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LA NOTTE PERFETTA DEL PORTIERE AZZURRO 

Vicario, ma soltanto di nome Ha trovato un posto da titolare e che miracoli allo Stadium

Vicario, ma soltanto di nome Ha trovato un posto da titolare e che miracoli allo Stadium

30 agosto 2021
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Altro che Vicario, questo tra i pali è già un Vescovo, fatto e finito. Guglielmo Vicario, nella magica notte dello Stadium, ha toccato il punto più alto di una carriera tutta in salita, difficile, complicata. Come quella di tanti altri ragazzi di talento che magari si perdono nel labirinto del calcio minore per non essere riusciti, un giorno a prendere il treno giusto. Questo ragazzone nato a Udine, classe 1996, nel 2013 passa al settore giovanile dell’Udinese, squadra della sua città, venendo inserito nella rosa della Primavera, ma è chiuso da Alex Meret e da Simone Scuffet, non proprio due qualsiasi, e così inizia il suo giro d’Italia. Si ritrova tra i pali del Fontanafredda, in Serie D. Passa il primo treno, il Venezia del tycoon statunitense Joe Tacopina, che ripartiva sempre dalla D. L’anno dopo vince anche la Lega Pro, ma quando la squadra torna in B Vicario perde il posto a vantaggio di Audero, attuale portiere della Samp.

Nell’estate 2019 lo compra il Cagliari ma non è ancora il momento della gloria, e Vicario viene girato in prestito al Perugia. Lo scorso anno ancora panchina in Sardegna, alle spalle dell’intoccabile Cragno. Debutta in A contro l’Inter a San Siro, sconfitta di misura. Finalmente arriva il treno giusto, l’Empoli. Il ds Accardi lo vuole come portiere titolare, l’esordio non è indimenticabile, con qualche errore contro la Lazio. Ma il ragazzo ha carattere, e nella notte più importante sfodera tutto il suo repertorio: da urlo due parate su Chiesa nel primo tempo, e per il resto una sensazione di grande sicurezza. Perché Vicario si chiama di cognome, ma ora non vuole più essere il vicario di nessuno.

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