano. Il Consorzio Doc Bolgheri ospiterà nel proprio stand dieci aziende come espositori diretti, oltre al banco di assaggio interno focalizzato in particolare sulle nuove annate del Bolgheri Rosso e del Bolgheri Superiore.

In tutto Veronafiere offre un allestimento di 180mila metri quadrati, con 4mila cantine. E qualcosa come 30mila operatori internazionali da 143 nazioni, tra cui Cina, Canada e Usa, di cui oltre mille top buyer scelti e ospitati da Veronafiere e Ice-Agenzia. Quest’anno saranno presenti 1200 top buyer, con un aumento del 20% rispetto al 2023 e del 70% rispetto a due anni fa, l’edizione post Covid. Diverse le aree tematiche in cui è divisa la manifestazione. Organic Hall è il salone dedicato al vino biologico certificato, International Wine Hall è il padiglione dei paesi produttori esteri, mentre Mixology comprende liquori e distillati. Micro Mega Wines è l’unità espositiva all’insegna di “piccolo è bello”, con produzioni di nicchia. Tante le degustazioni a tema, dai Grand tasting alle masterclass guidate. E ancora uno spazio è riservato al SOL, International Olive Oil Trade Show, un intero padiglione dedicato esclusivamente all’olio di oliva Evo. Enolitech è invece il palco dell’innovazione tecnologica, giunto alla 25esima edizione.

C’è poi il segmento enoturistico, Vinitaly and The City, iniziato il 12 aprile che si conclude lunedì: quattro giorni di degustazioni, incontri ed eventi nel cuore di Verona. Cia-Agricoltori italiani ha dato vita all’anteprima Vinitaly 2024. In collaborazione con l’Agenzia Ice, ha fatto tappa quest'anno tra le produzioni toscane nei comprensori di Firenze, Siena e Grosseto dove le aziende di Cia Toscana stanno accogliendo in questi giorni buyer esteri arrivati da Brasile, Canada, Cina, Svizzera e Usa. Protagonista la biodiversità.

Una decina di operatori commerciali arrivati nel Centro-Sud della Toscana dove si concentra gran parte delle denominazioni più rappresentative della viticoltura regionale. In particolare: a Firenze e più precisamente nella zona del comune di Pontassieve, nota per il Chianti Rufina nelle sue varie accezioni; nella provincia di Siena con il Chianti, Nobile e Rosso di Montepulciano, il Brunello, il Rosso di Montalcino e Orcia, e nel grossetano tra le sue Igt.

«Abbiamo portato importanti buyer esteri in quella che è stata definita, rispetto al Green Deal Ue, la locomotiva della viticoltura bio visto che rappresenta il 17% della superficie vitata a biologico in Italia - dichiara il presidente Cia Toscana, Valentino Berni -. Ciò che si crea e si condivide incontrando i compratori stranieri direttamente in azienda non ha eguali. E tra le colline del Chianti, del Vino Nobile e del Brunello di Montalcino che si può spiegare e far percepire cosa voglia dire produrre vini Doc e Docg, o ancora meglio come la Toscana sia arrivata a 23mila vigneti certificati e quanto sia importante lavorare sulla promozione dei territori e del patrimonio vitivinicolo che li connota, forte di una biodiversità peculiare che rende unici nel mondo». 

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