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Prato, sessanta bici abbandonate in città: ora avranno una seconda vita

di Alessandro Formichella
Prato, sessanta bici abbandonate in città: ora avranno una seconda vita

La polizia municipale le recupera, gli studenti del Marconi le riparano

22 gennaio 2023
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PRATO. Pensano a tutto loro: docenti e studenti dell’Istituto superiore Guglielmo Marconi. Ridanno nuova vita alle biciclette abbandonate per strada o ritrovate come dei rottami dalla polizia municipale senza un proprietario, e le rimettono in pista. Carta vetrata, nozioni di meccanica, chiavi inglesi, pezzi di ricambio riciclati e le bici riprendono la strada, quella asfaltata. Qualche mese di tempo perché una bici abbia un’altra vita. Marco Maccione, il comandante della polizia municipale di Prato, con una determinazione di pochi giorni fa ne porterà altre 59 ai laboratori del Marconi. «Abbiamo riattivato la convenzione di un progetto che va avanti da anni – spiega il comandante della municipale – e daremo altre bici trovate abbandonate e non rivendicate oppure quasi del tutto rimaste soltanto con telaio senza più accessori, all’istituto Marconi. Qui verranno rimesse a nuovo e donate a chiunque voglia utilizzarle». Il progetto “I-Bike” e “Safety bike” va avanti da anni. Le bici rimesse a nuovo dal lavoro degli studenti delle seconde e terze classi del Marconi sono una sorta di esempio fattivo dell’implementazione tecnica e manuale imparata sui banchi e alla lavagna. Un modello didattico di cui il professionale Marconi va fiero. «Le bici abbandonate, rubate o lasciate ai bordi delle strade o alle rastrelliere sono moltissime – precisa Flora Leoni, assessora a Polizia municipale e Mobilità – la polizia municipale monitora le varie situazioni. Due, tre volte l’anno, assieme ad Alia, gestore dei servizi ambientali, prendiamo le bici abbandonate da molti mesi e che non sono rivendicate da nessuno e di lì c’è poi l’assegnazione e la consegna del materiale all’istituto Marconi». E anche questa volta sarà così. I progetti “I-Bike” e “Yang People Mover” riprendono le mosse secondo i criteri stabiliti dalla convenzione stipulata nel 2018 fra il Comune e l’istituto professionale Marconi per l’attivazione di un laboratorio di riparazione dei velocipedi con l’obiettivo di promuovere, per studenti diversamente abili o con disagio scolastico, percorsi formativi e lavorativi. Lo scopo sociale e formativo del progetto è indiscutibile. E il professor Paolo Cipriani, presidente del Marconi, rimarca i tanti aspetti sia del coinvolgimento degli studenti nei lavori di laboratorio, sia la nuova vita delle bici che possono riprendere la strada. «Per rimettere una bici a nuovo ne servono mediamente altre tre di quelle che ci vengono date – sottolinea – . Spesso sono solo dei telai o poco più. Va rimesso tutto; riverniciare e con tutte le funzioni meccaniche ad hoc. Il progetto ogni anno coinvolge una cinquantina di studenti. In alcuni casi modifichiamo le bici in fase di ristrutturazione e le facciamo diventare delle e-bike a pedalata assistita. Qui allora vengono a trovarsi tante nozioni, da quelle meccaniche a quelle elettroniche».
Per chi vuole una bici rigenerata, basta farsi avanti; l’email dell’Istituto Marconi è pori010006@istruzione.it. Da qui chiunque può chiedere una bicicletta, lasciando alla scuola una semplice offerta.

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