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La riflessione

Ragazzi, non scordatevi mai di farvi una bella risata: «Se siete ansiosi reagite con l'allegria»

di Damiano Schiavone*
Ragazzi, non scordatevi mai di farvi una bella risata: «Se siete ansiosi reagite con l'allegria»

È il rimedio giusto da adottare se qualcosa va male: «Nessuno è perfetto, esserlo sarebbe davvero orrendo». L'articolo di uno studente del liceo Cicognini-Rodari di Prato

30 gennaio 2023
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Una delle cose che mi ha sempre accompagnato fin da quando sono piccolo è la risata. Prima di sfociare in banali cliché del tipo: «Mah, sì, anche se mi va tutto male, io continuo a sorridere sempre», voglio premettere che, no, non è quello ciò di cui vi sto per parlare.

Per me l’atto della risata, ma anche quello di sorridere, è essenziale. Purtroppo, o per fortuna, io rido, rido di moltissime cose, dalle cose che altri reputano stupide a quelle che per altri non sono divertenti; rido di situazioni dove non ci sarebbe nulla da ridere (non siate catastrofici con la vostra immaginazione, sennò mi scambiate per un pazzo che ride anche se gli succede una tragedia) e rido soprattutto di me stesso.

Non mi reputo una di quelle persone dal grande carisma, affascinante o cose così. Insomma, “il ragazzo popolare della classe”. Fin da piccolo mi facevo riconoscere facilmente per tre motivi principali. Il primo è indubbiamente un forte accento napoletano. Il secondo è che, da piccolo non ero particolarmente magro; diciamo che, se mi fossi dipinto di un qualsivoglia colore, avrei potuto interpretare un Barbapapà in una recita. Il terzo e ultimo motivo era, ed è, il mio carattere. Purtroppo, dire: «Sì, esatto, sono socievole, divertente e simpatico» a me suona male e, ai miei occhi, sembrerei un egocentrico che legge l’oroscopo. Quindi mi limiterò a dire che gli altri mi reputano simpatico. Sono uno che non ha problemi a fare nuove amicizie e chi mi conosce meglio sa che parlo molto, forse troppo.

Finita questa noiosa ma necessaria descrizione, vi starete chiedendo (se ancora state leggendo...): ma cosa vuole dire Damiano con questo testo? In effetti il cambiare argomento durante un discorso è un mio difetto. Ed è proprio dai difetti e dai miei errori che voglio partire per parlarvi della risata. Io mi reputo una persona con parecchi difetti: sono spesso sono goffo, non ho una buona memoria, pronuncio male alcune parole, e questi sono alcuni tra i più divertenti. Per farvi capire: se fossi un personaggio di una storia sarei il protagonista, ma non quello fiero, importante e scritto narrativamente bene, quanto piuttosto quello che, quando lo leggi in una storia, lo vedi e ti metti a ridere. Ma a me va bene così, eh. Se fossi perfetto sarebbe orrendo, diventerei una persona noiosa. Penso che siano i difetti di ciascuno di noi a renderci più colorati. Devo ringraziare mio fratello maggiore se oggi rido dei miei difetti. Le sue prese in giro sono state un allenamento molto duro, ma terribilmente efficace, e col passare del tempo e la mia crescita posso dire che non possa desiderare un rapporto migliore o un fratello migliore di lui. Questi difetti possono essere estetici o magari del mio carattere. Ultimamente quelli che posso migliorare li sto limando per essere migliore.

Ma ciò che voglio dirvi è proprio questo, di ridere dei propri errori e di non avere paura di sbagliare se volete fare qualcosa perché, se va male, si può sempre riderci sopra. Apprezzate le piccole cose nell’arco della giornata, provate a gestire e combattere le vostre ansie. Non vi preoccupate: io questo testo lo sto facendo anche per ricordare tutte queste cose a me stesso. Spero solo che altri ragazzi e ragazze miei coetanei, e tutti i lettori, riflettano su quanto vale la pena sorridere di più. Per favore apprezzate lo sforzo: non sono bravo a scrivere, ma sentivo che dovevo dire queste cose.

Post scriptum: Sì, “One piece” è stato il mio primo manga, e ci sono molto legato. La posa del disegno pubblicato a corredo di questo articolo è stata scelta apposta e spero vi piaccia. l

*Studente di 17 anni del liceo Cicognini-Rodari di Prato


 

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