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Un’intuizione di Guido aprì la strada alla dinastia

Paolo Falconi
Un’intuizione di Guido aprì la strada alla dinastia

Nel 1929 scommise sulla caldaia a vapore. Ora la Crecchi è al top grazie ai suoi eredi

27 aprile 2021
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Era il 1929 e Guido Crecchi ebbe l’idea di prendere a lavorare con una caldaia a vapore a testa calda, così chiamata in quanto la combustione della miscela combustibile/comburente che avviene al suo interno è innescata dall’alta temperatura mantenuta in una parte della camera di combustione. Una bomba. Tant’è che per il suo utilizzo veniva richiesto un patentino.

C’era da studiare, insomma, e Guido era uno dei pochi che – quasi un secolo fa – era in grado di saper leggere e scrivere. Gli altri a poterlo fare, a Peccioli, erano il proposto, il farmacista e il maresciallo dei carabinieri. Più qualche insegnante di scuola. Insomma, tutta gente che non poneva certamente la caldaia a testa calda tra i primari interessi.

Il macchinario in cui Guido Crecchi intravide una possibilità seria di occupazione redditizia fu una delle macchine più utilizzate dalle grandi aziende agricole e dai conto terzisti per l’aratura, specie nelle grandi opere di bonifica agraria dei terreni incolti sottratti al pascolo e alla palude nel ventennio fascista, ma anche per azionare trebbie, pressa foraggi, pompe irrigue; e diventò ben presto un simbolo dei grandi cambiamenti in cui i mezzi meccanici si sono imposti soppiantando la millenaria trazione animale in agricoltura.

Guido con quella caldaia a testa calda si occupava del lavoro nel frantoio in inverno e della trebbiatura in estate. Fu un successo che durò negli anni, anzi nei decenni. Fino a passare il testimone dell’azienda ai figli Mario e Franco.

Ora che siamo arrivati alla terza generazione della azienda pecciolese, a Mario (che oggi ha 75 anni) si sono aggiunti i tre figli: Manuele (48 anni), Andrea (44 anni), Alessandro (42) ma la sede della ditta è sempre lì: via Antonio Gramsci 58 a Peccioli. Da tempo non si occupa più, ovviamente, di frantoio e trebbiatura, la caldaia a testa calda è stata ovviamente soppiantata da tecniche più moderne e quando si parla di movimento terra e grandi opere idrauliche è quasi impossibile non fare riferimento a Eredi Crecchi Guido di Crecchi Mario & C. Snc.

E dopo aver maturato per vent’anni tanta esperienza, ancor prima che a Peccioli nascesse la società Belvedere (era il 1989) l’azienda iniziò a interessarsi al settore. E lo fece bene. Tant’è che quando nel 1997 nacque la Spa era in prima linea e ne acquisì anche delle quote azionarie: «Fu, ed è ancora oggi, un ottimo affare – dice Manuele Crecchi ripercorrendo a ritroso la storia della sua azienda – perché ogni anno Belvedere è in grado di dare dividendi anche a due cifre».

Ovviamente Crecchi si interessa di altri settori e guarda anche ad altri orizzonti: «Pensi che ogni mese, in media, partecipiamo a una quarantina di gare di appalto, di cui soltanto 4-5 vanno in porto».

Tra i fiori all’occhiello della Eredi Crecchi Guido di Crecchi Mario & C. Snc. figura senza dubbio la riequilibratura del fiume Era con la bonifica e il disboscamento di piante ormai morte, la ripulitura delle sponde: un lavoro nel 2014 che da Capannoli portava fino alla sorgente. O viceversa. In tutto si trattava di una quindicina di chilometri del corso di acqua.

Grazie all’impegno e alle capacità anche dei 15 dipendenti a cui Crecchi & C. oggi come oggi dà lavoro.

L’anno dopo ci fu l’importante compartecipazione alla realizzazione del resort stellato a Castelfalfi, e poi i lavori condotti di volta in volta per il Genio civile o i vari Consorzi di bonifica.

Ne parla con fierezza, Manuele, perché sa che ha sempre fatto ottimi interventi, che è sempre stato giudicato all’altezza della situazione il lavoro svolto dai tecnici e che, bene o male, contribuisce al bene e al sostentamento di diverse famiglie della zona.

«Anche in questo difficilissimo periodo legato alla pandemia da coronavirus – riflette ancora Manuele Crecchi – non abbiamo per fortuna dovuto registrare grandi sussulti di crisi. Il lavoro procede bene, anche grazie al nostro personale altamente qualificato e al forte rinnovamento tecnologico della macchine operatrici che abbiamo sempre portato avanti nel corso degli anni. Anzi dei decenni». –

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