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Regionali in Toscana, esclusa la lista pro Tomasi in provincia di Pistoia: quali sono le irregolarità
L'ufficio centrale circoscrizionale del tribunale di Pistoia ha rilevato delle anomalie negli elenchi. Presentato ricorso, martedì la decisione
PISTOIA. Semaforo rosso per la lista civica “È Ora!”, chiamata a dare quel valore aggiunto in più alla corsa di Alessandro Tomasi alla presidenza della Regione. L'ufficio centrale circoscrizionale del tribunale di Pistoia ha infatti stoppato la sua presentazione nella provincia di Pistoia alle elezioni del 12 e 13 ottobre prossimo per una serie di irregolarità che, a ora, ne precludono la presenza sulle schede elettorali.
Le irregolarità contestate vanno dalla mancanza della data e del luogo in molti elenchi in cui sono state raccolte le firme, fino alla mancanza della vidimazione da parte dei un pubblico ufficiale, condizione essenziale perché tali elenchi possano essere giudicati validi. La doccia fredda è giunta poco prima delle 15, quando il tribunale ha comunicato l'esclusione della lista Tomasi proprio in quella provincia di Pistoia dove, in teoria, tutto sarebbe dovuto scivolare via liscio in quanto era ferma convinzione che la popolarità del sindaco avrebbe contribuito a creare in breve tempo una macchina organizzativa efficient. Così invece evidentemente non è stato e ora solo il ricorso presentato subito dopo l'esclusione potrà spianare la strada alla riammissione in corsa della lista.
Questo verdetto da ultima spiaggia verrà emesso entro martedì, visto che ormai manca meno di un mese dalla data del voto per le regionali. Lo stop momentaneo ha gettato nello sconforto più totale il comitato di presentazione della lista composto, in massima parte, da aderenti o simpatizzati della lista civica “Ale Tomasi sindaco” che costituisce l'ossatura principale della maggioranza su cui si regge la giunta guidata da Tomasi.
Coordinatore in provincia è Fabio Raso, che di “Ale Tomasi sindaco” è anche capogruppo in consiglio comunale, mentre il presentatore ufficiale della lista è stato il consigliere comunale e provinciale Salvatore Patané, anch'egli esponente della lista Tomasi in comune. Ogni modulo per la presentazione di una lista deve essere sottoscritto da 19 elettori residenti nel collegio in questione che, sotto l'occhio vigile di un pubblico ufficiale, devono apporre le loro generalità, il loro indirizzo e, soprattutto, la loro firma.
Da quanto è emerso da un primo esame, gli elenchi contraddistinti dai numeri 13, 14, 15, 16, 17 e 18 non recano una valida autenticazione degli elettori sottoscrittori perché manca l'autentica della data e del luogo in cui è avvenuta nonché dell'indicazione del nome e del cognome del pubblico ufficiale che ha proceduto a questa operazione, essendo la sua sigla riportata in calce non leggibile. Coloro che possono svolgere le funzioni di pubblico ufficiale nelle operazioni di raccolta di firme sono i consiglieri comunali, provinciali, regionali nonché gli assessori del territorio, oltre che una serie di figure professionali come notai o avvocati che abbiano però un'apposita autorizzazione. Gli elenchi dei sottoscrittori che vanno invece dal numero 19 al numero 45 sono stati invece per il momento cassati proprio perché non è riportato il nome e il cognome del pubblico ufficiale che ha effettuato la convalida, essendo la sigla che ha apposto non leggibile. Non sono stati poi ritenuti validi anche gli elenchi che vanno dal numero 57 al numero 65 perché, oltre a non essere riportato il nome e il cognome del pubblico ufficiale addetto alla validazione delle firme (anche in questo caso, la sua sigla non appare leggibile), in questo caso non è stato indicato il luogo in cui è avvenuta tale raccolta. Sono stati infine per ora cassati gli elenchi che vanno da pagina 46 a pagina 48 e quelli che da pagina 66 arrivano a pagina 77 perché, in questo caso, non è stata indicata né la data né il luogo in cui sono state raccolte le firme. Per completare il tutto, è infine emerso che 4 sottoscrittori sono risultato privi del certificato di iscrizione nelle liste elettorali del proprio comune di residenza.
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