Prato, i lavoratori sfruttati trascinano il marchio al tavolo della Provincia
Dopo Canadian e Patrizia Pepe, anche Dixie ha capitolato: parteciperà alle trattative per dare un futuro agli operai che hanno perso il lavoro
PRATO. Alla fine ha ceduto anche Dixie. Dopo due presidi davanti al negozio di via Garibaldi, la società con sede a Signa che detiene il marchio di abbigliamento amato da giovani e meno giovani ha deciso di partecipare al tavolo convocato dalla Provincia per dare un futuro agli ex lavoratori della confezione-stireria L’Alba di Montemurlo, l’azienda davanti alla quale alla metà di settembre fu picchiato un operaio che reclamava il rispetto dei suoi diritti per ottenere la settimana di cinque giorni, otto ore alla settimana, che è lo slogan adottato ormai da anni dal sindacato Sudd Cobas che lotta per i diritti dei lavoratori nel “distretto parallelo” di Prato.
Finora Dixie aveva sempre rifiutato di partecipare al tavolo della Provincia, ma l’ostinazione del Sudd Cobas, dopo aver piegato la resistenza dei brand Canadian e Patrizia Pepe con altrettanti presidi davanti ai negozi che vendono i prodotti dei noti marchi, a Firenze, alla fine ha convinto anche Dixie che forse era meglio concedere un’apertura.
La battaglia sindacale ha per obbiettivo il riconoscimento delle responsabilità dei committenti nei confronti dei lavoratori impiegati nell’ultimo anello della filiera, che spesso vengono sfruttati. Nei giorni scorsi Dixie aveva fatto sapere al sindacato di non essere nemmeno sicura che nel capannone di via della Lame, a Montemurlo, venissero stirati capi d’abbigliamento poi venduti nei suoi negozi. Ma i lavoratori avevano visto i cartellini e non avevano dubbi.
Così, dopo il secondo presidio organizzato nel pomeriggio di mercoledì in via Garibaldi, anche Dixie ha capitolato. «Da questa città - commenta il Sudd Cobas – può partire una rivoluzione per le filiere del Made in Italy. Gli operai de L’Alba hanno preso sulle proprie spalle, loro malgrado, la responsabilità di aprire la via per questo cambiamento. Il futuro del distretto si misurerà sulla sua capacità di accompagnarli alla fine di questo percorso, con posti di lavoro degni per tutti e la tutela dei loro diritti».
