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In Toscana il mercato nero delle piante: alberi sradicati nelle città, come funziona e quanto vale il traffico illegale

di Ilenia Reali
Alberi sradicati a Montecatini (Foto di Paolo Nucci)
Alberi sradicati a Montecatini (Foto di Paolo Nucci)

L’ultimo furto a Montecatini: portati via due cipressi da un viale. L'esperto: «Le richieste sono aumentate ma il numero di piante resta lo stesso»

29 gennaio 2024
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Li avevano piantati a fine dicembre 2023 al posto di alcuni pini caduti per il maltempo che aveva colpito anche Montecatini a novembre. Otto “cipressini” regalati dal locale Rotary club che il Comune aveva deciso di mettere a dimora al posto di alberi che già c’erano in viale Bustichini, uno dei viali alberati che punteggiano la città termale toscana.

Nella mattina di lunedì 29 gennaio due degli alberi erano spariti. La sera di domenica 28 gennaio erano lì, sostenuti nella crescita dalle assi di legno, e la mattina successiva erano rimaste solo due buche, come un domino a cui mancano due pezzi. Un’unica prova dell’accaduto una buca grande come le radici. Nessuno sembra aver visto nulla e nella zona non ci sarebbero telecamere. E cosa vuoi che sia, verrebbe da dire, la “sparizione” di due alberelli tra l’altro di modico valore, 10-15 euro al massimo se acquistati da un vivaista. Sui social scriverebbero: “notizione”. Eppure qualcosa significa. E non è solo la bizzarria di qualcuno che con un furgone si è fermato in piena notte sul lato di una strada e pala alla mano ha preso la pianta col suo “pane di terra”. Significa che il mercato nero che si è creato, ormai già da alcuni anni, per il procacciamento di piante ed alberi è uscito dai “recinti” dei vivai per arrivare anche in Toscana nei centri cittadini. Poche volte era accaduto prima d’ora: gli addetti ai lavori ricordano una siepe nel parco delle Cascine a Firenze e nient’altro. Le cronache hanno riportato più e più volte furti nei vivai ma aiuole e giardini pubblici erano rimasti fuori.

Carabinieri e polizia stanno indagando anche perché il traffico è internazionale e il furto di piante potrebbe diventare presto un reato molto comune, anche dai giardini privati. Da un lato ci sono i furti su commissione nei vivai, dall’altra quelli di poche piante lungo le strade. Alla base però c’è uno stesso punto di partenza: la richiesta di alberi è molto superiore all’offerta sia in Italia sia nel mondo. «Un caso così – dice Francesco Mati, titolare di uno dei più grandi vivai pistoiesi – è la prima volta che lo sento. Ma questo ci deve indurre a cercare di capire cosa sta succedendo e cosa c’è all’origine dei furti. Un dato è chiaro: le piante non hanno la targa e una volta prese, difficilmente si ritrovano».

A Pistoia è voce corrente, supportata anche da alcune indagini andate a buon fine negli anni passati, che ci sia un florido mercato con l’Albania, paese in cui sono stati recentemente aperti nuovi vivai. E che in caso di ordini importanti, in mancanza di piante in loco, non si disdegna che qualche carico non tracciato parta direttamente da Pistoia, capitale verde d’Italia. «Il vero dato – aggiunge Francesco Ferrini, professore ordinario di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree all'Università di Firenze – è che alberi non ce ne sono abbastanza. La sensibilità verso le città green, le riforestazioni, cozza col fatto che per avere un albero servono almeno 3-4 anni. Le richieste sono aumentate ma il numero di piante resta lo stesso. Inoltre l’80% delle coltivazioni pistoiesi è destinato all’estero».

E quindi? «In caso di bandi, magari al massimo ribasso, è più facile rubare qualche albero per ottenere un po’ di ricavi in più. Questo per i grandi numeri poi c’è il mercato nero delle piccole realtà. Se gli alberi non si trovano ma io devo andare a piantarli nel giardino di un privato in qualche modo devo trovarli. Una situazione che andrà ad aumentare nei prossimi mesi perché saranno disponibili nei vivai sempre meno alberi soprattutto per piccoli ordini».

Mancheranno quelle piante che ora più di sempre vengono rubate ma anche molte altre. «Sono introvabili, e quindi oggetto di furto gli aceri giapponesi e i cipressi. Sul mercato ne mancano il 40-50 per cento rispetto al fabbisogno ma tra poco vedremo sparire anche platani e tigli. Non a caso un gruppo di vivaisti nei giorni scorsi ha incontrato le forze dell’ordine per chiedere indagini più serrate, anche con collaborazioni a livello internazionale».

Il valore di piante appena messe a dimora è di pochi euro, dai 5 ai 10 euro, ma ovviamente il valore del furto cresce se vengono rubati 1000 alberelli. Un furto con pochi rischi nelle campagne toscane.
 

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