Il Tirreno

Prato

Il nuovo proprietario del Prato: "Sono qui per far innamorare di nuovo la gente della squadra"

di Paolo Nencioni
L'imprenditore Stefano Commini
L'imprenditore Stefano Commini

Il manager romano Stefano Commini ha preso la società gratis, ma ha versato mezzo milione per le future plusvalenze che spettano a Toccafondi

29 aprile 2021
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PRATO. "Sono qui per far innamorare di nuovo i pratesi della loro squadra". Così si è presentato il nuovo proprietario del Prato calcio, l'imprenditore romano Stefano Commini, incontrando la stampa al bistrot del Museo Pecci poche ore dopo aver firmato col presidente uscente Paolo Toccafondi l'accordo che prevede il passaggio della totalità delle quote dell'Ac Prato alla nuova proprietà.

Il Prato, ha spiegato, non gli è costato niente. Commini, 48 anni, manager dal 2014 a capo della Humanativa Group, la holding di cui fanno parte sette società con circa 200 dipendenti, un gruppo informatico specializzato nella gestione dei dati, ha depositato nello studio del notaio Francesco D'Ambrosi assegni circolari per mezzo milione di euro a garanzia delle future plusvalenze che da qui a un anno spetteranno al Prato per la cessione dei giocatori già di proprietà della vecchia società (in pratica il cartellino di Christian Kouamé).

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La cessione del Prato è stato un fulmine a ciel sereno. Nulla di paragonabile alla telenovela di tre anni fa, quando sembrava che la società fosse finita nelle mani del fantasmatico avvocato canadese Joseph Romano e alla fine rimase nelle mani di Toccafondi, un teatrino che fece infuriare il sindaco Biffoni e lo convinse a togliere lo stadio Lungobisenzio al Prato.

Toccafondi ha sempre detto che era disposto a cedere il Prato praticamente gratis, a patto che ci fosse qualcuno che volesse assumerne la gestione e avesse le spalle abbastanza larghe per farlo. Ora sembra che l'abbia trovato e la cessione è arrivata dopo una trattativa lampo. Il sindaco Biffoni ha spiegato di aver ricevuto la visita di Stefano Commini poco più di un mese fa. In meno di due mesi il manager romano ha trovato l'accordo con Toccafondi e oggi lo ha formalizzato.

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La prima conseguenza potrebbe essere il ritorno del Prato allo stadio Lungobisenzio, dopo l'esilio forzato al campo sportivo di Oste. Il Comune è d'accordo, la nuova proprietà sta già parlando con gli uffici comunali.

"Voglio riportare la gente allo stadio - ha spiegato Commini - e valorizzare le giovanili sviluppando il rapporto con le altre società sportive del territorio. So che c'era una situazione un po' tesa tra la famiglia Toccafondi e la tifoseria, ma ho trovato in Paolo Toccafondi un interlocutore serio e leale. L'attuale cda rimarrà in carica fino al 30 giugno, poi subentreremo noi".

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A suggerire a Commini di investire sul Prato è stato il modenese Ivano Reggiani, il cui figlio ha giocato per alcuni anni nelle giovanili del Prato e che ora parla già da direttore sportivo. Dice di avere contatti con le maggiori società calcistiche nazionali e punta sull'arrivo di giocatori in prestito per gettare le fondamenta del nuovo Prato. La figlia Nicole si occuperà di marketing e andrà a cercare sponsorizzazioni sul territorio.

Commini e Biffoni hanno accennato alla possibilità di investimenti della nuova proprietà in nuovi impianti sportivi. Progetti che potrebbero interessare anche l'area dei Magazzini generali (di proprietà della Camera di commercio) adiacente allo stadio Lungobisenzio.

Stefano Commini, che per due anni, dal 2012 al 2014, ha avuto la maggioranza delle quote del Modena in serie B, dice di non voler fare proclami e promette di "non raccontare balle": "Per me il calcio non è un gioco (inteso come un giocattolo, ndr). Nell'accordo che abbiamo firmato c'è una procura speciale che mi consente di cominciare subito a lavorare per costruire il Prato di domani".

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