Economia
La Procura di Prato ha disposto il dissequestro del deposito Eni di Calenzano
Nell’esplosione del 9 dicembre persero la vita cinque lavoratori e in futuro l’impianto non sarà usato per la distribuzione di carburanti. Il procuratore Tescaroli: «Non c’è motivo di dubitare che l’impegno non sarà mantenuto»
PRATO. La Procura di Prato ha disposto il dissequestro del deposito Eni di Calenzano, in via Erbosa, dove il 9 dicembre 2024 cinque lavoratori (tre camionisti e due dipendenti di una ditta che eseguiva lavori di manutenzione) persero la vita a causa di un’esplosione. La decisione arriva a tre giorni di distanza dall’impegno preso dalla stessa Eni di non usare più il deposito per la distribuzione di carburanti. La stessa Procura, che ha indagato dieci persone per omicidio colposo e disastro colposo, ha ordinato «il mantenimento del vincolo sulla PLE (la piattaforma di lavoro elevabile, ndr), che era in uso al momento dell’evento, ai fini della prova». Il dissequestro è stato deciso «in quanto ai fini del completamento dell’incidente probatorio in corso non è più necessario mantenere ii sequestro probatorio».
«A ciò si aggiunga – spiega il procuratore Luca Tescaroli – che gli istanti (cioè l’Eni, ndr) hanno manifestato il proposito di non destinare il deposito alla ripresa di stoccaggio dell’attività di carburanti che verranno delocalizzate nell’ambito di un percorso di intesa con le istituzioni del territorio e l’intenzione di avviare una trasformazione e riqualificazione dell’area secondo un approccio basato sulla transizione energetica e produzione di energie rinnovabili».
«Quest’ufficio – aggiunge Tescaroli – ritiene di non dover dubitare della serietà dell’impegno assunto e, pertanto, non ha ravvisto ragioni per mantenere il vincolo sul deposito, disponendo in via d’urgenza o richiedendo al giudice per le indagini preliminari di Prato il sequestro preventivo».