Il Tirreno

Prato

La tragedia

Muore nell’incendio a Prato, era bloccata a letto per motivi di salute. Il marito: «Ora la mia vita è a metà»

di Luigi Spinosi
I siccorsi e Massimo Cavicchi, da oltre 40 anni compagno della donna. Al momento della tragedia si trovava in ospedale per una visita medica
I siccorsi e Massimo Cavicchi, da oltre 40 anni compagno della donna. Al momento della tragedia si trovava in ospedale per una visita medica

La vittima è Doretta Cilicia Bernetti, 76 anni. I figli nel tentativo di salvarla sono rimasti intossicati

25 febbraio 2024
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PRATO. Il fumo e il fuoco l’hanno avvolta mentre era nel suo letto, al piano terra della sua abitazione. I disperati tentativi dei figli di portarla fuori si sono scontrati con il muro di fumo che aveva invaso la stanza, e alla fine anche loro si sono dovuti arrendere, mentre sul posto stavano arrivando i vigili del fuoco, chiamati da alcuni vicini di casa spaventati dal fumo. È morta così Doretta Cilicia Bernetti, 76 anni. È successo attorno alle 10,30, in una delle abitazioni a schiera che si trovano ai lati di via Prati a Santa Lucia.

L’arrivo dei vigili del fuoco ha permesso di circoscrivere i danni alla stanza in cui si trovava la donna (in cui tutti gli arredi sono andati distrutti), prima che l’incendio si propagasse al resto della casa e anche alle abitazioni vicine, ma per Doretta non c’era più nulla dal fare. Il suo corpo carbonizzato si trovava in ciò che restava del letto, anche quello distrutto dal fuoco. Quel letto dal quale ormai non si poteva più muovere da tempo, a causa dei suoi problemi di deambulazione, e anche per questo la sua camera si trovava al piano terra.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e l’auto medica, con i sanitari che hanno dovuto assistere i figli della donna, di 40 e 55 anni, che nel tentativo di salvare la madre sono rimasti intossicati, ma che dopo le prime cure hanno voluto restare in via Prati a seguire le operazioni dei soccorritori. Adesso occorre risalire alla causa di quell’incendio, anche se l’ipotesi ritenuta più probabile è rappresentata dalla ricostruzione fatta dal compagno della donna, Massimo Cavicchi, che al momento della tragedia si trovava in ospedale per una visita medica, ossia quella della sigaretta fumata a letto (come era sua abitudine), magari caduta dal posacenere che teneva sulle coperte, e che ha innescato l’incendio.

In quel momento in casa, oltre alla donna, c’era solo uno dei figli, che si trovava in una stanza ai piani superiori dell’abitazione, quando si è accorto di ciò che stava accadendo era ormai troppo tardi, così come è stato inutile l’intervento dell’altro figlio, che stava rientrando a casa quando è scattato l’allarme.

Familiari comprensibilmente devastati, a partire dal compagno: «Non riesco ancora bene a realizzare quello che è successo – riesce a mormorare a malapena – stavamo insieme da più di 40 anni. Dall’82, sempre insieme. Adesso la mia vita è diversa, è una vita a metà».

Spento l’incendio i vigili del fuoco hanno iniziato i loro rilievi, e hanno accompagnato, uno per volta, i familiari dentro l’abitazione a prendere gli oggetti di prima necessità per il periodo che saranno costretti a trascorrere lontano dalla casa, dichiarata inagibile (e il Comune ha avviato le pratiche per individuare un alloggio temporaneo). Resta da capire se la donna, quando è stata avvolta dalle fiamme, fosse – come pare probabile e anche auspicabile – ormai senza vita o priva di sensi a causa del fumo che aveva invaso la stanza.



 

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