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Toscana

Dopo le amministrative

Francesco Boccia: «Il modello Verona anche in Toscana»

intervista di Melania Carnevali
foto IPP/imagostock/balasco Sorrento 1-3/07/2021 convegno Trasporti, logistica, sostenibilità  green e blue economy per la ripartenza 
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foto IPP/imagostock/balasco Sorrento 1-3/07/2021 convegno Trasporti, logistica, sostenibilità green e blue economy per la ripartenza nella foto : francesco Boccia warning avaialble only for italian market

30 giugno 2022
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Durante l’intervista, lo ripe te più volte: «Bisogna al largare e unire». Allarga re «gli orizzonti», cioè le allean ze, e unire cioè «eliminare i per sonalismi». Questa, per France sco Boccia, oggi deputato e re sponsabile enti locali per il Pd, è la chiave di lettura delle vittorie incassate. Quelle incassate dal centrosinistra alle scorse amministrative. Ma è anche il piano di battaglia per le prossime. L’ex ministro ne è convinto.


Onorevole, l’ex presidente della Regione, Enrico Rossi, ha detto che il centrosinistra vince bene ai ballottaggi, ma non in Toscana. E lo dimostrerebbe il fatto che sette capoluoghi su dieci sono del centrodestra. Come mai?

«Il trend è positivo nel paese quando viene usata la formula a cui stiamo lavorando con il segretario Letta. E si riesce a usare quando si mettono da parte personalismi ed egoismi. Abbiamo vinto in città importanti al nord perché abbiamo costruito quelle condizioni, lavorando sodo, facendo anche passi indietro. È successo a Verona e anche a Catanzaro, dove io stesso sono andato più volte per convincere i nostri che bisognava allargare i fronti ed essere più uniti».


Quindi sta dicendo che in Toscana è mancato questo?

«In Toscana ci eravamo messi già in marcia. Abbiamo vinto tre capoluoghi nel 2019, Firenze, Prato e Livorno, e abbiamo ottenuto risultati importanti alla Regionali. A Pistoia, abbiamo fatto di tutto, ma i partiti della sinistra non sono venuti con noi».


E a Lucca che è successo?

«A Lucca c’è una destra ambigua che non si è fatta problemi a portare Casa Pound e i no vax dentro il consiglio comunale pur di vincere, ed è molto grave: dà il senso di una destra che si rifugia sempre più dentro i fili spinati. Abbiamo perso per una manciata di voci. Sono 20 anni che a Lucca va così. Però abbiamo vinto a Carrara e, sempre per quanto riguarda i comuni sopra i 15mila abitanti, a Camaiore e a Quarrata».


Qual è adesso la strategia del partito?

«Il Pd toscano deve essere unito intorno a un’idea: la ricetta è unire il centrosinistra e allargare la coalizione a progressisti e riformisti. Ci vuole un progetto per riunire il centrosinistra. Mi rendo conto che la Toscana ha vecchie cicatrici addosso per le scissioni subite, ma vorrei dire a chi se è andato via che non è personalizzando le vicende politiche che si riparte. Ma si riparte dalla generosità di mettersi al servizio dell’interesse collettivo. Così ci riprenderemo Pisa e Massa».


Dove però non ci sono ancora nomi di possibili candidati.

«Ma ci saranno. Saranno candidati o candidate che scaldino i cuori e abbiano la scintilla: solo così si batte la destra».


Farete primarie?

«Valuteremo. Sicuramente quello che vogliamo è unire il centrosinistra e allargare la coalizione».


Allargare quanto?

«A chi condivide i nostri valori».


Inclusi i Cinque Stelle?

«Con i 5 Stelle siamo alleati dal 2019 e abbiamo fatto tante cose insieme: abbiamo gestito la pandemia, abbiamo portato il Pnrr in Italia mentre le destra votava contro».


Quindi è contento del rapporto con i 5 Stelle?

«Io sono contento del rapporto che si è creato con progressisti e riformisti: il movimento fa parte di questa grande comunità politica. Poi penso che la politica non si faccia sommando sigle. Chi ha sempre sommato sigle ha trovato risultati contrari alla matematica. Credo nei progetti politici. In questo momento chi crede nell’Europa, nella sanità pubblica, nell’ambiente e nei diritti è con noi. Chi contesta lo ius scholae no. Noi siamo uniti: abbiamo dimostrato che si può vincere nelle grandi città e il prossimo passo è farlo nelle piccole».  l

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