Il Tirreno

Toscana

L’opinione

Aborto, un contraccolpo ai diritti di genere

Elettra Stradella
An abortion rights demonstrator chants slogans as they march near the State Capitol in Austin, Texas, June 25, 2022. - Abortion rights defenders fanned out across America on June 25 for a second day of protest against the Supreme Court's thunderbolt ruling, as state after conservative state moved swiftly to ban the procedure. (Photo by SUZANNE CORDEIRO / AFP)
An abortion rights demonstrator chants slogans as they march near the State Capitol in Austin, Texas, June 25, 2022. - Abortion rights defenders fanned out across America on June 25 for a second day of protest against the Supreme Court's thunderbolt ruling, as state after conservative state moved swiftly to ban the procedure. (Photo by SUZANNE CORDEIRO / AFP)

La sentenza Usa si inquadra nella crisi internazionale dello stato di diritto

26 giugno 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Dopo aver letto le argomentazioni del giudice Alito nella bozza diffusa in anticipo (fatto già di per sé eccezionale) della sentenza Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, venerdì abbiamo avuto conferma dello storico overruling operato dalla Corte Suprema, con il quale è stato de-costituzionalizzato il diritto all’aborto negli Stati Uniti.

In questa decisione la Corte è stata chiamata a valutare la compatibilità con la Costituzione di una legge del Missisippi che vietava l’aborto dopo la 15ª settimana di gestazione (anche per stupro e incesto), tranne che in casi di emergenza medica o di gravi anomalie fetali. Poiché la legge si poneva in contrasto con quanto stabilito dalla Corte Suprema nella storica sentenza Roe contro Wade del 1973, dove era stato costituzionalizzato il diritto all’aborto come parte del diritto alla privacy, protetto dal XIV emendamento della Costituzione (principio di eguaglianza), la Corte questa volta è stata chiamata a decidere se continuare ad applicare il precedente.

La scelta dell’overruling (ribaltamento) operata in Dobbs può essere osservata da tre punti di vista: quello del pensiero costituzionale che la decisione traduce; quello dell’impatto politico-istituzionale all’interno degli Usa; e quello, più ampio, del significato che assume in dimensione transnazionale.

Sul primo punto: la sentenza fa proprio un approccio tipicamente originalista, con cui i giudici vanno alla ricerca dell’intento dei costituenti negando la legittimità di un’interpretazione evolutiva volta a riconoscere nuovi e diversi diritti. Il precipitato di questa teoria nel caso in questione è ben rappresentato dalla forza con cui l’attuale maggioranza della Corte condanna la scelta operata negli anni ’70: la Corte infatti avrebbe occupato un posto che non le spettava, riconoscendo un diritto inesistente all’interno della Costituzione. Ma è l’interpretazione costituzionale evolutiva che nei decenni ha permesso di tradurre la Costituzione più antica al mondo in spazi sempre nuovi di progresso civile e sociale.

Sul secondo punto: la sentenza determina lo slittamento del diritto all’aborto dal piano federale a quello statale. L’impatto in termini di eguaglianza è evidente: Stati diversi (repubblicani e democratici) avranno discipline anche radicalmente diverse; così le differenze politiche si tradurranno in asimmetrie nel riconoscimento dei diritti e, infine, in una strumentalizzazione dei corpi delle donne, oggetto di un conflitto civile e politico che questa sentenza rafforza.

L’ultimo punto. Le corti, in moltissimi Paesi, hanno svolto un ruolo fondamentale nel delineare i confini dell’autonomia riproduttiva, e, anche nei sistemi in cui il dovere di protezione del feto presenta un fondamento costituzionale, hanno progressivamente fatto emergere livelli crescenti di autonomia in capo alle donne. Questo fenomeno sembra invece vivere, dal 2010, numerosi momenti di crisi; una crisi che oggi esplode all’interno di una più ampia tendenza al gender backlash: un “contraccolpo” per i diritti “di genere”. Gli interventi sul corpo delle donne rappresentano una delle principali, sebbene non l’unica, manifestazione di questo arretramento, fortemente legato, peraltro, alla crisi dello stato di diritto che caratterizza molti ordinamenti segnati da gestioni populiste del potere, in cui rinvigorimento del patriarcato e indebolimento dei principi cardine del costituzionalismo sembrano integrarsi e confermarsi reciprocamente.

Vespa World Days
Mitici

Gli eroi del Vespa Days: nove ore sotto la neve per raggiungere Pontedera, la storia degli amici del Belgio – Video

di Tommaso Silvi