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Morbillo, in Toscana impennata di casi anche nei bambini: i sintomi, i vaccini e come “lavora” il virus

Morbillo, in Toscana impennata di casi anche nei bambini: i sintomi, i vaccini e come “lavora” il virus

Lo evidenzia l’aggiornamento del bollettino con la sorveglianza in Italia, pubblicato dall'Istituto superiore di sanità (Iss)

08 febbraio 2024
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Crescono i casi di morbillo in Italia. E la Toscana è tra le regioni più colpite. «Nel solo mese di gennaio del 2024 ne sono stati segnalati 27, di cui 26 confermati in laboratorio, da sette Regioni».  Lo evidenzia l’aggiornamento del bollettino con la sorveglianza sui casi di morbillo e rosolia in Italia, pubblicato giovedì 8 febbraio dall'Istituto superiore di sanità (Iss).

La situazione in Toscana

Lo stato vaccinale «è noto per 23 casi su 27 (85%), di cui 21 casi (91%) non erano vaccinati al momento del contagio e un caso era vaccinato con 1 dose», sottolinea il report. Nel 2024 l'incidenza nazionale è stata pari a 0,5 casi per milione di abitanti. Oltre la metà dei casi è stata segnalata da tre Regioni (Lombardia, Toscana e Lazio). L’incidenza più elevata è stata riportata in Toscana (2,4 casi su milione), seguita dal Lazio e dalla Campania - prosegue il bollettino - Nove dei casi segnalati (33%) sono importati. L'età mediana dei casi segnalati è pari a 35 anni (range 1- 47 anni) e oltre la metà dei casi (6/11) ha un'età compresa tra 15 e 39 anni. È stato segnalato - evidenzia l'Iss - un caso in un bambino con meno di un anno di età (quindi non idoneo alla vaccinazione). L'incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 15-39 anni (1,08 per milione), seguita dalla fascia 0-4 anni (0,46 per milione). Nove casi (33%) hanno riportato almeno una complicanza, quelle più frequenti sono state diarrea, polmonite e insufficienza respiratoria riportate ciascuna in quattro casi, seguite da epatite-aumento delle transaminasi (3 casi)».

I sintomi

Il morbillo non ha sintomi gravi, provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina. Dura tra i 10 e i 20 giorni. I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno. Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse. Di solito la diagnosi si fa solo per osservazione clinica. Eventualmente si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione.

Incubazione e terapia

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all’entrata del virus nell’organismo e finisce all’insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre.

Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce.

Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che hanno la madre infetta durante la gestazione.

Vaccinazione

Il vaccino del morbillo appartiene ai vaccini vivi attenuati. Il vaccino esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). L’Istituto superiore di sanità «consiglia una prima dose del Mpr prima del 24° mese di vita, preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni. Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione – prosegue l’Iss – del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso. Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), né, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l’Aids».

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