Il Tirreno

Pistoia

Estra Della Rosa: «Noi solidi ma prima ci dobbiamo salvare»

di Marco Tirinnanzi
Nella foto Gianluca Della Rosa (foto Nucci)
Nella foto Gianluca Della Rosa (foto Nucci)

L’analisi prima del match già sold out di domenica contro l’Olimpia Milano al PalaCarrara: «Sicuramente siamo andati al di là delle aspettative nostre e anche degli addetti ai lavori»

31 gennaio 2024
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PISTOIA. Bandiera. Per quel - tanto - che vale. A quella voce sul dizionario dei colori biancorossi trovate a caratteri cubitali il lemma Gianluca Della Rosa, paisà classe 1996. Uno che sa che il parAdiso se lo deve guadagnare ogni giorno. Con lui ci sediamo a parlare, prima del match già sold out (polverizzata in pochi minuti la prevendita online) di domenica alle 19 contro l’Olimpia Milano al PalaCarrara. Capitan Della Rosa, squadra sugli scudi e stagione eccellente fino ad ora con 18 punti grazie a 9 vittorie su 18 gare. Oltre all'accesso trionfale alle Final Eight di Coppa Italia.

Va bene la prudenza, ma che nessuno nello spogliatoio pensi un po' ai playoff sembra irreale

«Sicuramente siamo andati al di là delle aspettative nostre e anche degli addetti ai lavori, che ci davano per sfavoriti ai nastri di partenza. Abbiamo un gruppo solido, che lavora tutti i giorni e ha grande sintonia. Guardiamo un po' a tutto, ma prima dobbiamo salvarci».

Un girone di andata in chiaroscuro: zero minuti tra la sconfitta di Sassari e la vittoria di Venezia, prima delle tre bombe spacca partita contro Napoli. Alcuni nomi di società che la volevano sono girati

«Era un periodo particolare, il coach aveva bisogno di altro ed io ero impegnato meno del solito. Sono stato contattato dalla Fortitudo e da Verona. Poi però ho fatto dei ragionamenti, e non mi andava di lasciare la squadra. Ho messo davanti l’interesse collettivo, ho resistito alla sirene del mercato e grazie al lavoro duro ho superato un momento no».

Chi ha contato di più nel farla rimanere a Pistoia?

«Nessuno voleva che andassi via, a partire dalla dirigenza da Sambugaro, Saracca, coach Brienza stesso, ma anche i compagni con Del Chiaro, Wheatle e Saccaggi soprattutto. Non volevo lasciare la squadra dal momento che mi ero guadagnato l’A1 da capitano. Non mi sarei sentito apposto. Tanto merito lo devo però al ‘vero’ capitano».

Claudio Crippa?

«Dopo le partite o direttamente o tramite persone in comune non mi ha mai fatto mancare il suo supporto. Mi dava il 5, anche metaforicamente, e di questo non lo ringrazierò mai abbastanza. Mi diceva sempre che mi occorreva la scintilla, quella scossa che mi avrebbe rimesso in carreggiata, e così è stato nel match contro Napoli».

Capitano lei ha rischiato di lasciare concretamente Pistoia: è stata la prima volta in assoluto? E quanto ha contato la sua pistoiesità nel rimanere?

«Subito dopo la promozione alcune squadre blasonate di A2 mi hanno cercato ma ho sempre declinato. Essere pistoiese e giocare nella squadra della mia città mi inorgoglisce. Pistoia è sempre stata la mia prima scelta in assoluto».

Scenario futurista (ma altamente probabile): A1 conquistata e Della Rosa ancora sesto uomo in campo. Che fa?

« Ci metterei la firma. Abbiamo un gruppo solido, con uno zoccolo duro italiano affiatato che come sottolineava giustamente Boniciolli (coach di Scafati, battuta in casa domenica scorsa, nda) è il nostro vero valore aggiunto. In più abbiamo americani validi che danno grande mano al progetto».

Altro scenario futurista : Pistoia retrocede, la Gema sale in A1, si attrezza per restare e le dà le chiavi della regia. Lei vola a Montecatini?

« Mai nella vita, piuttosto muoio (letteralmente, nda). Se c’è un desiderio però è quello di giocare il derby».

Come si vede tra 5 anni Della Rosa?

«Vorrei giocare ancora ad alti livelli, e ancora sul parquet di casa».

E dopo, allenatore come suo fratello Tommaso?

« Per carità, in famiglia ce n’è già uno appunto, mi piacerebbe diventare dirigente».
 

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