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Concia, i costi di depurazione aumentano del 30 per cento

Andreas Quirici
Concia, i costi di depurazione aumentano del 30 per cento

SAN MINIATO. Il sindaco di Castelfranco chiama e il suo collega di San Miniato risponde. Il dialogo a distanza tra le due sponde del fiume Arno tra Gabriele Toti e Simone Giglioli trova i due d’accordo sulla necessità di fare qualcosa per opporsi alla lievitazione dei costi energetici per famiglie, enti pubblici, ma soprattutto aziende. E proprio da queste ultime arriva il grido d’allarme più concreto, perché dal Consorzio conciatori di Ponte a Egola, il presidente Michele Matteoli prospetta un aumento dei costi di depurazione di circa il 30 per cento. «Abbiamo fatto proiezioni in base agli aumenti registrati quest’anno e a quanto dovrebbe avvenire da qui alla fine del 2022 – dice l’imprenditore conciario – e ne abbiamo già parlato con i nostri soci. La situazione è davvero difficile». Gas e luce hanno subito rincari tra il 300 e il 400 per cento. E come se non bastasse questo, oltre agli effetti della pandemia e delle chiusure della Cina proprio a causa del ritorno del coronavirus, a preoccupare sono i costi legati al sistema di depurazione che vengono ripartiti proprio sui soci del depuratore Cuoiodepur, che gestisce questo servizio in maniera centralizzata per le concerie di Ponte a Egola. Un aumento del 30 per cento diventa rilevante in un contesto di mercato non favorevole, in cui viene registrato un calo da un paio di mesi a questa parte. Una situazione simile a quella del Consorzio Aquarno di Santa Croce, la cui approvazione del bilancio aveva portato il sindaco di Castelfranco a lanciare la proposta di creare un sistema di produzione energetica da fonti rinnovabili, gestito in maniera centralizzata. Un po’ come avviene per l’acqua e la stessa depurazione. Toti aveva detto di non possedere la ricetta, ma di volerne parlare in sede di Comitato di Distretto in cui sono riuniti aziende, sindacati e rappresentanti del mondo istituzionale. «In effetti questo problema riguarda tutti – ha sottolineato il sindaco di San Miniato – ma dalle intenzioni alla realizzazione c’è una grande differenza. Dovremo studiare attentamente ogni possibilità. Penso a pannelli solari. Magari, per quanto ci riguarda, sugli otto ettari dell’ex discarica Casa Bonello. Oppure sui tetti. Ma si tratta di un progetto che non si presenta molto semplice da mettere in pratica. Di sicuro qualcosa andrà fatto, perché i costi per le aziende sono insostenibili, ma anche per le famiglie rischiano di aumentare il livello di povertà». E se questo trend proseguirà, potrebbe esserci il rischio che gli enti pubblici siano messi di fronte a scelte dolorose su quali servizi tagliare. Insomma, un contesto estremamente difficile che ha bisogno di risposte rapide. Ma sicuramente di non facile soluzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

30 giugno 2022
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