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Telefonate moleste

Truffa della luce, il call center bluffa e preleva 130 euro dal conto corrente

Ilaria Bonuccelli
Truffa della luce, il call center bluffa e preleva 130 euro dal conto corrente

L’Antitrust multa per mezzo milione l’azienda Switch Power. Denunce in Toscana per contratti attivati senza consenso. Intanto la nostra petizione su Change.org per sbloccare il regolamento supera le 100mila firma

28 novembre 2018
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Le mani direttamente nel conto corrente. Il prelievo di 130 euro. Per pagare il conto della luce, di un contratto mai richiesto. Un addebito mai autorizzato dal cliente. Non in modo consapevole. Switch Power, il primo gestore dell’energia con la bolletta “ricaricabile” viene multato da Antitrust per mezzo milione. Anche in Toscana, si procura i clienti «con pratiche commerciali scorrette». Utilizzando Iban, numeri di contatori, indirizzi - i dati degli utenti - di «provenienza anonima». O meglio: forniti dalla società Union, la sua procacciatrice di clienti attraverso 16 call center dislocati anche in Albania. Eccolo il nuovo caso di telemarketing aggressivo che frutta 273mila euro il mese, coinvolge migliaia di persone, grazie alla legge contro le chiamate commerciali moleste (approvata con la campagna de Il Tirreno) mai applicata. Il ministero dello Sviluppo economico, infatti, si ostina a non approvare il regolamento di attuazione.

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Denuncia toscana

Lo scandalo esplode in primavera. La multa è di questi giorni. La denuncia parte da Federconsumatori Toscana, Adiconsum e Altroconsumo Veneto. L’Autorità di Garanzia della Concorrenza ricostruisce: tra settembre 2017 e marzo 2018 Switch power stipula «contratti a distanza (telefonici) per attivare forniture non richieste di energia elettrica fornendo ai consumatori informazioni ingannevoli o omissive sull’identità del gestore della luce e sullo scopo commerciale della telefonata. Attraverso i contatti telefonici effettuati da Union preleva dai conti correnti 130 euro, 30 per l’attivazione della fornitura e 100 cpme prima ricarica di energia in mancanza di un valido contratto e di esplicito consenso all’addebito diretto in conto corrente».

Siamo Enel: l’inganno. Per avere il consenso

Il sistema - secondo Antitrust - funzionava così: Switch Power incarica la società Union di trovare clienti. «L’operatore di call center (Union) ottiene il consenso alla registrazione della telefonata - specifica Antitrust - con informazioni ingannevoli. Di solito si presenta non con la propria denominazione ma come agente del fornitore di energia con cui i consumatori hanno un contratto in essere, offrendo un risparmio sulla bolletta: una “scontistica sui costi fissi mensili di 7 euro che in un anno sono circa 84 euro sulla fattura”». Il copione per l’operatore di call center è: “La contatto da parte del suo gestore”. Quando il cliente chiede a se la telefonata provenga da Enel, «la risposta da dare - riporta Antitrust - è che la “distribuzione sarebbe avvenuta da Enel Distribuzione, ma la fatturazione sarebbe stata di Switch Power”». Così i call center ottengono il consenso alla registrazione della telefonata: «I consumatori esprimevano il consenso alla registrazione della telefonata - segnala Antitrust - essendo indotti a credere che l’offerta provenisse dal loro fornitore di energia (nella maggior parte dei casi Enel Energia, appunto) senza comprendere che la proposta prevedeva la conclusione di un nuovo contratto con Switch Power».

È questo il tuo iban?

Nel corso della telefonata, fra l’altro, i clienti non forniscono i dati spontaneamente - «al contrario di quello che sostiene Switch Power nella sua difesa , evidenzia Antitrust - ma si limitano a confermare le informazioni richieste dagli operatori dei call center che si presentavano a nome di Enel Energia: “Il suo Iban è sempre..? La sua fornitura è ancora in via...”?». Nelle segnalazioni arrivate ad Antitrust, i consumatori lamentano di non aver mai fornito ai call center i propri dai personali «quali Iban, PoD o Pdr perché gli operatori ne erano già in possesso».

La consapevolezza di aver stipulato un nuovo contratto piomba sugli utenti al primo addebito in conto corrente dei 130 euro. A quel punto cercano di riprendersi i soldi. Ma - denuncia Antitrust - comunciano le difficoltà.

Difficile riavere i soldi

Da una parte - secondo le segnalazioni - i clienti avrebbero difficoltà a esercitare il diritto di recesso del contratto. E perfino a contattare la società con il numero verde presente su Internet. I clienti riescono ad avere copia del contratto cartaceo solo dopo l’addebito di 130 euro sul conto corrente ma non riescono mai ad avere copia «su supporto durevole» della registrazione della telefonata nella quale danno il consenso al contratto e all’addebito in conto corrente. Ma Switch nega ogni responsabilità nelle pratiche scorrette: le scarica sui call center.

Antitrust, però, obietta. Perché: 1) Switch power non ha mai interrotto la collaborazione con Union. E questo malgrado il 6 dicembre 2017 in una ma chieda a un socio di Union «di non superare i 1500 inserimenti di clienti mensili: non servono a nulla 3000 contratti il mese se poi il 70% sono immondizia».

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