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Premio Viareggio-Rèpaci a Diego De Silva con “I titoli di coda di una vita insieme”
Il romanzo racconta il groviglio di emozioni che accompagna la fine di un amore
VIAREGGIO. La giuria presieduta da Paolo Mieli ha assegnato all’autore Diego De Silva, napoletano, classe 1964, il 96° Premio Letterario Viareggio-Rèpaci per la categoria narrativa per il suo libro “I titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi). Un romanzo sull’amore e le sue tante e grandi difficoltà. «L’amore non è una storia, ma due», sono le parole di De Silva nel romanzo che vede protagonisti Fosco e Alice, i quali, scrive ancora per presentare la storia intorno a cui prende vita il racconto, «hanno affidato ai loro rispettivi avvocati le parole che non sanno dirsi, lasciandosi».
«Sono stato in finale al Premio Viareggio-Rèpaci nel 2001 da esordiente. Oggi, venticinque anni e 14 libri dopo, potrei dire che non provo più le emozioni di un tempo, ma non è così», ha commentato De Silva: più testi della sua produzione narrativa sono diventati anche film o addirittura una serie televisiva, come quella che ha per protagonista Vincenzo Malinconico, personaggio protagonista di più romanzi di De Silva. «Vincere il Premio Viareggio, per la sua storia e il suo prestigio, e per quel legame con quel timido me di 25 anni fa, mi dà emozione, eccome se me la dà. Anche perché “I titoli di coda di una vita insieme”, tra tutti i libri che ho scritto, è forse quello più carico di vissuto», ha aggiunto.
Ad annunciare la vittoria di De Silva è stato appunto Mieli. «Il Premio Viareggio-Rèpaci continua a essere un luogo di incontro tra generazioni, linguaggi e visioni del mondo. Questo è il suo valore più grande che ci impegniamo a custodire e rinnovare ogni anno mentre siamo proiettati verso il secolo. Anche questa edizione si è distinta per l’altissimo livello delle opere in concorso, che hanno saputo coniugare profondità di pensiero, originalità stilistica e un forte legame con le urgenze del nostro tempo», ha dichiarato. Parole a cui fanno eco quelle di Leonardo Colombati, vice presidente della giuria: «Ringrazio tutti gli autori e le autrici che hanno partecipato, i membri della giuria per il loro impegno rigoroso e appassionato, e il pubblico che ha seguito ogni fase del premio, ed è stato bellissimo vedere anche quest’anno la piazza piena. Un plauso particolare ai vincitori, che con le loro opere hanno offerto nuove prospettive e stimoli di riflessione».
A intercalare la cerimonia di premiazione condotta dalla giornalista del Tg1 Monia Venturini, le irresistibili e taglienti incursioni di Riccardo Rossi; protagonisti anche gli altri finalisti per la narrativa – Dario Buzzolan (“Baracca e Burattini”, Mondadori) e Massimiliano Governi (“Il pronipote di Salgari”, Baldini e Castoldi) – oltre agli altri premiati: Mariangela Gualtieri, vincitrice per la poesia con “Ruvido umano” (Einaudi) ed Ernesto Galli della Loggia che si è aggiudicato il premio per la saggistica con “Una capitale per l’Italia” (Il Mulino). E ancora i premi speciali a Paulina Spiechowicz (Premio Internazionale), Alessandra Sardoni (Premio Giornalistico) e Sofia Assante (Premio Opera Prima).
Una produzione ricca quella di De Silva. Con Einaudi ha pubblicato “Certi bambini” (2001, premio selezione Campiello), da cui è stato tratto l’omonimo film dei fratelli Frazzi; “La donna di scorta” (2001), “Voglio guardare” (2002, divenuto un film presto nelle sale per la regia di Stefano Incerti), “Da un’altra carne” (2004), “Non avevo capito niente” (2007, premio Napoli e finalista allo Strega), “Mia suocera beve” (2010), “Sono contrario alle emozioni” (2011), “Mancarsi” (2013), “Terapia di coppia per amanti” (2015), da cui è tratto il film “Divorziare con stile” (2017).