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Nasce la birra made in Prato: si coltiverà il luppolo al Datini


	La firma del protocollo d'intesa
La firma del protocollo d'intesa

Firmato un protocollo d’intesa insieme al Polo universitario e a due aziende del settore

28 maggio 2024
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PRATO. Prato sperimenterà la coltivazione del luppolo, per far nascere una vera e propria filiera locale, con effetti positivi sulla produzione di birra artigianale “made in Prato”. E’ quanto intendono fare, a vario titolo e nei rispettivi ruoli, i sette soggetti firmatari del protocollo di intesa, nato grazie al tavolo sull’agricoltura urbana sostenibile di “Prato Circular City”, promosso a partire dal 2023 dal Comune di Prato, del quale il protocollo rappresenta un interessante follow up, per portare avanti il progetto di un prodotto locale fortemente radicato sul territorio.

I soggetti firmatari - che sono Comune di Prato, Provincia di Prato, Polo Universitario Città di Prato, Istituto Francesco Datini, Rete di imprese Luppolo made in Italy, Birrificio i Due Mastri, Azienda agricola Tra Bosco e Stelle - si impegneranno a portare avanti questa importante iniziativa per implementare una strategia condivisa per lo sviluppo di una filiera del luppolo pratese. Lo si farà realizzando un luppoleto sperimentale con finalità didattiche, formative, di accrescimento delle competenze e conoscenze sulla filiera specifica e di ricerca. Da questo nascerà una vera e propria filiera sperimentale del luppolo, che potrà avere effetti positivi sull’intera filiera della birra artigianale prodotta a Prato.

Come si realizzerà concretamente il progetto? L’azienda agricola Tra Bosco e Stelle, fortemente motivata a dare il via a questo progetto sperimentale, si occuperà di supportare la coltivazione di un luppoleto sperimentale sul territorio pratese all’interno dei terreni dell’Istituto Tecnico Agrario Datini, aprendo le porte a nuove opportunità di crescita per gli studenti dell’istituto e diversificando l’offerta formativa. Il Birrificio I Due Mastri si impegneranno a sperimentare così il luppolo all’interno dei propri processi produttivi. Infine la Rete d’imprese del Luppolo Made in Italy metterà a disposizione le competenze tecniche e agronomiche per lo sviluppo delle coltivazioni del luppolo a livello locale.

Il Polo Universitario Città di Prato tramite il proprio laboratorio Arco fornirà il supporto tecnico scientifico in relazione alla qualità merceologica delle produzioni e il rafforzamento e promozione della filiera birra a livello locale; contribuirà a realizzare prodotti scientifici e pubblicazioni sulla sperimentazione; garantirà il supporto tecnico-scientifico al Comune di Prato nel coordinamento del tavolo tecnico di gestione del presente protocollo, assicurando un rapporto costante con l’Amministrazione comunale e gli altri partner, per permettere lo scambio di informazioni sulle opportunità di finanziamento relative ai settori individuati come prioritari e strategici, mettendo a disposizione competenze e personale per raggiungere i fini delle progettualità.

Per l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Prato, c’è soddisfazione nel vedere che la realizzazione di un luppoleto sul territorio pratese è alle porte e che potrebbe segnare un passaggio epocale per l’economia agricola locale. Questo avviene grazie alla sinergia instaurata tra i diversi attori in qualità di produttori, trasformatori e formatori, che nasce ai tavoli di Prato Circular City, dove il Comune di Prato si è fatto promotore e coordinatore, per far sì, in questo come in altri casi, che la ricerca scientifica e i soggetti del mercato si incontrassero, per collaborare a promuovere lo sviluppo economico locale.

La Provincia di Prato sostiene con interesse la promozione della Filiera del luppolo pratese per le sue finalità didattiche, formative nonché di accrescimento delle competenze sull'intero ciclo, dagli studenti del Datini, ai produttori di birra artigianale sul territorio - secondo il presidente della Provincia - si tratta di un'opportunità preziosa anche da un punto di vista di promozione e valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze agroalimentari. Un progetto che va nella direzione di una sempre maggior sostenibilità ambientale"

Per la presidente del Pin, Daniela Toccafondi, il Polo universitario si mette a disposizione di questa bella filiera di valorizzazione del territorio attraverso il laboratorio di ricerca Arco che tanto sta facendo per studiare, sperimentare e condividere la sostenibilità nell'agricoltura urbana. Il professor Leonardo Borsacchi, insieme a tutta l’equipe di Merceologia, è soddisfatto di applicare le sue competenze in un progetto di filiera corta che valorizza il territorio pratese.

Per Rete di imprese Luppolo made in Italy, Stefano Fancelli, è un progetto importante che ha ampie possibilità di sviluppo e come tutti i progetti innovativi dovrà crescere dal basso ed attraverso relazioni e buone pratiche permetterà di ampliare la sperimentazione e di diventare un indotto produttivo, anche attraverso le aziende della rete.

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