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Il regime e le ribelli

La lotta delle donne in Iran ci riguarda: solo con l’unione si batte l’ingiustizia

di Michele Passaglia*
La lotta delle donne in Iran ci riguarda: solo con l’unione si batte l’ingiustizia

«Il mio pensiero rammaricato va a Mahsa Amini e alle donne iraniane che continuano a subire violenze o a essere uccise»: l’articolo di uno studente del liceo scientifico sportivo Piaggia di Viareggio che aderisce al progetto del Tirreno “Scuola 2030”

01 dicembre 2022
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Di recente sul giornale ho letto la notizia del rilascio, dopo 45 giorni, di Alessia Piperno, ragazza arrestata a Teheran perché si era unita alle proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza arrestata dalla polizia iraniana per non aver indossato correttamente il velo islamico e morta in carcere per le percosse subite.

La notizia della liberazione di Alessia mi ha fatto molto piacere perché, a differenza della vicenda di Mahsa, per Alessia c’è stato un lieto fine, sicuramente grazie alla diplomazia italiana.

Rivolgo però il mio pensiero rammaricato verso Mahsa e tutte le donne iraniane che continuano a subire violenze o essere uccise e private dei loro diritti, come la libertà di espressione, a causa del regime islamico che vuole imporre regole ferree soprattutto alle donne.

Forse, tuttavia, qualcosa finalmente sta cambiando. Molti iraniani, in particolare le donne, hanno vinto la paura e si sono uniti per protestare contro questo sistema oppressivo e, come un sasso lanciato in un lago, le onde di protesta si sono propagate in tutto il mondo.

Al telegiornale ho visto infatti tanti segnali che mi hanno fatto capire quanto sia importante l’unione. Sono convinto che, se una persona si trova sola a combattere le ingiustizie, probabilmente alla fine la paura riprenderà il sopravvento e la porterà a indietreggiare. La persona continuerà così a essere vittima di tali ingiustizie. Al contrario il supporto di tanti altri le darà il coraggio di non arrendersi e di andare avanti, e qualsiasi cosa troverà a sbarrare il suo cammino forse potrà essere abbattuta.

Ritengo che il detto “l’unione fa la forza” sia proprio vero, perché la condivisione e il senso di fratellanza possono davvero fare grandi cose e cambiare ciò che può sembrare impossibile.

Spero quindi che alla fine anche per tutto quello che sta succedendo in Iran ci sia un lieto fine, dove possa essere riconosciuto che l’identità di qualsiasi persona va rispettata senza discriminazione di genere o religione, dove vengano mantenute senza distinzione le libertà di parola, pensiero ed espressione. 

*Studente di 16 anni del liceo scientifico sportivo Piaggia di Viareggio
 

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