Lido di Camaiore
Keu, come procede l’iter per arrivare alla bonifica
Iter concluso entro la fine del 2025 dopo le analisi sui cumuli: ecco il lavoro dell’ufficio del commissario straordinario
PONTEDERA. A distanza di più di tre anni da quando è scoppiato il caso keu con le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, il residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia della pelle e utilizzato come terra di riempimento sui cantieri edili, è ancora al centro delle cronache. Non solo per il lungo iter processuale ma anche per le complesse procedure delle bonifiche (anche per capire a chi spettano) dei siti inquinati. Un puzzle articolato, soprattutto per quanto riguarda le aree private. Una di queste è a Pontedera, nella lottizzazione del Green park vicino allo stadio.
Finora solo a Peccioli (per un terreno in un’azienda agricola) e a Pisa, nell’area ex Vacis e una piazzola dell’aeroporto militare, sono stati effettuati interventi di bonifica o per rendere inerti i materiali considerati a rischio inquinamento. Tra i siti toscani finiti al centro dell’inchiesta tre dovranno essere bonificati dal commissario straordinario per le bonifiche, nominato dal Governo lo scorso novembre, con l’incarico di autorizzare e seguire, tra l’altro, le attività inerenti la bonifica dei siti di competenza regionale in cui è stato utilizzato materiale riciclato contenente keu. Vale a dire gli impianti di gestione rifiuti inerti “Lerose Srl”, nel comune di Bucine e nel comune di Pontedera, località Gello, in viale America, e quello relativo al lotto V Empoli-Castelfiorentino strada Regionale 429, Val d’Elsa, nel comune di Empoli. Pontedera ha due siti ma solo quello della ditta Lerose è di competenza del commissario straordinario, il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà. Da alcuni mesi è iniziato l’iter per questi tre siti, di rilevanza regionale, collegati alla società Lerose, direttamente collegata all’inchiesta sul presunto traffico illecito di rifiuti.
Abbiamo fatto il punto su cosa è stato fatto e sui tempi per chiudere la bonifica con il tenente colonnello dei carabinieri Nino Tarantino, sub commissario dell’ufficio del commissario unico alla bonifica delle discariche. «Attualmente su tutti e tre i siti è già presente un intervento per la messa in sicurezza d’emergenza, attuato per contenere la diffusione della contaminazione. Su Bucine e Pontedera questo intervento è stato eseguito dall’amministrazione giudiziaria nominata dal tribunale di Firenze poiché la ditta Lerose è stata colpita da vari provvedimenti giudiziari. Sulla strada 429 invece è stato eseguito da un commissario straordinario, nominato dalla Regione prima del nostro arrivo» aggiunge Tarantino.
«Su Bucine la Regione aveva individuato alcuni potenziali responsabili della contaminazione – aggiunge il tenente colonnello – . Questo è anche l’unico sito in cui sono presenti materiali provenienti dalle concerie, dal consorzio Aquarno e da Tca e Chimet, aziende che operano nel mondo dell’oreficeria. Le ultime due, pur non ritenendosi responsabili dello smaltimento illecito, all’inizio si sono rese disponibili a collaborare alla bonifica e inizialmente è stato predisposto un primo piano che noi abbiamo rivisto, potenziato e fatto nostro. Fino a quando è intervenuto il Tar e le due aziende ne sono uscite dal punto di vista amministrativo». Lo scorso aprile il Tar della Toscana ha accolto i ricorsi presentati dalle due aziende del recupero metalli preziosi di Arezzo, esprimendosi contro il provvedimento che le indicava tra i responsabili della contaminazione derivante dall’impianto valdarnese Lerose e le obbligava alla bonifica del sito, dato che non è certa una loro responsabilità diretta. Stessa decisione ha poi assunto per un analogo ricorso presentato da Aquarno e Consorzio depuratore di Santa Croce.
«Nel frattempo noi abbiamo potenziato quel piano, con la caratterizzazione delle matrici, per controllare che suolo e acque non siano contaminati. Dall’altra parte faremo un approfondimento delle caratteristiche chimico-fisiche di questi cumuli per capire esattamente cosa c’è dentro anche per capire qual è la maniera migliore per bonificare il sito. Attualmente questi due accertamenti sono in corso. Quando ci sarà una relazione finale andremo in conferenza dei servizi per valutare come procedere, quale sarà il progetto migliore da attuare. Se portare via i materiali o se isolarli. Entro agosto-settembre 2025 si prevede di chiudere».
Pontedera (sempre Lerose) ha una situazione diversa. «Non ci sono mai state evidenze di possibili contaminazioni nelle matrici. Ma c’è solo un cumulo che è stato isolato anche se in emergenza: dovrebbe trattarsi per la quasi totalità di keu, non risultano altri scarti. Stiamo facendo anche qui gli interventi per capire quali sono le caratteristiche chimico fisiche del prodotto per capire quale sia il progetto idoneo da realizzare. Cioè se rimuoverlo, se trattarlo sul posto e poi trasportarlo via».
Infine c’è la strada regionale 429. «Questo sito ha già ricevuto un intervento di messa in sicurezza in emergenza. Tutte le analisi finora svolte anche con Arpat non hanno mai evidenziato contaminazioni. Stiamo valutando se l’intervento emergenziale possa essere reso permanente per risolvere il problema. Per questo stiamo facendo uno studio che individui meglio cosa c’è nel sottofondo stradale e per valutare i possibili rischi e le eventuali migrazioni dei materiali contaminanti. In base a questo, con i dati scientifici alla mano, capiremo se la messa in sicurezza permanente, associata a quello che è già stato fatto, possa essere sufficiente, associandola a dei monitoraggi periodici. Anche questo dovrebbe chiudersi entro il 2025 ma nei primi mesi». La Regione ha stanziato per i tre siti circa 15 milioni di euro e li ha trasferiti all’ufficio del commissario straordinario per completare tutto l’iter.