Il Tirreno

Toscana

Costa Concordia: 13 gennaio 2012 - 2022
il ricordo

«Maria Grazia ora mi sorride nei sogni»: Elio Vincenzi e l'amore oltre la tragedia

Elisabetta Giorgi
Elio Vincenzi con la foto della moglie
Elio Vincenzi con la foto della moglie

La donna, 50 anni, ha trovato la morte nel naufragio della Concordia dopo essere scampata a due tumori. Per affrontare il dolore, in questi anni il marito si è appoggiato a sua figlia Stefania, scampata al disastro, e a due cani

11 gennaio 2022
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Maria Grazia Trecarichi è morta nel luogo che più amava: il mare. Eppure il marito non riesce a odiare l’acqua, anzi. «Il semplice suono delle onde mi ricorda lei”, racconta Elio Vincenzi, insegnante di matematica in pensione, nella sua casa di Priolo, provincia di Siracusa. «Ha imparato a nuotare da me e da quel giorno non ha più voluto smettere. In mare sento ancora le sue urla divertite e le risate di quando provò a galleggiare la prima volta. Si mise la maschera e l’acqua le entrò in bocca. Gridava e rideva. Era così vitale e simpatica. Per questo il mare non potrei mai odiarlo». Maria Grazia trova la morte nel naufragio della Concordia dopo essere scampata a due tumori. Ha 50 anni ed è la penultima vittima a esser trovata prima di Russel Rebello. Ma poiché le sue spoglie vengono scoperte in due momenti separati nel 2013 e 2014, il corpo è tuttora diviso in due cassette all’interno di un loculo del cimitero di famiglia. Accanto alla madre. Per il marito è una sofferenza in più, mai sopita.

La sera del 13 gennaio la donna – partita in crociera con la figlia Stefania, il fidanzato di lei e l’amica Luisa Virzì morta anche lei nel naufragio – è pronta a salire sulla scialuppa di salvataggio, ma ha freddo. Ha un abito elegante e leggero perché ha appena festeggiato il suo compleanno. Così dice agli altri di avviarsi: «Vado a prendere un maglioncino e torno». Raggiunta la cabina prende un giubbino imbottito e torna verso il punto di raccolta a metà della nave. Chiama il marito Elio (che però non sente la telefonata). Telefona poi a Stefania – nel frattempo sbarcata al Giglio – dicendole che sta per salire anche lei su un’imbarcazione. E infine chiama un amico d’infanzia che al telefono sente: «Oddio, la nave si rovescia». La linea si perde: con un ultimo sussulto la nave si capovolge e trascina dentro 32 persone in procinto d’imbarcarsi. Dopo mezz’ora Stefania chiama sua madre ma il telefono è staccato. Elio non è riuscito a dire addio alla moglie. Non se l’è mai perdonato. Per molto tempo le spoglie di Maria Grazia non si trovano. «Nell’ottobre del 2013 – ricorda Vincenzi – mi informano che hanno scoperto il corpo di mia moglie. In realtà avevano recuperato solo alcune spoglie, mentre ne mancavano altre e non mi era stato detto. Noi facciamo il funerale e tutto finisce lì».

Passano dieci mesi. Ad agosto 2014 vengono trovati altri resti, che sottoposti al Dna risultano – a novembre – sempre di Maria Grazia Trecarichi. È la vigilia di Natale quando il carro funebre arriva per la seconda volta in Sicilia nel paese di lei, a Leonforte. Ed Elio è scioccato, poiché «mentre nel primo funerale c’era stata una cassa normale, stavolta mi portano una cassettina di circa 50 centimetri con gli ultimi ritrovamenti: piccoli resti sigillati. Le spoglie sono state tenute divise dentro al loculo. E questo fatto mi addolora tuttora, perché vorrei che si potessero riunire. Il corpo di mia moglie sta separato da morta».

Per affrontare il dolore, in questi anni Elio si è appoggiato a sua figlia Stefania, scampata al naufragio, e a due cani che adora, Asia e Bianchina, una meticcia di labrador e una maremmana che erano stati abbandonati e raccolti. Maria Grazia è sempre nel suo cuore. Anzi «non passa mese senza che io me la sogni di notte. Le prime volte non la vedevo mai in faccia ma di spalle. Solo dopo ho cominciato a scorgerla anche in volto, però aveva un’espressione triste e non mi parlava. Questa cosa mi turbava assai finché una notte lei mi parlò. Mi disse: «Elio, stai attento a Stefania che è in pericolo». In quel periodo mia figlia viaggiava, corsi in camera sua a svegliarla dicendole di stare attenta che mamma era preoccupata. E da allora Maria Grazia me la vedo a casa tranquilla. Mi rasserena molto vedere che adesso mi sorride e mi parla. L’ultima volta, tre giorni prima di questo Natale 2021, era anche arrabbiata con me». 

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