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Sciopero benzinai: ecco le pompe che restano aperte in provincia di Prato

di Paolo Nencioni
Sciopero benzinai: ecco le pompe che restano aperte in provincia di Prato

La Confesercenti accusa: «Non vogliamo passare per speculatori»

24 gennaio 2023
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PRATO. Qualcuno farà il pieno oggi o lo ha già fatto ieri, per non correre rischi. Ma anche chi non è così previdente non rischia di restare a secco a causa dello sciopero dei benzinai (dalle 19 di oggi alle 19 del 26 gennaio per la rete ordinaria e dalle 22 di oggi alle 22 del 26 gennaio per la rete autostradale). Le norme che regolamentano il settore prevedono che il 12% degli impianti restino comunque aperti per consentire agli automobilisti di rifornirsi.

Ieri pomeriggio Confesercenti e Confcommercio hanno inviato alla Prefettura un elenco di distributori che rimarranno aperti nelle due giornate di sciopero. A questi potrebbero aggiungersi altri impianti i cui gestori decidessero di non aderire allo sciopero. Oppure, come denunciano i sindacati di categoria, quegli impianti dati in gestione a dipendenti che però lavorano a partita Iva.

Ecco dunque gli elenchi forniti dalle due associazioni. Per quanto riguarda Confesercenti, gli impianti indicati sono i Q8 di via Liliana Rossi, viale Galilei, via Pistoiese e via Filzi, oltre ai Q8 sul viale Leonardo da Vinci a Prato Est e Prato Ovest. C’è poi la stazione di servizi Giap di via Pistoiese a Montemurlo e la 2M gas di Biagiotti Maura, che dovrebbe essere il distributore che eroga anche metano sul viale Fratelli Cervi.

La Confcommercio ha inviato alla Prefettura un elenco di difficile interpretazione perché non indica gli indirizzi degli impianti. L’elenco comprende tre distributori della Sirtam, due a marchio Tamoil e uno a marchio Economy che dovrebbe essere quello accanto al Parco Prato. Poi ce ne sono due della Ala spa, a marchio Eni e marchio Esso che erogano anche gpl. Infine il distributore Eni dei fratelli Magni in via Cavour. In totale, dunque, si tratta di 14 distributori che rimarranno aperti, molti in modalità self service.

Intanto non si placano le polemiche sullo sciopero, coi benzinai che non accettano di esporre il prezzo medio dei carburanti e accusano il governo di averli fatti diventare capri espiatori di un problema che non hanno creato loro. «Non vogliamo più passare per speculatori e furbetti, quando i nostri prezzi alla pompa non vengono certo decisi a piacere del gestore – accusa Nicola Piacquadio della Faib Confesercenti – Speculatori e furbetti da controllare da parte del governo con assurdi cartelli, gli ennesimi, e sanzioni spropositate per aumenti che sono chiaramente legati solo al ritorno delle accise. Per questo scioperiamo, sperando che i consumatori capiscano che noi siamo dalla loro stessa parte della barricata». «Il governo si stupisce per la nostra intransigenza viste le loro aperture – incalza Piacquadio – ma dopo l’ultimo tavolo romano sono stati riconfermati l’obbligatorietà dell’esposizione del cartellone, in aggiunta alla previsione di esposizione di un QR-Code, e la rimodulazione in riduzione delle sanzioni. Una soluzione che è evidentemente un passo indietro rispetto agli impegni presi, sempre in sede di confronto con il governo, che avevano spinto Faib a mantenere congelata ogni decisione in merito allo sciopero». Secondo la Faib l’obbligo di indicare il prezzo medio è un adempimento troppo gravoso: «Forse sarà bene anche ricordare di quali mirabolanti guadagni stiamo parlando per i gestori. Su un rifornimento di 20 euro, 11,72 euro pari al 59% vanno allo Stato, 7,9 pari al 39% vanno alle compagnie ed infine 0,38 lordi pari al 2% al gestore».

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