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Ha il pacemaker: la batteria scade a giugno, le fissano il cambio nel 2023

Gianni Parrini
Un esempio di pacemaker (foto d'archivio)
Un esempio di pacemaker (foto d'archivio)

La paziente cardiopatica di 79 anni lucchese è in cura a Pisa. Lo specialista: «Sostituire entro sei mesi». Lei: «Ho paura»

10 aprile 2022
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LUCCA. I tempi di attesa della sanità pubblica? Lunghi, troppo lunghi e a volte persino superiori alla durata della batteria di un pacemaker, il dispositivo a cui legata la vita di una persona con problemi di cuore. Almeno così sembra dalla storia chi ci viene segnalata da una 79enne cardiopatica residente a Lucca, la cui odissea per la prenotazione di visite ed esami rischia di concludersi ben oltre il periodo di funzionamento del dispositivo.

Ma andiamo con ordine e partiamo proprio dalla testimonianza dell’anziana: «Soffro di problemi di cuore e ho un pacemaker – racconta la signora –. A ottobre sono stata ricoverata a Pisa per un’angina pectoris. Alla visita di dimissione mi dissero che a gennaio avrei dovuto fare un holter (un esame che attraverso un elettrocardiogramma dinamico consente di monitorare l’attività del cuore per 24 o 48 ore, ndr). Così ho preso appuntamento alla clinica Santa Zita di Lucca per gennaio, ma quando mi sono presentata è sorto un problema: avendo un pacemaker non potevano effettuare il test, serviva un macchinario diverso dal loro. Stando così le cose ho dovuto prenotare un nuovo appuntamento attraverso il Cup. Me l’hanno trovato a Massa, ma per giugno, ovvero sei mesi dopo la data entro la quale il medico mi aveva detto di fare l’accertamento».

Già così sembra assurdo eppure non siamo ancora al colmo. «A gennaio di quest’anno – prosegue l’anziana – ho fatto una visita di controllo a Pisa nel corso della quale il medico mi ha invitato a prenotare un appuntamento entro giugno per sostituire il pacemaker, le cui batterie si sarebbero scaricate nell’arco di sei mesi. Mi hanno fatto l’impegnativa ma senza indicare una priorità, così quando sono andata a prenotare l’appuntamento non ho trovato posto prima di gennaio 2023, sempre a Pisa. Sono rimasta di ghiaccio: si tratta di sette mesi in più. “E se la batteria si scarica che succede”, mi sono detta? Il mio medico dice che dovrei farlo prima, ma che colpa ho se non trovo posto?».

Chiediamo alla signora se il suo medico curante si è offerto di farle un’impegnativa con priorità elevata per velocizzare i tempi. E ci sembra strano anche che l’Asl non abbia una sorta di follow-up per prenotare in automatico la sostituzione delle batterie ai pazienti che hanno un pacemaker. Ma lei, sconsolata, non sa rispondere: «Non mi intendo di queste cose, c’è mia figlia che mi dà una mano – dice –. E poi l’impegnativa me l’hanno fatta a Pisa, quindi dovrei tornare da loro. Ma sa com’è, di questi tempi prendere l’appuntamento è difficile. Mi auguro solo di arrivare a gennaio 2023 ma un po’ di paura ce l’ho».

C’è da chiedersi se anche l’anziana lucchese sia vittima della regola “prima i pisani”, che consente ai cittadini della zona pisana di avere una corsia preferenziale nella prenotazione delle prestazioni sanitarie. Mettendo in secondo piano tutti gli altri.

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