Il Tirreno

Pontedera

Vespa World Days 2024
L’inventore

Corradino d’Ascanio raccontato dalla nipote: «L’uomo dei sogni che fa ancora volare le Vespa» – Video

di Federica Scintu

	Maria d'Ascanio, nipote di Corradino d'Ascanio inventore della Vespa (foto Silvi)
Maria d'Ascanio, nipote di Corradino d'Ascanio inventore della Vespa (foto Silvi)

Ospite del maxi raduno mondiale a Pontedera, a cui hanno preso parte decine di migliaia di vespisti, Maria d’Ascanio ha ricordato il nonno ingegnere, padre della Vespa: «Era affettuoso e geniale, riempiva la nostra casa di invenzioni»

20 aprile 2024
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PONTEDERA. Di aver avuto un nonno inventore l’ha scoperto quando ormai era già grande. Lo racconta con gli occhi dolci Maria d’Ascanio, gli stessi occhi che da bambina guardavano con ammirazione nonno Corradino mentre si cimentava nei giochi di prestigio che lasciavano a bocca aperta lei e le sue due sorelle, Anna e Paola.

Era appassionato di magia l’ingegnere che ha inventato la Vespa: un sognatore che amava volare e a cui si deve l’invenzione non solo della due ruote della Piaggio, diventata un mito mondiale, ma anche del prototipo dell’elicottero moderno. Pontedera, in occasione del Vespa World Days, celebra il “suo” progettista, chiamato nel 1945 dalla Piaggio per realizzare un mezzo economico, adatto anche alle donne, che aiutasse l’Italia a ripartire dopo la Seconda guerra mondiale. E l’eredità del suo successo oggi era tutta lì, sul viale Italia, più di 70 anni dopo, dove decine di migliaia di vespisti provenienti da tutto il mondo si sono radunati per una parata storica che ha attraversato i luoghi in cui la Vespa è nata.

«L’obiettivo del nonno era quello di creare un mezzo che potessero usare tutti – racconta Maria d’Ascanio mentre si trova al Vespa club di Pontedera – e ci è riuscito. La forza della Vespa è l’essere diventata un simbolo di libertà: per questo nel 2024 ha ancora tanto successo».

Maria d’Ascanio, insegnante di spagnolo al liceo Carducci di Pisa, ha trascorso i primi tre anni della sua vita a Pontedera dove anche il padre lavorava alla Piaggio come ingegnere. Poi il trasferimento della sua famiglia nella città della Torre dove tuttora vive e dove abitano e lavorano anche le sorelle. «Ricordo che mio nonno riempiva la casa di invenzioni – continua – era affettuoso e acuto. Riusciva a risolvere i piccoli problemi con idee geniali: come quando per la biancheria che non asciugava si inventò una sorta di antenata dell’odierna asciugatrice. Poi aveva la fissazione per il volo – aggiunge – e a 14 anni costruì con delle lenzuola prese dall’armadio e delle stecche di legno un aliante rudimentale con cui si lanciò da un pendio».

Nato a Popoli, in provincia di Pescara, Corradino si laureò al Politecnico di Torino e dopo aver vissuto a Roma, quando arrivò la chiamata della Piaggio, si trasferì in Toscana. «Gli venne chiesto di mettere l’Italia su due ruote e lui con la Vespa lo fece – dice – e anche in questo raduno mondiale ci si rende conto che quello creato da nonno è davvero un mezzo capace di renderci tutti uguali».

Un mito intramontabile che, come conferma Maria d’Ascanio, continua a riscuotere successo anche nelle nuove generazioni che «stanno riscoprendo l’amore per i vecchi modelli della Vespa».

Intanto fuori dalla sede del Vespa club di Pontedera la folla cresce: si accendono i motori, manca pochissimo alla partenza della maxi parata. «Mio padre aveva una Vespa con una copertura fatta con un sistema unico – racconta guardando i migliaia di vespisti in fila – anche io ne ho avuta una e le mie sorelle ne hanno due d’epoca». Da piccole non hanno mai percepito di avere un nonno inventore. L’uomo dei sogni che fa ancora volare le Vespa.

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