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Vivai, le esportazioni a rischio: a Pistoia la paura per l’insetto tossico

Vivai, le esportazioni a rischio: a Pistoia la paura per l’insetto tossico

Il sottosegretario La Pietra: «Se la pocharia dovesse essere inserita nella lista degli organismi nocivi per i nostri prodotti scatterebbe la quarantena preventiva»

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PISTOIA. Un piccolo insetto molto diffuso in provincia di Pistoia sta mettendo a rischio le esportazioni del settore florovivaistico in Europa. A far tremare i polsi ai vivaisti pistoiesi è la “pochazia shantugensis”, dopo che alcuni esemplari sono stati trovati in alcuni tir carichi di piante appena approdati nel Regno Unito. La loro presenza ha fatto sì che le autorità britanniche abbiano provveduto subito con il sequestro del carico, mettendo chiaramente in difficoltà i nostri vivaisti che hanno nel mercato britannico uno dei loro più importanti bacini di espansione.

A cercare di porre rimedio a questa situazione, che può davvero mettere in ginocchio l’intero comparto, sta provvedendo il sottosegretario all’Agricoltura e alla Sovranità alimentare Patrizio La Pietra, peraltro promotore della legge sul vivaismo approvata il 4 luglio scorso.

«Nel settembre dello scorso anno – dice il sottosegretario – ci fu segnalato un problema da parte di alcuni vivaisti pistoiesi. Alcuni tir erano stati infatti sequestrati in Inghilterra. Il motivo del sequestro era perché era stata ravvisata al loro interno la presenza di un insetto, la pochazia, che le autorità fitosanitarie inglesi ritengono essere infestante. Immediatamente ci siamo attivati con il ministro dell’agricoltura inglese per trovare una soluzione ma, purtroppo, non è stato possibile».

Per le autorità sanitarie inglesi infatti l’insetto possiede tutte le caratteristiche per riprodursi all’infinito Oltremanica e questo, a loro parere, potrebbe compromettere la loro flora.

Sullo sfondo si profila anche l’ormai prossima riunione annuale dell’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, che in primavera potrebbe quindi inserire la pochazia nella lista degli insetti pericolosi e infestanti.

«Il rischio – prosegue il sottosegretario La Pietra – è che, se questo insetto dovesse essere inserito in questa lista, tutti i prodotti agricoli che provengono dalla zona di Pistoia, dove è appunto presente questo insetto, potrebbero essere messi in quarantena preventiva. Questa possibilità andrebbe a impattare in maniera molto negativa sull’economia locale».

Per poter districare quindi tutti i nodi della vicenda, facendo una volte per tutte chiarezza sull’effettiva pericolosità di questo insetto, il sottosegretario La Pietra ha quindi mobilitato il fior fiore del mondo scientifico.

«Ho ritenuto opportuno invitare direttamente sul posto il presidente del Crea Andrea Rocchi – ha detto il sottosegretario La Pietra – per fargli comprendere l’effettiva situazione provocata da questo insetto. Il Crea è il Centro di ricerca per l’agricoltura, di cui peraltro abbiamo una sede a Firenze e una a Pescia. Insieme a lui abbiamo fatto un sopralluogo nei vivai per verificare la reale situazione. In seguito, per confrontare le esperienze e trovare una soluzione, ho promosso un incontro al Centro sperimentale per il vivaismo di Pistoia. Qua erano presenti le varie associazioni di categoria, fra cui Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Associazione vivaisti italiani, il presidente del Distretto vivaistico e anche moltissimi vivaisti. Per affrontare questo problema abbiamo subito ipotizzato anche una strategia, vale a dire redarre subito un documento scientifico del Crea da presentare all’Efsa in base al quale questo insetto non è da ritenersi nocivo né pericoloso per la salute umana. Se recepito, questo documento scongiurerebbe l’inserimento di questo insetto nella lista degli insetti pericolosi».

Di concerto con questa soluzione proposta, che costituisce in pratica la strada maestra da seguire, il mondo del vivaismo pistoiese cerca tuttavia di correre ai ripari sdradicando il più possibile la presenza di quest’insetto dall’ambiente pistoiese.

«Contemporaneamente – prosegue La Pietra – abbiamo però studiato una strategia per bonificare il territorio. La bonifica porterà anche a una certificazione che attesti che le piante provengono da zone libere da questo insetto. Il governo sta quindi ponendo la massima attenzione a questo problema perché un inserimento dell’insetto nella lista andrebbe a rendere difficili le esportazioni non solo in Inghilterra ma in tutti i paesi europei. La nostra azione serve quindi a tutelare il nostro comparto e a difenderlo in eventuali “guerre commerciali” che potrebbero sorgere per favorire altri distretti florovivaistici». 

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