Pontedera, l’antenna 5G e le accuse al Comune: «Sapeva tutto fin dall’estate». Perché la prossima settimana sarà decisiva
Fratelli d’Italia: «L’atto approvato dal consiglio comunale è debole, la maggioranza non ha coraggio: scelta che non condividiamo»
PONTEDERA. Come sia stato possibile che il Suap abbia dato le autorizzazioni necessarie per installare un’antenna per la telefonia nel parcheggio del santuario di Treggiaia ancora non è chiaro.
Soprattutto perché la Soprintendenza non risulta sia stata interpellata. Come mai, di fronte a un fatto così significativo per una comunità e l’ambiente, non sia stata trovata l’unanimità in consiglio comunale, resta un mistero. E su questo aspetto fa leva la minoranza di centrodestra.
«Questa amministrazione si rivela ancora una volta priva di coraggio. Quando si governa un territorio serve la capacità di assumersi responsabilità e fare delle scelte. Invece, anche stavolta, la maggioranza si nasconde dietro la propaganda, offrendo ai cittadini di Treggiaia solo un contentino e nessuna risposta concreta. Il segnale più forte lo hanno dato proprio i cittadini, che dopo il voto contrario all’ordine del giorno di Fratelli d’Italia hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. Un gesto che vale più di mille parole».
E ancora: «La narrazione del Pd secondo cui non sapevamo nulla è falsa. Esistono documenti ufficiali che dimostrano come il Comune fosse coinvolto nel procedimento sin dal 23 dicembre 2023, data del primo incontro con il Dipartimento Trasformazione Digitale e INWIT. Da quel momento, l’amministrazione ha governato l’intero iter del 5G, fino alla conferenza dei servizi dell’11 giugno scorso. In quella sede, avrebbe potuto esercitare i propri poteri istruttori, chiedere integrazioni documentali e verificare l’impatto paesaggistico, sanitario e urbanistico dell’impianto. Non l’ha fatto. Questa è la verità». Restano alcuni passaggi da chiarire. «La tesi del Pd secondo cui “è colpa del Governo” non regge neppure dal punto di vista giuridico. La legge del 4 luglio 2024 consente sì, fino al 31 dicembre 2026, la realizzazione di impianti 5G in deroga ai regolamenti comunali, ma non cancella affatto i doveri istruttori delle amministrazioni locali, il rispetto della legge 241/1990, del Codice delle comunicazioni elettroniche e dei principi del bando Italia 5G sulla minimizzazione degli impatti ambientali e paesaggistici. Chi ha firmato un’autorizzazione senza verificare tutte le alternative e senza fare tutto ciò che era in suo potere, se ne assume la piena responsabilità, quindi il Comune», dice il capogruppo di Fratelli d’Italia, Matteo Bagnoli.
Fratelli d’Italia ha scelto di votare a favore dell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza, «perché il nostro obiettivo non è mai stato quello di rivendicare un risultato politico, ma di tutelare i cittadini di Treggiaia. Tuttavia, non possiamo nascondere la nostra delusione: quella in consiglio comunale è stata una sconfitta per tutti, soprattutto per i cittadini. L’atto approvato dal consiglio è debole, generico e privo di impegni concreti: non risolve nulla e non affronta le vere criticità di questa vicenda».
