Il Tirreno

Toscana

Grandi Amori
L'intervista

Maupal e la lezione severa di cinque anni vissuti da amante: «Ma penso ancora a lei»

di Clarissa Domenicucci
Papa Francesco supereroe realizzato da Maupal, al secolo Mauro Pallotta, pittore e street artist tra i trenta più influenti al mondo
Papa Francesco supereroe realizzato da Maupal, al secolo Mauro Pallotta, pittore e street artist tra i trenta più influenti al mondo

Il pittore e street artisti si racconta: «Fu un colpo di fulmine, sentii le farfalle ma lei era fidanzata. Dopo cinque anni di relazione segreta l’ho lasciata ma penso ancora a lei, tanto»

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Questa rubrica estiva del Tirreno dedicata ai grandi amori si conclude con il racconto, insolito e coraggioso, di un amore segreto. «Un amore vissuto nell’ombra e finito male, ma comunque l’amore più grande che abbia mai provato e che più degli altri mi ha cambiato con una lezione importante». Lo racconta Maupal, alter ego di Mauro Pallotta: pittore e street artist tra i trenta più influenti al mondo. Romano, classe 1972, figlio di Borgo Pio, il rione fiancheggiato dalla Città del Vaticano.

Il fenomeno Maupal esplode all’improvviso nel 2014 e il suo nome in poche ore fa letteralmente il giro del mondo: merito di quel graffito attaccato come tutti gli altri di notte, su un muro di via Plauto, a due passi dal Vaticano, che ritrae Papa Francesco nei panni di un supereroe, pronto a spiccare il volo. Un’immagine twittata poche ore dopo dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali che diventa così un simbolo a livello mondiale. «Quella mattina non la dimenticherò mai: è il giorno in cui mi è cambiata la vita. Il telefono iniziò a squillare all’alba e prima che il disegno venisse rimosso una folla incredibile di curiosi, giornalisti e troupe da tutto il mondo si ritrovò in quell’angolo di via Plauto a fotografare il SuperPope».

Oggi, trascorsi dieci anni, Maupal è una firma corteggiata dai collezionisti: le sue opere sono esposte nelle gallerie di tutto il mondo e le collaborazioni a livello internazionale sempre più prestigiose. La scorsa settimana anche Al Jazeera è sbarcata nel suo studio per una lunga intervista. Ma la sua vita non è cambiata affatto: lo incontriamo a Borgo Pio, il quartiere che lo ha visto nascere, crescere, affermarsi. L’appuntamento è in un bar. Mauro è empatico e ironico proprio come i suoi disegni; la gente lo ferma, lo riconosce e saluta con affetto questa star avvicinabile. C’è un residuo di malinconia nei suoi occhi e forse è dove nascono le idee.

Partiamo dal legame tra l’amore e l’ispirazione artistica.

«Vanno in parallelo. Ogni volta che sono innamorato, energia e fantasia si quadruplicano e vedo tutto a colori. Innamorarsi fa vedere cose belle anche tra le pietre, quindi è un momento di estasi per l’artista. Per me lo è senz’altro: disegno molto quando sono innamorato, mi vengono tante idee, ho entusiasmo. Alla stessa maniera anche la disperazione amorosa fa crescere il bisogno di creare e le opere, almeno le mie, diventano in quel mood più concettuali, forse anche più profonde».

Chi è la donna di quell’amore segreto che in qualche modo le ha cambiato la vita?

«Una donna di cui mi ero innamorato giovanissimo; eravamo stati insieme per un po’ ma poi la distanza ci aveva separati. Venti anni dopo ci siamo rincontrati e quella sera è scattato nuovamente il colpo di fulmine, ho sentito di nuovo le farfalle nello stomaco per quegli occhi belli. Ci siamo ritrovati dove ci eravamo lasciati».

Solo che lei era fidanzata…

«Sì, lei era impegnata, ma ho perso la testa. All’inizio ho creduto che dopo poco si sarebbe liberata e che avremmo potuto vivere la nostra storia alla luce del sole, ma non è andata così».

E siete entrati in una relazione segreta.

«Sì. Fino a quel punto della vita tra le mie convinzioni c’era quella che non sarei mai stato l’amante di nessuno, convinzione che poi è diventata “farò per pochissimo tempo l’amante” e che poi si è schiantata addosso alla realtà facendomi sentire a disagio con me stesso. Dopo cinque anni belli ma dolorosi».

Quindi siete stati amanti per cinque anni e poi ha deciso lei di chiudere la relazione?

«Il tempo passava, mi trovavo in una posizione scomoda e inadatta per me. Ero felice quando stavo con lei, ma bastava un niente per spezzare stati d’animo sereni. Fino a quando la situazione è diventata insopportabile perché non mi sentivo a posto; per me dover condividere la propria donna con un’altra persona è inaccettabile e ho messo il punto. Ma nel mezzo ho sbagliato».

Cosa si rimprovera?

«Ho peccato di presunzione».

In che senso?

«La lezione che mi ha impresso sulla pelle questa storia d’amore è l’aver capito di essere stato presuntuoso: ero consapevole e non mi piaceva cosa stavo facendo, ma la facevo ugualmente credendo che avrei risolto le cose».

Non crede di aver peccato piuttosto di ingenuità?

«Inizialmente, poi quando sono diventato consapevole è subentrata la presunzione. Oggi sto molto attento a non ricadere in questo errore, riconosco i miei limiti».

Ha creduto e chiesto e desiderato, immagino, che lei rispettasse il vostro sentimento e lasciasse il fidanzato?

«Certo, lo davo per scontato, ma ripeto: dopo poco avrei dovuto arrendermi».

Dopo quale evento hai deciso di chiudere la storia?

«Banalmente, quando dopo aver fatto l’amore lei ha chiamato lui. Stavo violentando la mia anima».

Vi sentite ancora?

«No, ma ci penso. Tanto».

Come si è sentito dopo aver chiuso? Liberato? Annullato?

«Più forte. Però mi chiedo a cosa serve essere forti se non si è felici».

È ancora innamorato di lei?

«Continuerò a volerle bene, ad amarla, finché non arriverà un altro amore. Consapevole che alla mia età, 50 anni, incontrarlo è un vero miracolo».

Però quando lo incontrerà potrà farsi sposare da Papa Francesco.

«Veramente non ci avevo mai pensato. Non male».

Un amore che non vede mai la luce del sole vive di passione?

«Certamente il sesso è il collante, sì, una passione che non va mai a scemare e che ti tiene legato nonostante tutto. Ha detto bene: un amore che non vede mai la luce del sole… Non ho mai potuto prenderle la mano per strada e ci ho sofferto tanto».

Lei ha mai tradito?

«Mai. Se prendo in giro te prendo in giro me».

A chi deve molto?

Ai miei supernonni. Mio nonno mi ha insegnato tutto quel che so. È morto che avevo solo otto anni e a scuola ero il più forte perché mi ha insegnato a leggere e scrivere a quattro anni e poi a disegnare, a fare i modellini architettonici. Pensi che gli promisi che non avrei detto parolacce, lui odiava le parolacce, e fino a 18 anni ho rispettato il fioretto. Quando sono diventato maggiorenne sono partiti i primi vaffa…. »

Non essere ancora diventato padre è un cruccio?

«Sì, mi dispiace anche se non ne faccio un dramma. Se dovesse arrivare un figlio sarebbe un dono del destino».

Se oggi un amico a cui vuole bene le raccontasse di stare dentro ad un triangolo amoroso?

«Gli consiglierei “imponiti prima di perdere la testa. O lei lascia o tu te ne vai».

Non pensa mai che un giorno incontrerà la persona giusta e solo allora capirà di aver sopravvalutato questa storia segreta?

«Una storia alla luce del sole non cancellerà questa. Mai. Ho sofferto tanto, per la prima volta. Sarà diverso».

Quando si innamorerà di nuovo cosa troveremo al mattino, disegnato sui muri?

«Quando vedrete in giro una mia opera a settimana allora capirete che Mauro si è innamorato di nuovo».




 

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