Il Tirreno

L’evento

Livorno, Jonathan Canini alla festa di Scuola2030: «La mia carriera decollata con l'imitazione del livornese»

di Francesca Ferri
Jonathan Canini, “Mr sold out”, al teatro Puccini di Firenze lo scorso novembre durante l’ultima tournée del suo spettacolo “Vado a vivere con me”
Jonathan Canini, “Mr sold out”, al teatro Puccini di Firenze lo scorso novembre durante l’ultima tournée del suo spettacolo “Vado a vivere con me”

Il progetto del Tirreno e l’incontro con i ragazzi delle scuole dell’astro nascente della risata toscana martedì 28 maggio ai 4 Mori

26 maggio 2024
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«Io? Io ho fatto Ragioneria. Ma la mia mente non ragiona in modo matematico. Quella roba mi trapanava il cervello. La scuola di cinema è stata tutta un’altra cosa, e infatti sono passato con 98 su 100. Mi piaceva e mi applicavo. Ero anche più maturo, più cosciente. Tornassi indietro il diploma lo prenderei, ma in un altro indirizzo».

Jonathan Canini, attore comico e autore, toscanissimo, puro talento della risata, astro in ascesa che ha saputo uscire dal web e approdare con risultati strabilianti a teatro, si confessa al Tirreno in vista di un’occasione speciale: la festa finale della seconda edizione del progetto Scuola2030, fiore all’occhiello delle iniziative editoriali de Il Tirreno – Gruppo Sae, che porta il giornalismo e il mondo del lavoro nelle scuole superiori toscane.

Scuola2030, alla seconda edizione, si chiude dopo un anno che ha visto confermare l’entusiasmo e la partecipazione di scuole e partner istituzionali e privati (vedi box). Martedì 28 maggio al teatro 4 Mori di Livorno dalle 11 alle 13 saluteremo i protagonisti del progetto, premieremo oltre 40 studenti e studentesse e non solo.

Ospite d’onore sarà proprio Jonathan Canini – 29 anni, di Santa Maria a Monte (Pisa) – che, appena terminata la tournée di “Vado a vivere con me” e prima di ripartire per quella estiva, si lascerà intervistare e racconterà i retroscena della sua carriera, esplosa su YouTube e ora solidissima a teatro, tanto da fargli guadagnare l’appellativo di “Mister sold out”, visto che ogni suo spettacolo fa registrare il tutto esaurito.

Ma, a dispetto delle migliaia di visualizzazioni collezionate con i suoi sketch sui toscani – il fiorentino con la puzza sotto il naso, il livornese in canottiera e crocifisso, il lucchese tirchio, il pisano rozzo che, giura lui, «sono le caricature dei miei parenti» – non chiamatelo influencer.
«Non sono partito dai social, ma quante prese in giro»
«Al contrario di quanto si possa pensare, io non sono partito dai social, ma ho fatto tutto al contrario: ho iniziato con spettacoli dal vivo alle sagre di paese e nei circolini, con semplici gag perché non avevamo le telecamere. Solo dopo sono passato al web», anticipa Canini. «È stata una vera gavetta e l’ho fatta per qualche anno – prosegue – insieme anche ad altri lavori: in falegnameria da babbo e il cameriere la sera. Mi era entrata in testa l’idea di comprare le attrezzature per girare i video. Il mio sogno era, ed è, fare un film, raccontare una storia completa. Quindi mi feci un gruzzoletto, comprai l’attrezzatura e girai “Oh quanta fila c’era”, il primo lavoro con Jacopo Galli e la compagnia Gino Lini». Il giorno della prima proiezione al teatro di Santa Maria a Monte arrivano 150 persone, «tutti parenti – sorride Canini –. Vedendo la platea che rideva alle battute che avevo scritto io, provai un’emozione mai provata prima. Prima di quel momento mi sentivo l’eterno incompiuto: avevo lasciato il calcio, avevo lasciato la scuola...». Il cinema, la performance, sembrano la strada giusta. Ma è una strada in salita. «Alla seconda proiezione c’era la metà della gente; il terzo giorno eravamo io, il macchinista e Jacopo Galli. Lì capii che ci voleva una base tecnica, decisi di tornare a studiare e mi iscrissi alla scuola di cinema, corso di regia a Firenze». Nasce in questo periodo il docufilm su Santa Maria a Monte. «In un paesino di mille abitanti, sei sotto la lente di ingrandimento. Tutti mi prendevano in giro – racconta Canini – Rimasi senza un euro, per cui iniziai a fare dei lavoretti, comunioni e matrimoni, e a chiamata davo una mano a babbo». Di tanto in tanto, però, pubblica video su YouTube.
Come nasce la carriera
La svolta arriva un giorno, al circolino del paese. «Entrò un forestiero. Da noi c’è un’unica attrazione, un laghetto dove si pesca, e tutti quelli che vengono da fuori cercano quello. Così, appena lui entrò, senza che nemmeno facesse la domanda, la barista gli indicò subito dove era il lago. E lui rispose: “De’, che sei una veggente?”. Quando andò via, cominciai a fargli l’imitazione, e un mio amico mi disse: “Perché non giri un video in vernacolo?”. Lo feci. Fino ad allora, era maggio 2018, facevo sì e no 20 visualizzazioni. Dopo aver messo l’imitazione del livornese, la mattina mi svegliai con 7mila follower». Riparte da qui un percorso che oggi strizza sempre di più l’occhio al cinema. «Non ho fretta – racconta Jonathan – sto comunque scrivendo, ho tante sceneggiature di cortometraggi pronte e, da un anno circa, sto scrivendo un film». Virzì, Benigni e Nuti i suoi registi ispiratori. La storia? Chissà se martedì a teatro vorrà raccontarci qualcosa di più.
 

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