Alluvionati e dimenticati, viaggio a Montale dove le famiglie lottano ma i soldi dei ristori non si vedono – Video
Tante famiglie in difficoltà, hanno dovuto anticipare i soldi per opere edili e arredi
MONTALE. I “lavori” cuciti a mano da Loriana Giaccherini colorano il presepe, in veranda. Ma lì, in quella strada di Montale devastata dall’alluvione, l’aria delle festività natalizie non si respira. Di certo non in quella casa, i cui proprietari hanno pagato il prezzo più caro di tutti: l’alluvione ha privato Roberto Bidini della moglie Loriana e il figlio Marco della madre. Di lei, ora, restano le foto scampate all’allagamento e i suoi “lavori” sistemati fuori dalla porta d’ingresso ad abbellire il presepe. Da due mesi, la famiglia Bidini è impegnata per sistemare la cucina, ancora impregnata d’acqua. Padre e figlio, carponi sul pavimento, lottano per sistemare la casa a cui Loriana ha dedicato tutte le sue cure. «Il problema ora è l’umidità che si insinua dappertutto, anche nelle prese telefoniche – raccontano – C’è ruggine ovunque, molto da buttare. Abbiamo già speso 15mila euro tra interventi di muratura, alcuni mobili nuovi ed elettrodomestici. Al momento di ristori non ne abbiamo ricevuti, ma non vogliamo neppure arrabbiarci. Abbiamo perso la persona più cara della nostra vita e niente potrà restituircela».
Poco più in là, sempre in via Alfieri, Adelfa Operanti è affacciata alla finestra e guarda il cielo nuvoloso. Prima dell’alluvione non ci faceva neppure caso, ma ora sì. «Seguo sempre le previsioni del tempo – racconta – per capire cosa potrebbe succedere, se dobbiamo prepararci al peggio. Il Comune è stato chiaro: in caso di allerta rossa, dobbiamo lasciare le nostre case perché qui non siamo al sicuro».
Circa due mesi dopo la calamità che ha sconvolto l’intera Toscana, le famiglie provano a tornare alla normalità ma quella strada, prima così vivace e piena di gente, oggi è soltanto l’ombra di se stessa. Non c’è più il fango che si appiccica a ogni cosa, i rifiuti ingombranti sono stati rimossi e sono spariti anche i cittadini operosi con gli stivali che si aggirano per le vie, aiutandosi gli uni con gli altri. Ora si sono ritirati dentro le loro case a combattere contro un nemico invisibile (anche se non sempre): l’umidità, la conseguenza di tutta l’acqua che, come un fiume in piena, è entrata tra le mura domestiche. Ancora oggi, a distanza a di quasi due mesi, molte persiane sono chiuse, i sacchi di sabbia appoggiati davanti alla porta, a protezione, qualora accadesse di nuovo.
«Alla fine non sono più entrato in casa – racconta Alessio Sorbi – Le pareti sono intrise di umidità, è un ambiente malsano. Dobbiamo aspettare che tutto si asciughi prima di poter rimettere piede in casa. Noi abbiamo buttato via tutto, mobili ed elettrodomestici. Abbiamo trascorso il Natale fuori casa, ma la nostra parola d’ordine è resilienza. Dobbiamo ringraziare la Misericordia di Montale che ha consegnato dei pacchi natalizi alle famiglie alluvionate in modo da far respirare anche noi l’atmosfera di queste festività. E anche Alessandro Cecconi, un nostro concittadino di Montale, che si è dato tanto da fare per darci supporto e sostegno».
Maria Mancini, la madre di Sorbi, indica il giardino e l’orto dietro casa, un tempo il suo orgoglio, completamente distrutto dall’acqua che, dopo aver superato le rotaie, le si è infilata in casa. «Qui davanti c’era la mia macchina parcheggiata – racconta l’anziana – adesso è da buttare. È incredibile in quanto poco tempo sia stata sconvolta la nostra vita. Di fronte abita una signora di 92 anni, adesso ospitata dalla figlia. L’alluvione le ha distrutto tutta la casa, non ha più niente. Sono tutte storie simili, purtroppo».
83 famiglie temono che l'incubo ritorni
Lo sa bene Alessandro Cecconi che si è occupato di fare una ricognizione delle famiglie colpite dall’alluvione, soltanto a Montale. «Sono 83 quelle residenti in via Alfieri, via Tobagi, via Mattei e via del Chiuso e che vivono nel terrore che possa riaccadere – sottolinea – Tutti quanti si stanno dando da fare per sistemare il più possibile, ma la situazione è drammatica: nei dintorni non si trovano i materiali per ristrutturare casa e se per caso li troviamo, anche dei semplici pannelli di legno costano moltissimo, troppo». Intanto la paura resta. «Gli interventi per riparare del tutto l’argine del torrente Agna richiederanno molto tempo e noi temiamo che si verifichi un’altra rottura in caso di maltempo – conclude Cecconi – Abbiamo chiesto dei preventivi per installare delle paratie ma le cifre sono molto alte: 2.800 euro, montaggio escluso, per tre proteggere tre porte. Ci appelliamo alle istituzioni: servono i ristori. Per ora, infatti, abbiamo anticipato tutte le spese. Aspettiamo che le promesse si tramutino in fatti. Molti di noi sono allo stremo. Non dimenticateci».