Il Tirreno

Prato

Tribunale

Prato, confermate le condanne per l’omicidio del personal trainer

di Paolo Nencioni

	Stefano Marrucci, condannato a 20 anni
Stefano Marrucci, condannato a 20 anni

Venti anni di reclusione a Stefano Marrucci, esecutore materiale, 10 anni e 8 mesi ad Andrea Costa, l’amico che lo portò a Comeana davanti all’abitazione di Gianni Avvisato

27 giugno 2024
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PRATO. La Corte d’appello di Firenze ha confermato integralmente le condanne nei confronti di Stefano Marrucci e Andrea Costa, accusati in concorso dell’omicidio di Gianni Avvisato, il personal trainer ucciso con un colpo di pistola il 24 novembre 2001 davanti alla sua abitazione di via Boccaccio a Comeana, nel comune di Carmignano. I giudici di secondo grado hanno condannato Marrucci a 20 anni di reclusione, mentre Costa è stato condannato a 10 anni e 8 mesi, le stesse pene che erano state inflitte nell’aprile dell’anno scorso dal giudice dell’udienza preliminare di Prato Leonardo Chesi. Stefano Marrucci era difeso da Luca Cianferoni, Andrea Costa da Mattia Alfano.

Le indagini dei carabinieri avevano ricostruito la dinamica dell’omicidio, senza peraltro individuare un movente credibile, se non uno screzio via social networks tra Marrucci e lo stesso Avvisato risalente ad alcuni giorni prima del fatto di sangue. Troppo poco per giustificare quanto accaduto, ma i due imputati non hanno fornito spiegazioni alternative.

Marrucci, che nel novembre di quattro anni fa si trovava agli arresti domiciliari per altri motivi, chiamò il manovale Costa per farsi accompagnare in auto a Comeana. Costa ha sempre sostenuto di non sapere che cosa avesse intenzione di fare l’amico, mentre Marrucci ha detto che non voleva uccidere Avvisato. La vittima fu raggiunta da un colpo di pistola all’arteria femorale e di fatto morì dissanguato in attesa dei soccorsi. Costa scappò con l’auto che aveva condotto i due a Comeana e fu arrestato quasi subito. Marrucci fu rintracciato una decina di giorni dopo a Firenze. Sul comodino teneva ancora la Beretta calibro 9 usata per l’omicidio, che risultò rubata nel 2014 nell’abitazione di un poliziotto a Livorno. Ora, all’età di 60 anni, lo attende una lunga permanenza in carcere. Alle spalle ha un altro omicidio compiuto negli anni Ottanta e difficilmente gli verranno concessi permessi premio, tenuto conto che la misura degli arresti domiciliari che gli era stata applicata fino al novembre 2021, oltretutto senza braccialetto elettronico, non gli ha impedito di andare a sparare al personal trainer di Carmignano.

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