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Dillo al direttore: sanità, disservizi, i suicidi in carcere e l’election day

Dillo al direttore: sanità, disservizi, i suicidi in carcere e l’election day

Ecco gli interventi dei lettori pubblicati sul giornale di venerdì 9 febbraio: è possibile dialogare direttamente con il direttore Cristiano Marcacci attraverso il canale WhatsApp e l’indirizzo mail dedicati

09 febbraio 2024
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Ecco gli interventi dei lettori pubblicati sull’edizione cartacea di venerdì 9 febbraio, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci“Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it. Lettrici e lettori, dunque, possono inviare suggerimenti, spunti di riflessione, segnalare disservizi, ingiustizie e notizie da approfondire. Tutti riceveranno una risposta dal direttore.


Sanità, attenti ad abdicare al privato

Buongiorno, mi chiamo Evandro Dell’Amico. Sono nato il 21 maggio 1952 a Carrara e sono residente a Massa. Sono a chiedere al direttore Marcacci se può cortesemente continuare a dare massima visibilità alla situazione di estremo disagio degli utenti del Sistema sanitario regionale toscano (che oltre alle urgenze vere, deve garantire anche quelle differibili). Come ex dipendente dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, come pensionato da fine 2018, come soggetto ritenuto fragile per età (72 anni) e per patologia, ho sempre difeso il servizio sanitario pubblico. Ritengo la tutela della salute un diritto universale e primario per i cittadini utenti. Conosco a fondo il funzionamento della “macchina amministrativa” del sistema sanitario pubblico, le sue eccellenze e le sue inefficienze. Queste ultime non devono prendere il sopravvento e portare a degrado il funzionamento. Le inefficienze devono essere rimosse perché creano sfiducia nell'utenza e demotivazione negli operatori. So che deve esservi integrazione con il settore privato, ma il pubblico non può delegare al secondo la garanzia dei servizi.

La vexata quaestio delle bibliche liste d'attesa nel Sistema sanitario regionale toscano deve trovare soluzione, per un atto di equità e di civiltà. Le proteste dei cittadini, presso gli Urp, sui social, sembrano non scalfire i responsabili della politica e della burocrazia sanitaria in Toscana. Per vincere questa “salutare battaglia”, credo fermamente nel ruolo di una voce democratica come Il Tirreno. Ieri ne ho avuto l'ennesimo esempio leggendo l'articolo in cronaca di Massa, pubblicato in data 6 febbraio 2024.

Sono convinto che una martellante campagna di stampa possa contribuire ad alleviare, quantomeno, la vergogna di liste d'attesa in tempi intollerabili. Mi stupisce e mi indigna anche la forma di comunicazione ai cittadini utenti, da parte dell’Asl, riportata in calce al citato articolo della giornalista del suo quotidiano. Un'anonima risposta Asl che considero una non risposta. Si rimanda ad un sistema, l'help desker, che bisognerebbe prendersi la briga di spiegare cosa sia in italiano, senza abusare di anglicismi. Si rimanda la palla ai medici di famiglia che dovrebbero essere più oculati nell'indicare nell'impegnativa la priorità della prestazione richiesta. Ritengo sia giunta l'ora di sotterrare le “armi di distrazione di massa”, ma fornire in tempi certi le prestazioni necessarie a chi ne fa ragionevolmente richiesta perché ha problemi di salute.

La realtà effettuale, per quanto mi consta, recandomi in data 5 febbraio per una mia familiare al distretto di Montignoso (Massa) è la risposta che ho avuto dall'incolpevole operatore del Cup: per un'ecografia alla spalla, primo appuntamento disponibile il 5 settembre 2024 a Siena. Grazie a Franco Basaglia e ad una legge di civiltà come la 180, i manicomi sono stati chiusi, in primis in Toscana, ma ho l'impressione di esservi rientrato. È un imperativo categorico, da parte di chi ha responsabiltà politiche, uscire dal “manicomio Ssrt”.

Dott. Evandro Dell'Amico (Massa)


A novembre la visita per mia mamma 90enne

Buongiorno, il medico ha prescritto una visita cardiologica a mia mamma novantenne da fare entro 30 giorni. Il Cup mi ha prenotato la visita a novembre!!! Dicendomi che prima non c'era posto... Ma è mai possibile una cosa del genere? Ma che razza di sanità pubblica abbiamo? Saluti.

Mariano Scarabel


Il dramma collettivo dei suicidi in carcere

Gentile direttore, il presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine anno ha ricordato che «i diritti umani sono nati prima dello stato» e ha ringraziato chi «lontano dai riflettori della notorietà lavora per dare speranza e dignità a chi è in carcere». L'articolo 27 della Costituzione ricorda come «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».

In questi giorni il presidente della Repubblica ha richiamato ancora una volta i responsabili delle carceri per capire perché avvengono tanti suicidi. Il perché è veramente tragico, la nostra associazione Associazione Anziani Sesto Fiorentino ha svolto un convegno nel palazzo comunale di Sesto (il 24 gennaio 2024), abbiamo ascoltato le testimonianze di un volontario che opera a Sollicciano e di don Vincenzo Russo. Hanno letto due lettere di detenuti usciti dal carcere e hanno illustrato la situazione dello stesso. Le lettere e le testimonianze sono stati per noi partecipanti un pugno nello stomaco. Ci siamo domandati che cosa abbiamo fatto singolarmente, che cosa possiamo fare oggi per contribuire ad alleviare la pena, perché perlomeno la dignità delle persone sia rispettata ovunque.

Sappiamo bene che il tema è ostico, che l'opinione pubblica ha un atteggiamento generalmente indifferente, peggio un sentimento negativo, allora la difesa dei diritti, della dignità umana acquista un valore importante che speriamo di concretizzare singolarmente e collettivamente. Cordiali saluti.

Giacomo Svicher (presidente)


Verso l’election day di giugno, chiariamoci le idee con degli approfondimenti sui diversi programmi

Gentilissimo direttore, se è vero che in una democrazia il ruolo dell'informazione oltre a favorire il confronto può concorrere alla formazione delle idee e delle opinioni la inviterei, per quanto è possibile per un quotidiano come il suo, a contribuire al superamento del silenzio assordante intorno agli argomenti che fra qualche mese ci vedranno partecipare alle elezioni, non solo le nostre, quanto anche le Europee. A livello locale il suo quotidiano non mancherà certo di offrire la panoramica delle proposte e dei programmi dei vari schieramenti. Questo lo diamo per scontato. Ciò che è meno scontato è il dibattito intorno a temi che da qualche parte si vogliono definire come armi di distrazione di massa o peggio ancora strumentali ad una campagna che dovrebbe far riflettere in tutt'altra direzione.

Ma dal momento che se ne parla, come nel caso del premierato, perché non aiutare l'opinione pubblica a farsi un'idea di ciò che potrebbe essere una proposta alternativa meritevole di attenzione. Per fortuna a sinistra, e non solo (risulta che anche in contesti di centrodestra si muovano idee diverse da quelle dominanti), qualcosa si muove nonostante il soverchiante coro della “mononota” governativa coadiuvata da sei canali televisivi e dalla stragrande e collaterale azione di propaganda di quotidiani di “informazione” . È di alcune sere fa, qui da noi, un incontro, purtroppo assai poco partecipato, circa la proposta di un articolato di legge di riforma costituzionale a cura dell'associazione Libertà Eguale, curato dal professor Stefano Ceccanti. Non le sto certo proponendo di fare da amplificatore di ciò, quanto di aprire possibilmente sulle sue pagine a un confronto fra i costituzionalisti di diversa estrazione ospitandone le opinioni e il confronto in una pagina dedicata ad argomenti di attualità politica.

La seconda cosa che vorrei proporle riguarda in particolare le elezioni europee. Se è vero, come a volte si dice e si scrive, che i due terzi delle nostre normative sono di derivazione europea cosa aspettiamo a parlare di temi che saranno inevitabilmente oggetto di dibattito, nei prossimi anni, in seno alle istituzioni europee aprendo a regolamenti che riguarderanno la nostra vita di tutti i giorni e ci imporranno cambiamenti nelle abitudini e nei modi di essere. Penso all'ambiente nelle varie componenti e alle conseguenze dello sconvolgimento climatico dovute all'inquinamento, alle energie rinnovabili, alle norme sull'alimentazione, sull'agricoltura, sull'innovazione tecnologica, sull'intelligenza artificiale, sulle politiche di pace solo per citarne alcune.

Vogliamo o no sapere dalle forze politiche cosa andranno a dire e proporre su quegli argomenti? Vogliamo conoscere se affidiamo le nostre vite a candidati preparati o a veline delle direzioni nazionali dei partiti? Rifiutiamoci di spettegolare se Meloni o Schlein si candideranno o meno salvo poi rientrare dopo sullo scenario nazionale favorendo magari l'ingresso ai seggi europei di candidati incolori e solo benemeriti di un premio dopo aver servito la patria nei contesti istituzionali interni.

Antonio Picchianti (Livorno)

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