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Il rigassificatore di Piombino è un caso anche nel Parlamento europeo: favorevoli e contrari

Juna Goti
Il rigassificatore di Piombino è un caso anche nel Parlamento europeo: favorevoli e contrari

La segretaria Pd: «L’arrivo della nave sia legato a investimenti e a un progetto di sviluppo per la città». Susanna Ceccardi: «La Toscana ha già dato molto e non ha ricevuto nulla in cambio

24 giugno 2022
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Si incammina verso l’uscita del Parlamento di Bruxelles con il trolley in mano il vicepresidente del Partito popolare europeo e coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani. «Il rigassificatore di Piombino? I rigassificatori sono necessari, adesso dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per garantire la nostra autonomia energetica, si è perso troppo tempo».

Il territorio però protesta, compreso il sindaco di centrodestra Francesco Ferrari (Fdi) . «Posso rendermi conto delle difficoltà – controbatte Tajani, eletto in Europa dalla circoscrizione centro – ma il problema è un altro: bisogna fare, perché c’è una necessità impellente. Naturalmente bisogna tutelare l’ambiente, ma non possiamo solo dire no o blocchiamo l’economia».

È l’ultimo flash di una lunga due giorni a Bruxelles, dove la plenaria ha preceduto il Consiglio con i capi di Stato e di Governo. Al terzo piano del palazzo del parlamento c’è un bar, da queste parti lo chiamano Mickey Mouse, è accanto alla sala dove i parlamentari europei si riuniscono, intervengono, votano. E mentre si parla di Ucraina, di guerra, di ambiente e ovviamente del gas russo, tra i parlamentari toscani si muove con passo felpato il caso del rigassificatore di Piombino. La leghista Susanna Ceccardi, ex sindaca di Cascina, eletta a Bruxelles nel 2019, si siede su una delle poltroncine colorate al centro. «Ecco guardi – dice – , due giorni fa i parlamentari italiani hanno incontrato Luigi Ferraris, l’amministratore delegato di Ferrovie. Lo sa quali sono i progetti per l’alta velocità in Italia da qui ai prossimi dieci anni? ». Il dito scorre sul cellulare, ingrandisce le cartine. «Questo è lo stato attuale delle linee ad alta velocità per i passeggeri e questi sono i progetti per il futuro: c’è tutta Italia collegata, comprese la Sardegna e la Sicilia, la linea adriatica completamente. Sulla costa toscana, invece, c’è un buco enorme. Va da Genova a Roma, coinvolge Massa, Livorno, Piombino, Grosseto. Sono stata l’unica l’altro giorno a chiedere perché a Ferraris, lo sa? Ha detto che è questione di priorità, che la Toscana è sensibile dal punto di vista ambientale, che non sa quanto i sindaci vorrebbero davvero l’alta velocità una volta che si iniziasse a bucare. Allora tutti gli altri in Italia problemi non ne fanno? ». Va avanti così per qualche minuto: «Ora glielo dico cosa penso di Piombino. Prima però guardi anche questa cartina: sono gli impianti da realizzare in Toscana sul fronte dei rifiuti, la maggiore concentrazione è sulla costa. Io sono per farli gli impianti, badi bene, è nel mio programma. Ma si devono distribuire equamente». Così, dopo averla presa larga, arriva al punto: «Uno dei pochi rigassificatori attivi in Italia è a Livorno, l’altro rigassificatore lo vogliono mettere a Piombino. Ma la costa toscana non può avere solo gli oneri: dove sono le opere di compensazione per la regione, se le infrastrutture non si fanno? ». Attenzione: quello di Ceccardi «non è un no aprioristico». («In Italia i rigassificatori servono per l’indipendenza energetica, ma la Toscana ha già dato molto e per ora non ha ricevuto in cambio progetti di sviluppo») . La posizione non ricalca, per esempio, quella di Europa Verde, con la co-portavoce nazionale (e fuoriuscita in tempi non sospetti dal M5S) Eleonora Evi, che qualche ora prima, in un incontro con i giornalisti, ha detto senza se e senza ma che «noi siamo contrari al rigassificatore, la soluzione non sta in questi impianti ma in una riduzione dei consumi, e comunque in realtà gli stoccaggi si stanno riempiendo». Attenzione a quello che sta accadendo in casa Pd.

La Toscana dem in Europa ha un nome che conta, la vicepresidente del gruppo dell’alleanza progressista di socialisti e democratici Simona Bonafè, che al momento è anche segretaria regionale del partito. Al Parlamento europeo interviene in aula per «sottolineare la necessità che il Consiglio europeo metta un tetto ai prezzi del gas e che blocchi le speculazioni per rispondere alle difficoltà dei cittadini». Quando arriva il giorno della riunione di quel Consiglio, ieri, con Mario Draghi e il seguito di big nazionali ed europei in giro per Bruxelles, lascia in fretta il palazzo del Parlamento. Niente interviste mentre esce: deve incontrare i colleghi di partito, è di corsa, deve prendere un aereo, scriverà una nota ufficiale, fanno sapere i suoi collaboratori. Anche perché nel frattempo a casa, in Toscana, sta succedendo di tutto: i piombinesi protestano in massa contro l’impianto che vede commissario il presidente dem della Regione Eugenio Giani, pure il Pd della Val di Cornia ha fatto capire come la pensa (quel rigassificatore non lo vuole) e alle porte ci sono i ballottaggi delle amministrative per niente facili. Insomma, Bonafè stessa si gioca parecchio. «Per garantire la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dal gas russo – risponderà poi al Tirreno mentre sta per rientrare in Italia – abbiamo bisogno nel breve periodo del rigassificatore, ma ad alcune precise condizioni: che sia garantita la sicurezza e verificato l’eventuale impatto ambientale, che sia rispettato il tempo di permanenza fissato e che l’impianto sia legato a investimenti e a un progetto di sviluppo e rilancio di una città che da troppi anni ha visto arrivare tante promesse e pochi fatti».

E su questo sono tutti d’accordo, anche la Lega. Dosa meno le parole l’europarlamentare Nicola Danti, volto di Italia Viva e vicepresidente di Renew Europe, che mentre si incammina al vertice dei capi di Stato e di governo risponde: «Come pensiamo di rispondere alla grave emergenza energetica se poi diciamo no al rigassificatore in un’area industriale come quella del porto di Piombino? Si è tergiversato anche troppo, peraltro bloccando un’occasione di sviluppo per l’intero territorio. È il momento che la politica faccia la politica, quindi basta chiacchiere».

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