Firenze, la paura dopo il 19enne ammazzato in centro, commercianti col bastone e proteste: «Non ne possiamo più»
Le voci di chi vive la zona di Santa Maria Novella ogni giorno: «Chiediamo più sicurezza, qui non si vive più»
FIRENZE. Vetri che s’infrangono, schiamazzi, idiomi che si confondono. Grida, a volte. Di sera, i commercianti della zona della stazione Santa Maria Novella abbassano in fretta le serrande dei negozi, poi camminano a passo svelto, guardandosi intorno. I residenti, invece, si chiudono in casa e da dietro le tapparelle semi-chiuse guardano fuori dalla finestra. Chi vive lì sa che esistono due facce della stessa medaglia: il giorno e la notte. È con il buio che quell’area si trasforma. Le ombre si muovono silenziose, come immagini sfocate agli occhi di chi osserva.
L’aggressione mortale
Eppure giovedì 14 marzo un ragazzo di 19 anni, Petru Tataru, è stato trovato a terra, agonizzante, da alcuni passanti in largo Alinari. A pochi passi da Santa Maria Novella, stazione da cui passano ogni giorno 160mila persone, 59 milioni ogni anno. Fabrizio Carabba, presidente dell’associazione Borgognissanti, spiega che la mancanza di sicurezza nella zona della stazione non è un problema soltanto dei fiorentini. «Ma dei toscani e degli italiani – precisa – Insomma di tutti, compresi i turisti che passano da qui».
La città protesta
I 21 comitati cittadini non lo nascondono: «Così non possiamo andare avanti, non ci sentiamo al sicuro». Per questo hanno deciso – come spiega Simone Gianfaldoni, presidente del comitato Cittadini attivi San Jacopino – di organizzare per un flash mob nella giornata di venerdì 15 marzo. «Proprio in largo Alinari, dove è stato accoltellato quel giovane – precisa – L’appuntamento è alle 14. È il nostro modo per farci sentire, per non abbassare la testa davanti alla criminalità». Da tempo, residenti e commercianti invocano più controlli – dalle Cascine a Santa Maria Novella – per tenere in scacco la criminalità. Hanno paura, dicono. C’è chi si è organizzato come può, soprattutto lì, nei dintorni. Al calar della sera c’è il coprifuoco: poca gente per strada, chi può si anticipa con gli acquisti e chi proprio non può farne a meno si affretta. Dal canto loro i negozianti si dicono pronti anche allo scontro fisico. «Perché non si può mai sapere ciò che succederà e viviamo con angoscia le ore di apertura», raccontano. Così si sono organizzati: alcuni di loro nascondono un bastone dietro al bancone, pronti a usarlo nella peggiore della ipotesi che – sperano – non si verifichi mai. Ma lì nulla può essere lasciato al caso. Soprattutto quando in gioco c’è la vita. «Purtroppo doveva essere ammazzato un giovane per comprendere quanto la situazione sia grave – sottolinea Carabba che, oggi, parteciperà al flash mob – Queste sono le conseguenze dell’effetto droga e crack nella nostra città. Non chiediamo promesse, ma soltanto di poter camminare tranquilli».
La richiesta
La richiesta dei comitati, ora, è di avere più militari in città. «Sono state installate migliaia di telecamere come a New York, invece questo è il Bronx – prosegue il presidente dell’associazione Borgognissanti – Certo, sono utili per individuare gli autori dei crimini ma, a quel punto, è già troppo tardi perché significa che qualcuno è stato derubato, ferito o anche ucciso, come è successo in largo Alinari. L’obiettivo, invece, dovrebbe essere quello di prevenire i reati e questo può essere reso possibile solo con una presenza massiccia di forze dell’ordine. Altroché città militarizzata, qui serve una maggiore sicurezza». Secondo il racconto dei comitati cittadini, Firenze sta attraversando un momento di “parziale tranquillità” rispetto ad altri momenti dell’anno. «La quiete dopo la tempesta e prima della prossima – conclude Carabba – che però sta già per finire. La nostra città è stata sconvolta da un’ondata di furti e spaccate. Ora, con l’arrivo di un nuovo flusso di turisti per il ponte di Pasqua si ricomincia». Venerdì 15 marzo i comitati, che rappresentano circa 3.500 persone, faranno sentire la loro voce. «Speriamo che questa volta non resti inascoltata come al solito», dicono. Inizia un nuovo giorno e la paura li accompagna. Ancora.
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