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Era doloso l’incendio del deposito: in manette i due presunti autori

Era doloso l’incendio del deposito: in manette i due presunti autori

Risolto dai carabinieri il caso del rogo della Mitumba Tex di Montemurlo

06 agosto 2022
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MONTEMURLO. I carabinieri della Tenenza di Montemurlo hanno arrestato nei giorni scorsi due albanesi di 45 e 47 anni, di cui non sono stati resi noti i nomi, con l’accusa di aver dato fuoco al capannone della Mitumba Tex, un deposito di stracci in via Ombrone a Montemurlo, la sera del 17 gennaio.

Chiarissima, spiegano gli investigatori, era stata l’origine dolosa dell’incendio, anche perché, oltre ai risultati del sopralluogo tecnico svolto dai vigili del fuoco, c’erano le immagini delle telecamere di sorveglianza nelle quali si vedeva un uomo scavalcare la recinzione per poi scappare via al divampare delle fiamme.

Da quel momento erano partite le indagini dei carabinieri per risalire agli autori dell’incendio doloso.

Mesi di attività investigative che hanno dato quale recente epilogo l’arresto di due cittadini albanesi (classe 1977 e 1975), di cui uno domiciliato a Montemurlo e l’altro a Prato. A loro i carabinieri sono arrivati grazie alle immagini delle telecamere e ad alcune testimonianze dalle quali si è risaliti all’auto usata per arrivare davanti al capannone di via Ombrone.

Per la ricostruzione dei fatti i carabinieri sono partiti dal complice, cioè l’accompagnatore dell’incendiario, arrivando infine a dare un nome anche all’esecutore materiale attraverso un filone di attività investigative di carattere tecnico, tra cui gli spostamenti dei telefoni cellulari, tutte attività che hanno consentito di monitorare e ricostruire i movimenti dei due complici la notte del delitto, ma anche di scavare sul movente, sul quale si continua al momento a mantenere riserbo.

Uno dei due, proprio l’incendiario, ha visto aggravarsi ulteriormente il peso delle sue responsabilità poiché proprio quella notte, mentre commetteva il reato, si sarebbe dovuto trovare agli arresti domiciliari presso la sua abitazione pratese. Proprio lui, che nel frattempo era stato nuovamente arrestato per altra causa, è stato raggiunto nel carcere della Dogaia da questa nuova misura cautelare detentiva, mentre per il complice il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.

Resta un velo di riserbo sul movente dell’incendio. Per quale motivo i due albanesi hanno deciso di dare fuoco al magazzino? Potrebbero spiegarlo loro stessi, ma finora si sono chiusi in un ostinato mutismo.

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