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Alino Diamanti torna nella sua Montemurlo: «Inizio qui da allenatore, dove ho cominciato da calciatore»

di Vezio Trifoni
La conferenza stampa e Diamanti quando giocava
La conferenza stampa e Diamanti quando giocava

Il pratese doc alla Viareggio Cup come allenatore degli australiani del Melbourne City: «La mia filosofia? Giocare la palla, inutile essere bellini e basta»

11 febbraio 2024
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MONTEMURLO. Tutto ricomincia da dove è iniziato. Alessandro “Alino” Diamanti si racconta, ieri fantasista, che ha iniziato a tirare i primi calci sul campo di Santa Lucia sotto lo sguardo di nonno Rodolfo Becheri, poi l'approdo al Prato per poi proseguire la carriera ai massimi livelli conclusa a 40 anni in Australia con il Melbourne City.

Ora comincia la nuova avventura di allenatore della formazione australiana giovanile del Melbourne City Youth, che partecipa alla Viareggio Cup proprio da dove è nato tutto. La squadra alloggia presso il complesso "I Vivai" di Montemurlo e si allena al campo " Ado Nelli " di Oste. Accanto a mister Diamanti soddisfatti di poter ospitare il team australiano il sindaco di Montemurlo Simone Calamai, l'assessore allo sport Valentina Vespi, il presidente del Montemurlo Calcio Federico Corrieri e l'amministratore delegato de "I vivai" Massimo Corrieri.

«Inizio la mia carriera di allenatore qui dove ho cominciato a giocare – dice divertito Alino – una cosa strana considerando che vengo dall'Australia, ma è qualcosa che mi piace. Come da calciatore, la mia aspettativa è dare il massimo, divertirmi e rispettare il calcio. La tecnica e la tattica sono importanti, ma le motivazioni, la testa e il cuore fanno la differenza. Rispetto a quando giocavo sono più stressato perché il lavoro non finisce con l'allenamento e la partita, ma la differenza è minima tra giocare e allenare, da capitano ho sempre trascinato i miei compagni».

Ti ispiri a qualche allenatore in particolare?

«Ho avuto tanti allenatori in carriera, bravi e meno bravi, sono sempre stato un curioso e ho preso qualcosa da tutti. Ho il mio stile e voglio andare avanti con le mie idee, ma ci deve essere condivisione. La mia filosofia è giocare la palla, ma tutto parte dalla competizione, è inutile essere bellini e basta».

Cosa ti aspetti dai tuoi ragazzi?

«Mi aspetto di competere, è un aspetto che in Australia manca a differenza nostra – prosegue Diamanti – Mi faceva piacere portarli qua perché così possono confrontarsi con ragazzi della loro età, con differenti culture e capiscono cosa devono fare per diventare calciatori. Sono curioso di vedere cosa sapremo fare».

Le differenze nel calcio tra Australia e Italia?

«In Australia il calcio è il quarto sport ma le strutture sono molto più avanti rispetto a noi, ci sono campi di allenamento e stadi migliori dei nostri. Ma il calcio italiano ha sempre fascino, ci sono troppe polemiche ma è anche il nostro bello, credo che il calcio australiano debba imparare molto dal calcio italiano ed europeo».

Un pensiero va al nonno Rodolfo Becheri che ha sempre creduto in lui ed è stato un punto di riferimento del calcio giovanile.

«Dopo tutto quello che ha fatto per il calcio pratese – dice con un filo di amarezza – è una vergogna che da quando è morto non ci sia stato in questi anni un ricordo, un torneo a lui intitolato. Mi dispiace perché era veramente un grande appassionato di calcio giovanile e tanti ragazzi sono riusciti a raggiungere certi livelli proprio perché hanno giocato al Santa Lucia».

Alessandro Diamanti ha fatto i suoi primi passi proprio al Santa Lucia, maglia che hanno indossato anche Paolo Rossi e Bobo Vieri, per poi indossare la casacca biancazzurra e arrivare fino alla Nazionale.

«Seguo le vicende della squadra della mia città– ma non sono dentro le cose e non posso dare giudizi. Una situazione complicata e non si riesce a trovare una stabilità come meriterebbe».

Chiude parlando di Nazionale, lui che ha conquistato il secondo posto agli Europei del 2012, e gli brillano gli occhi.

«La nazionale è in buone mani con Spalletti, il girone è impegnativo ma oggi è difficile per tutti e la nostra Nazionale sa farsi rispettare. Io sono fiducioso».




 

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