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L'intervista

Giovanni Malagò e i gioielli Vittoria e Ludovica: distinguerle è una vera impresa

di Clarissa Domenicucci
Giovanni Malagò e i gioielli Vittoria e Ludovica: distinguerle è una vera impresa

Il presidente del Coni e le due figlie gemelle monozigoti avute dalla relazione con l’attrice Lante della Rovere. «Lucrezia è una nonna molto divertente»

07 agosto 2023
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«Dicono che essere metà italiano e metà cubano non sia una brutta storia! A me non dispiace affatto, sono un patriota ma ne vado molto fiero. Certo che dentro batte un ritmo caraibico...».

Giovanni Malagò, presidente del Coni al terzo mandato, il capo dello sport più vincente della storia del nostro Paese, è nel suo ufficio al primo piano della sede del Coni, a Roma, sul Lungotevere Maresciallo Diaz. Ordine intorno e la giusta frenesia nell’aria; il ritmo discreto si percepisce, appunto.

L’amore in un ricordo.

«Su una barca magica dove si respirava amore e complicità, con compagni d’avventura straordinari. È un ricordo caro, che non ho mai raccontato, di quelle estati trascorse con mamma, papà e un equipaggio davvero incredibile: Virna Lisi e suo marito Franco Pesce, innamorati come lo sarebbero stati per tutta la vita; Aldo Stacchi, grande uomo di sport e presidente della Lega calcio, con sua moglie Bebi e il sottoscritto accompagnato da Nicola Pietrangeli. Capisce? La coppia era Malagò-Petrangeli, dormivamo in cabina insieme! Era un sogno per un ragazzino malato di sport come me, Nicola era già un mito».

Quanti anni aveva?

«Dagli otto ai dodici anni; abbiamo viaggiato tra la Corsica, la Sardegna ancora deserta, le Eolie, e questa situazione emotiva fatta di atmosfere di complicità, di gioco e amore; pescare i ricci con papà e diventare bravo nella pesca a traino imparando da Stacchi e dal marinaio Armando, mi esaltava non poco. Erano giorni davvero felici».

Erano i suoi giorni perfetti.

«Sì, d’estate avevo tutto! Oggi i bambini chiedono ai genitori di portare in vacanza anche l’amichetto, io mi svegliavo all’alba per l’emozione e il privilegio di quella compagnia; ero una spugna. Ricordo ancora l’eccitazione per una ricciola grandissima pescata a traino. Tutto era esaltante».

Quanti anni avevano i suoi genitori?

«Erano giovanissimi, papà aveva sì e no 35 anni, ma ai miei occhi di bambino sembravano tutti molto più grandi, seppur non avessero neppure 40 anni. Si cucinava e mangiavamo a bordo; ricordo tante risate, dolcezza. Virna Lisi, splendida, si immergeva con le bombole insieme a Franco e papà».

Chissà quanti racconti di Pietrangeli sulle donne!

«Eh... qualcuno (ride, ndr). Non amava parlare di tennis ed era più in condizione rispetto alle altre tre coppie, diciamo, “di guardarsi intorno”. A settembre festeggeremo i suoi 90 anni, è un affetto vero».

Con Virna Lisi che legame avete mantenuto?

«L’ho sempre chiamata zia, è stata la mia madrina di battesimo e poi testimone di nozze. Un legame tanto importante che al suo funerale sono stato l’unico a parlare in chiesa a nome della famiglia».

Torniamo all’estate 2023: con la vendita di casa a Sabaudia, il suo rifugio, ha chiuso un capitolo della vita?

«Ho avuto le mie due figlie a 28 anni e quando mi sono separato da Lucrezia (Lante della Rovere, attrice, mamma di Vittoria e Ludovica, ndr), ho cercato un posto per stare con loro in pace e logisticamente comodo, vicino alla spiaggia. Io ricordo silenzio e odore di mare, non mi sembra che Sabaudia in quegli anni fosse mondana».

Lo è diventata grazie a lei!

«Troppo generosa. È notorio che amo stare solo in casa».

Archiviata Sabaudia, quale mare la aspetta?

«Le Pontine, sempre le Pontine, che rappresentano la mia vita. Se posso scelgo Zannone, la amo».

Cosa ha di speciale?

«È bellissima con tre pregi: non prende il telefono, i miei cani adorano la spiaggia ed è poco frequentata».

Torniamo all’amore. Gli ha dedicato molto?

«Alle passioni tanto, sempre, quindi anche all’amore».

Il primo?

«Un amore estivo. Con Teresa, una ragazza milanese meravigliosa in vacanza a Porto Cervo. Io invece trascorrevo la villeggiatura a Porto Rotondo e fin quando non ho conosciuto lei stavo tutto il giorno scalzo a pescare nel porto, proprio in quello di Porto Rotondo, all’epoca si poteva. La nostra spiaggia, quella dei divertimenti con gli amici, i Barilla, i Rebecchini, i Bormioli, era proprio lì, dove ora c’è il Tartarughino. Quando ho conosciuto Teresa ho iniziato a fare avanti e indietro con il motorino, è finita la pesca».

Quale altra donna le ha fatto fare molta strada?

«Senza dubbio quella che poi è diventata mia moglie, Polissena Di Bagno. Eravamo fidanzati e nell’anno della maturità, tutti i santi giorni, dopo aver studiato, salivo sulla mia Honda 125 e dal Fleming (quartiere di Roma Nord) raggiungevo Polissena in vacanza a Cala Grande (Grosseto), nella casa della nonna, Delia Di Bagno. Cenavamo insieme, dormivo con lei e la mattina presto tornavo a Roma. A 17 anni, con l’Honda e senza casco! Che pericolo, a ripensarci oggi vengono i brividi».

Due figlie femmine, Vittoria e Ludovica.

«Con due femmine gemelle monozigoti la psicologia è saltata subito, ma le voglio fare il quadro completo della mia situazione: ho due figlie femmine che se vogliono possono non farsi riconoscere neanche dai parenti stretti, tanto sono uguali; la mamma, una sorella, una cugina e quattro nipoti femmine su cinque. Sono circondato da donne! Questo è il buongiorno della storia».

Lucrezia è una nonna divertente?

«È una nonna giovanissima già al quinto nipote ed è molto divertente; nonna Lucrezia è stata una sorpresa in positivo per tutti e ne sono molto felice».

La sua pupilla Federica Pellegrini diventa mamma..

«E in religioso rispetto della riservatezza ho tenuto per me la notizia. Ora l’augurio che ancora di più siano felici. Ci sono tutti i presupposti per far nascere veramente una nuova grande atleta e non sono così sicuro che sarà una nuotatrice...».




 

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