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Pontedera

Sanità: il caso

Guardia medica? In Valdera e Valdicecina è il caos: i medici non ci sono e spariscono le visite a domicilio

di Sabrina Chiellini
Caos guardia medica in Valdera e Valdicecina
Caos guardia medica in Valdera e Valdicecina

L’Asl un mese dopo l’entrata in funzione del numero unico: «È un problema di sistema»

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PONTEDERA. Nei giorni di Natale in Valdera e alta Valdicecina su dieci postazioni di guardia medica (continuità assistenziale) solo in quattro l’Asl Toscana nord ovest è riuscita a garantire la presenza di un medico (anche se a fasce orarie differenziate) a causa della mancata disponibilità dei medici ad accettare i turni festivi. E nei giorni di Capodanno la situazione non è destinata a migliorare.

La situazione

A un mese di distanza dall’entrata in funzione, nei territori dell’azienda Toscana nord ovest, del nuovo numero unico europeo 116117 per le cure non urgenti, si può fare un primo bilancio. Le feste in particolare hanno messo a nudo una serie di difficoltà di carattere gestionale, dovute soprattutto alla mancanza di medici disposti a lavorare nelle festività. Certe retribuzioni del sistema sanitario pubblico evidentemente hanno poco appeal sui dottori, almeno in Toscana. «Alla fine un dottore in servizio per la guardia medica – spiega uno dei professionisti che lavora in convenzione con l’Asl – guadagna meno di 20 euro all’ora. Si capisce come mai nei festivi uno preferisca stara a casa con la famiglia, oppure decidono di lavorare a chiamata, con i gettoni di presenza». È la dottoressa Sandra Gostinicchi (referente dell’Asl per l’attivazione del numero unico) a spiegare che, pur dovendo fare i conti con la mancanza dei medici, alla fine anche tra Natale e Santo Stefano non ci sono state grosse criticità. Chiaramente è cambiato il modo con cui i cittadini devono rapportarsi al servizi di guardia medica.

La spiegazione

«Il numero dei medici che sono stati in turno nei giorni delle feste di Natale – spiega la dottoressa – è inferiore a quello degli anni passati ma non è direttamente collegato all’entrata in funzione del nuovo servizio. Mancano i medici e così per Natale e per l’ultimo dell’anno riusciremo a coprire con un medico (giorno e notte) circa 12 postazioni di continuità assistenziale su 51 nel territorio di tutta l’Asl. Ma i cittadini troveranno sempre un servizio quando telefonano al numero unico». L’utente infatti, come già avviene per il 112 (il servizio di emergenza urgenza) , viene geolocalizzato, i dati vengono sempre tracciati e trasferiti al medico di continuità assistenziale. «L’operatore – aggiunge la dottoressa – ascolta la richiesta degli utenti e passa la chiamata nella sede che è più vicina». La provincia di Pisa, pur con qualche difficoltà, sembra che riesca a “reggere” le novità. «I medici della guardia medica lavorano con l’Asl a convenzione – prosegue la dottoressa Gostinicchi – c’è stato un accordo sindacale ma non possiamo precettarli e durante le festività diventa difficile avere un numero sufficiente di dottori disponibili a lavorare». La coperta è corta: ricevere l’assistenza a domicilio è sempre più difficile. «Per questo ci siamo organizzati attivando una centrale ad hoc con sei medici – prosegue – che rispondono al numero unico da Campo di Marte a Lucca e gestiscono i consigli telefonici e le prescrizioni dematerializzate. E, se necessario, segnalano i casi più complicati al 118».

Le ricette

Le ricette con le prescrizioni mediche sono garantite. Arrivano agli utenti per e-mail o sms. Se c’è il sospetto di un infarto viene attivato il 118. «Nei casi estremi in cui l’utente ha bisogno di un certificato di malattia e deve essere visitato deve andare negli ambulatori sul territorio oppure al pronto soccorso». Se a Pisa per Natale, con l’eccezione di San Giuliano, il servizio è stato coperto in presenza da medici, in Valdera e Alta Valdicecina il giorno di Natale nessuna postazione aveva il medico. È stato quindi predisposto un piano straordinario di copertura della continuità assistenziale condiviso con 118 e pronto soccorso». Il piano prevedeva una sorta di “mutuo soccorso”. Bientina è stata coperta da Cascina, Santa Maria a Monte da Lorenzana. «Pontedera invece ha potuto contare sull’aiuto di Rosignano – spiega la dottoressa – Le Valli Etrusche in generale hanno avuto poche difficoltà. Mentre nella parte nord dell’Asl si sono registrati i maggiori problemi. Vorrei chiarire che si tratta di un problema di sistema, dovuto alla mancanza di medici che scelgono di lavorare altrove. In Toscana tutte e tre le aziende hanno avuto le stesse difficoltà».

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