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Il rimbalzo produttivo c’è Il distretto tessile a pieni giri

Alessandro Formichella
Il rimbalzo produttivo c’è Il distretto tessile a pieni giri

Francesco Marini (Marini Industrie e Confindustria): «Stiamo lavorando molto per l’estate 2022. Fondamentale la digitalizzazione del sistema di tracciamento»

30 agosto 2021
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Alessandro Formichella

PRATO. Stati Uniti, Cina e Francia tirano la ripresa del distretto industriale tessile. E Prato l’aggancia. Cambia, però, la tipologia di produzione del sistema Prato. Sui banchi delle imprese, ordini in arrivo e tanti altri da evadere per la stagione invernale 2021-2022 e già in lavorazione il tessile e l’abbigliamento per l’estate prossima. Il rimbalzo c’è. Nel dopo-Covid, ai primi posti cresce la richiesta produttiva dei tessuti per la casa, il fast fashion moda, la maglieria in genere e l’abbigliamento torna ad essere una delle voci importanti della struttura economia pratese soprattutto con la riapertura del mercato a stelle e strisce. Il mercato più importante per Prato. Export e produzione di abbigliamento per l’estate marcano il cambio di passo.

«Da sempre il nostro distretto è stato indirizzato al tessuto invernale. Siamo ora di fronte ad un forte rimbalzo produttivo del dopo Covid – precisa Francesco Marini, Confindustria toscana nord e titolare di Marini Industrie – stiamo lavorando molto per la prossima estate 2022, tessuti estivi. Commissioni da Usa, Europa e anche dalla Cina». E nel cambio di passo emerge la questione della trasparenza dei passaggi produttivi sempre più richiesta dai committenti. «Stiamo lavorando alla digitalizzazione del sistema di tracciamento della produzione a partire dalla materia prima. È una cosa sempre più richiesta», dice ancora Marini. E qui in aiuto arriva la rete blockchain. «La chiarezza dei passaggi e certificazione produttiva è ormai un fattore indispensabile, tanto da renderla chiara su portali e web server di pubblico accesso», spiega ancora l’imprenditore. Nel rimbalzo produttivo che fa allargare il sorriso al sistema Prato, le aziende di media e alta qualità sono sempre più interessate al riciclaggio della materia prima e seconda. Come dire della lane e dei tessuti in formato economia circolare. Su questo pesano alcuni fattori decisivi; con la pandemia da Covid e il fermo produttivo in quasi tutto il mondo industriale, l’approvvigionamento delle materie prime si è sensibilmente ridotto e sta adesso alzando i costi. Secondo, ma non ultimo, il fattore di una filiera corta che sia di qualità e abbassi i prezzi.

«La ricerca delle materie prime oggi vede un innalzamento dei costi e dei tempi di arrivo molto più lunghi rispetto al periodo pre-Covid. Avere un sistema di riciclaggio continuo delle materie a pochi chilometri della produzione sarebbe fondamentale», rimarca Marini. Poi, il boom del ritorno alle “vecchie” imprese domestiche, come quella di fare il maglione di lana con i ferri della nonna. «Si sono registrati numeri altissimi di produzione e vendita dei cosiddetti rotoli di lana in tutto il mondo. La Filpucci ha visto un’impennata produttiva nella fase del Covid che tuttora va avanti con una richiesta continua di lane», dicono a Confindustria. Insomma, l’export torna a dare ossigeno a Prato per i prossimi mesi.

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