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Riforma del Fisco, ecco sanzioni più leggere: alcuni esempi

Riforma del Fisco, ecco sanzioni più leggere: alcuni esempi

Aiuti a chi non può pagare per cause di forza maggiore. Le nuove regole valgono sia in campo amministrativo che penale

22 febbraio 2024
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ROMA. Via libera alla riforma delle sanzioni amministrative e penali per chi non è in regola con il fisco. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato un nuovo decreto legislativo collegato alla riforma che prevede la riduzione da un quinto a un terzo delle sanzioni tributarie, «avvicinandole ai parametri europei e introducendo un principio di maggiore proporzionalità», spiega il viceministro Maurizio Leo.

Quanto alle sanzioni penali «verranno adeguate le norme relative alla non punibilità agli indirizzi emersi dalla giurisprudenza, aiutando chi non può pagare per cause di forza maggiore, chi decide comunque di mettersi in regola, anche attraverso la rateizzazione, pagando l’intera imposta, le sanzioni (ridotte) e gli interessi», spiega ancora l’esponente del governo. Che non ci sta a sentir parlare di «condoni» e «favori», termini: «Verranno colpiti i comportamenti fraudolenti, simulatori e omissivi a danno del fisco» perché lo Stato infatti deve venire incontro ai contribuenti onesti, ma non può e non deve abbassare la guardia nei confronti di coloro che fanno i furbi».

Nel dettaglio, il decreto legislativo, prevede, per esempio, che venga dimezzata la maxi-sanzione per omessa dichiarazione dei redditi: dal 240% dell’imposta scende al 120%, mentre in caso di dichiarazione non corretta la sanzione massima passa al 70%, mentre oggi è dal 90% al 180%. Il decreto legislativo approvato prevede, però, che, in caso di comportamento fraudolento, la somma dovuta dal contribuente sia aumentata «dalla metà al doppio» anziché «della metà» come attualmente previsto.

Il testo tiene anche in conto la volontà del contribuente di «mettersi in regola» con il Fisco: il sequestro dei beni finalizzato alla confisca non viene più applicato se si sta estinguendo il debito con una rateizzazione «anche a seguito di procedure conciliative o di accertamento con adesione, sempre che, in detti casi, il contribuente risulti in regola con i relativi pagamenti», salvo nei casi in cui ci sia rischio di dispersione della garanzia patrimoniale e in considerazione della gravità del reato.

Prevista anche una sorta di compensazione tra le sanzioni: quando a carico del contribuente ce n’è già una penale o amministrativa o dipendente da reato, «il giudice o l’autorità amministrativa, al momento della determinazione delle sanzioni di propria competenza e al fine di ridurne la relativa misura, tiene conto di quelle già irrogate con provvedimento o con sentenza assunti in via definitiva». Per FdI si tratta di un provvedimento che rivede un sistema sanzionatorio che «ha strozzato finora le partite Iva»; invece per M5s si tratta dell’ennesimo condono per chi non ha effettuato i versamenti.

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