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La figlia di Schettino accusa De Falco: quella notte non capì, adesso lo ammetta

La Concordia adagiata alle Scole all'isola del Giglio (foto Enzo Russo)
La Concordia adagiata alle Scole all'isola del Giglio (foto Enzo Russo)

Rosaria Schettino reclama un "religioso silenzio" da parte dell'ex ufficiale nei giorni che precedono il decennale della strage della Costa Concordia

04 gennaio 2022
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Grosseto. Ci vorrebbe «silenzio» nel decimo anniversario del naufragio della Concordia. Soprattutto da parte del comandante De Falco, l’uomo del «Salga a bordo cazzo» all’ex comandante Francesco Schettino, condannato a 16 anni per la morte delle 32 persone annegate la notte fra il 12 e il 13 gennaio 2012 di fronte al Giglio. A reclamare il silenzio è Rosaria Schettino, figlia del comandante. «Mio padre sta espiando la sentenza in religioso silenzio e, nel rispetto delle vittime, invito anche gli altri a fare altrettanto... Vorrei che il decimo anniversario non fosse un evento da celebrare ma una triste ricorrenza, che non dovrebbe lasciare spazio ad autocelebrazioni che potrebbero essere dannose per il sereno prosieguo degli iter giudiziari previsti dalla legge italiana ed europea».

All’epoca del naufragio, che fece il giro del mondo, aveva 15 anni: «Se esiste una scala di misurazione del dolore per quanto accaduto, credo che il mio sia il più prossimo a quello di coloro che sono stati colpiti negli affetti più cari. Rinnovo la mia più sincera e sentita vicinanza alle vittime espressa da mio padre al processo. A distanza di anni – polemizza, però – Gregorio De Falco – dovrebbe mantenere un “religioso silenzio” sulla vicenda o, in alternativa, avere uno slancio intellettuale che gli farebbe solo onore, ammettendo che nella concitazione degli eventi avrebbe potuto non comprendere che la nave si era abbattuta». De Falco (oggi parlamentare) la notte del naufragio coordinò la prima parte dei soccorsi. «È incomprensibile – evidenzia Rosaria Schettino – che nell’immediatezza dell’incidente sia stata divulgata la sola telefonata delle 01.46 (quella del “Salga a bordo cazzo”) tralasciando la diffusione degli audio delle 00.17 e delle 00.30». Gli altri audio – dice la figlia di Schettino – «proverebbero sia l’improvviso abbattimento della nave sia le richieste di mio padre di spostare i soccorsi sul lato dove a causa dell’abbattimento erano cadute le persone in mare al fine di pattugliare l’area». Secondo Rosaria lo specchio di mare (totalmente al buio) tra la costa e il lato della Concordia inclinato verso l’acqua dove in seguito sono state recuperate alcune vittime, «non è stato pattugliato, quantomeno fino alle 01:46, orario in cui mio padre, di fronte alla nave abbattuta, riceve la telefonata di De Falco che, come evidenziato dai contenuti delle sue richieste, sembrerebbe che ancora non avesse compreso che la nave era semi-affondata e piegata sul lato destro. Se le due comunicazioni fossero state rese note «con lo stesso tempismo e accanimento dell’altra telefonata si sarebbe da subito chiarita la dinamica dei fatti che hanno causato l’uscita fuori bordo di mio padre e di tutti quelli che si trovavano sul lato destro».



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