Il Tirreno

Toscana

Dillo al direttore
L’intervento

Dillo al direttore, la storia ci insegna: da sempre i palestinesi sono un popolo bellicoso

di Alessandro Finzi

	Aiuti umanitari della Usa Air Force arrivano nel cielo di Gaza
Aiuti umanitari della Usa Air Force arrivano nel cielo di Gaza

Il sanguinoso conflitto in Medioriente

03 aprile 2024
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Ecco uno degli interventi dei lettori pubblicati sull’edizione cartacea di mercoledì 27 marzo, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.

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Spero mi si consenta di aggiungere una nota storica all’intervento di Gedi Polacco, sabato scorso, a proposito del conflitto che costringe Israele ad invadere la Striscia di Gaza per liberare i propri cittadini in ostaggio. La storia ha premesse antichissime. I palestinesi erano un popolo bellicoso ritenuto originario delle isole Egee che si era insediato nella attuale Striscia di Gaza. Il loro nome "philistin" ha poi originato quello attuale e, ai tempi biblici, quello di filistei. Era, ed è, un popolo molto aggressivo che aveva combattuto anche con l’Egitto prima che contro Israele. Quando già si era formato Israele a nord e il regno di Giuda a sud, con quest’ultimo i palestinesi entrarono in prolungato conflitto. A noi è arrivata la storia di Sansone e della lunga guerra (dal 1080 al 931 a.C.) condotta dal re Saul prima e dal re Davide poi che dapprima contennero e poi sconfissero i filistei impedendo quell’invasione d’Israele che ancora perseguono per espandere i loro territori addirittura "dal fiume al mare". Ci sono cartine che mostrano che il territorio palestinese corrispondeva a quello occupato attualmente, mentre Israele si estendeva effettivamente dal Giordano al mare. La molta minore superficie occupata ora con quei confini tortuosi e una strettoia al centro che rende il paese strategicamente mal difendibile è dovuto al fatto che, ottenuta da Israele la fine del protettorato inglese, la divisione è stata dettata dall’Onu che ha diviso il territorio sulla base della maggiore o minore densità delle due popolazioni. Molto se ne sono avvantaggiati i palestinesi che erano rimasti e si erano diffusi sul territorio mentre gli ebrei hanno sofferto della millenaria diaspora imposta dai romani.

A questo punto è avvenuto un flusso etnico che ha indotto molti palestinesi a lasciare l’attuale Israele e agli ebrei ad abbandonare i fiorenti insediamenti nei paesi musulmani del Nord Africa e del Medioriente. Il dopoguerra ha prodotto analoghi spostamenti di popolazioni. Dai nostri istriani ai tedeschi che fuggirono in ben due milioni per rifugiarsi nella Germania occidentale. Tutti questi movimenti di popoli hanno trovato piena integrazione... tranne i palestinesi! Non hanno voluto restare sotto il protettorato Egiziano e Giordano per cui sono stati lasciati soli e, invece di organizzarsi come ha fatto Israele, hanno preferito farsi mantenere, a spese anche nostre, nei campi profughi dove potevano passare il tempo a sparare razzi, armarsi, fare attentati, scavare fortilizi sotterranei e riprodursi freneticamente tanto che sono diventati ormai più di due milioni nella sola Striscia. Ma intanto hanno cercato di impadronirsi della Giordania che è stata costretta ad usare le maniere forti del "settembre nero" per liberarsene e in Libano, paese un tempo fiorente, si sono impadroniti del fronte meridionale da cui continuano a lanciare razzi su Israele. L’Egitto teme naturalmente un loro accordo coi fratelli musulmani e non ne vogliono accogliere nemmeno uno. Si sono impadroniti anche della gestione dell’Unrwa per cui mantengono l’organizzazione terroristica anche coi nostri soldi e riescono a far considerare aggressore Israele che vuole solo liberare gli ostaggi. Vogliono tenerseli come arma di ricatto e a nulla loro importa se, rilasciandoli, potrebbero avere la tregua. 

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