Il Tirreno

PRATO. Il ragazzo ha ammesso che l’ultimo rapporto sessuale con la fidanzata che lo stava lasciando non era stato come tutti gli altri. «Lei non era convinta» ha detto al giudice. Ora bisognerà capire se si è trattato di un equivoco o di quello che il Codice penale chiama violenza sessuale. Di questo è accusato un ventiduenne pratese che ieri, difeso dall’avvocato Federico Febbo, è comparso davanti al giudice dell’udienza preliminare Leonardo Chesi. Ad accusarlo è la sua ex fidanzata, una ragazza che all’epoca dei fatti, nel 2019, aveva 15 anni e ora ne ha 18.
È stata lei, poche settimane dopo quell’ultimo rapporto sessuale a sporgere denuncia contro l’ex fidanzato sostenendo che lui l’aveva costretta.
Un caso di presunta violenza sessuale molto diverso da quelli che solitamente approdano nelle aule di Tribunale, un po’ per la giovane età di entrambi i protagonisti, un po’ perché, come detto, il ragazzo e la ragazza avevano avuto una relazione sentimentale che non si capiva bene se fosse finita oppure no.
Per lei evidentemente era finita, lui invece sperava ancora di poter tornare insieme alla quindicenne. Così si sono visti un’ultima volta, per chiarire la situazione, dice lui, e in quell’occasione è accaduto il fattaccio.
Lei non era convinta di far l’amore con quello che considerava ormai un ex ed è stato lo stesso giovane ad ammetterlo in aula, aggiungendo che di non aver creduto di averla costretta. Insomma, una linea sottile, al di qua della quale si può parlare di un equivoco, ma al di là della quale si rischia una condanna.
Dopo quella serata la ragazza ha cancellato l’ex dai suoi contatti social e successivamente l’ha denunciato, costituendosi parte civile con l’avvocato Alessandra Artese. Il giudice ha rinviato a settembre, quando l’imputato potrebbe chiedere il patteggiamento. 
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