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Pontedera, studenti intossicati in settimana bianca: imprenditore condannato e risarcimenti, ma non per tutti

di Sabrina Chiellini
Pontedera, studenti intossicati in settimana bianca: imprenditore condannato e risarcimenti, ma non per tutti

Al processo sono parte civile solo in 35 su 130 colti da malore: ecco tutte le tappe e i dettagli della vicenda

29 marzo 2024
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PONTEDERA.  Erano in settimana bianca in Trentino. Una ventina gli studenti del “Fermi” di Pontedera coinvolti nella maxi intossicazione alimentare, partita con ogni probabilità dalle cucine dell’hotel a Folgarida dove erano alloggiati. Era gennaio 2020. I carabinieri del Nas intervennero per i controlli e richiedere le verifiche. La Procura di Trento aprì un fascicolo. Per questa vicenda si è arrivati al processo. Il titolare dell’hotel Union di Folgarida in Val di Sole in Trentino è stato ammesso in prova ai servizi sociali sul caso dei 130 ospiti rimasti intossicati nella struttura turistica, gestita dalla sua società. Il giudice ha accolto la sua richiesta di svolgere un servizio di pubblica utilità per 80 giorni e ottenere così l’estinzione dei due reati per i quali è finito sotto indagine all’inizio del 2020.

Le accuse

L’imprenditore deve rispondere di lesioni colpose per aver distribuito «sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica che hanno provocato disturbi gastro intestinali», riporta il capo di accusa, «a numerosi tra studenti e docenti». Le scolaresche erano approdate in Trentino per trascorrere la settimana bianca dalle scuole di Noceto, in provincia di Parma, Imola e Ancona. Nel frattempo i difensori dell’albergatore hanno contattato le varie scuole per verificare la possibilità di un risarcimento dei danni. «Un anno fa circa – spiega il dirigente del “Fermi” professor Luigi Vittipaldi – sono stato contattato da un avvocato che voleva capire se l’istituto si sarebbe costituito parte civile al processo. Abbiamo deciso di lasciare questa possibilità alle famiglie ma credo che poi nessuno abbia messo un avvocato. L’intossicazione risale a una fase immediatamente precedente al covid, molti hanno preferito rinunciare a portare avanti un’azione legale, per chiedere anche i danni morali, anche se l’albergatore si è reso disponibile a risarcire i singoli».

Il caso
Gli episodi si sono verificati in due diversi momenti, ricorda ancora il dirigente scolastico, tra il 28 gennaio e il 9 febbraio 2020. Ora bisognerà aspettare l’udienza del prossimo quattro dicembre per sapere se il responsabile dell’hotel si è attenuto alle prescrizioni del giudice, svolgendo il servizio sociale e solo in quel caso, potranno essere dichiarati estinti i reati di cui è accusato. A rendere possibile la messa in prova, il pagamento di un assegno di 230 euro a tutti 130 gli ospiti, rimasti vittime di disturbi gastro intestinali durante il periodo di permanenza in Trentino. Il capitolo dei risarcimenti, è ancora da chiudere per la struttura di Folgarida rispetto alla disputa penale. All’udienza di alcuni giorni fa 35 parti civili su 130 parti offese, hanno chiesto che all’imputato fosse concessa la messa in prova solo a condizione che risarcisse le parti civili. I legali puntano ad ottenere un risarcimento ben più consistente dei 230 euro, elargiti fino ad oggi dalla compagnia di assicurazione della società dell’hotel chiamata in causa in qualità di responsabile civile. Nel frattempo proseguono le trattative tra i legali e il difensore dell’imprenditore di 41 anni.

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