Cecina, il sogno del porto autosufficiente adesso può trovare un nuovo slancio
Una struttura autosufficiente. Dall’installazione di impianti fotovoltaici a quelli di desalinizzazione e solare-termico per i servizi igienico sanitari. La prospettiva, traguardata nei primi anni Duemila, nel progetto del porto turistico alla foce del fiume Cecina è ancora sulla carta. Fermata da una lunga crisi che vede la Porto di Cecina Spa, soggetto attuatore per la realizzazione del maxi-investimento da 114 milioni di euro, congelata dalla mancanza di liquidità che l’ha portata a ricorrere a una procedura concordataria. L’iter con cui si sta provando a ridare un nuovo slancio all’operazione è in corso. Il 12 ottobre è fissata la prima udienza al tribunale di Livorno per l’omologa del piano di concordato.
In quegli impianti per l’autosufficienza energetica c’è impressa una cifra di novità. E vista oggi è ancor più marcata dalla crisi energetica e dai venti della speculazione che la alimentano. I pannelli fotovoltaici avrebbero garantito una produzione di un megawatt. Sono previsti sulle pensiline dei parcheggi delle auto. I progettisti hanno calcolato che tutta l’energia prodotta potrà soddisfare interamente il fabbisogno di hotel, residence, negozi, cantieristica e servizi portuali, rendendoli così autosufficienti dalla rete distributiva nazionale. Ma di tutto questo non c’è pressoché traccia. Tanto che il fabbisogno energetico è limitato ai consumi delle barche all’ormeggio e poco più.
Il progetto attualmente approvato per la realizzazione del porto turistico prevede, per la parte a mare, 764 posti barca con lunghezza variabile da 8 a 40 metri di cui 504 all’interno della darsena privata, di cui 330 realizzati, e altri 260 nell’area demaniale. Mentre dei 1.250 posti auto oggi se ne contano 68 e non sono stati ancora realizzati i 250 garage. A fronte di un progetto in fase avanzata nella parte a mare a terra è pressoché quasi tutto da fare. Eppure, l’attività del diportismo non si è mai fermata.
La Porto di Cecina Spa gestisce la marina tramite la Cecina Servizi Portuali Srl che conta 15 addetti e ha un fatturato annuo di circa 2,2 milioni di euro. In un contesto in cui può essere portata avanti solo l’attività ordinaria resta aperta la questione dei fondali previsti da progetto a quota – 4,5 metri attualmente sono mediamente sui – 3 metri.
Dalla sua il porto di Cecina ha la posizione. L’imboccatura è ampia e vi si può accedere in piena sicurezza anche con forti venti di libeccio. A causa dei lavori non ancora compiuti, le tariffe praticate per l’ormeggio sono le più basse della costa. E contribuiscono a non far spegnere la luce sulle banchine. All’ormeggio risultano circa 750 barche, da 5 a 20 metri e 120 utenti con barche da 5 a 7 metri a terra. Non mancano i transiti in linea con gli anni precedenti: nei mesi estivi ne sono stati registrati circa 400 con durata dell’ormeggio media 1,5 giorni. Significativa è la provenienza dell’utenza del porto di Cecina: il 25% sono diportisti della provincia di Livorno, il 50% toscani, il 20% da altre regioni e il 5% da Paesi dell’Europa.
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