La decisione
Crollo al Giaccherino durante la festa di nozze: «I proprietari conoscevano i rischi», cosa emerge sul dramma di Pistoia
Le accuse della procura nei confronti dei quattro indagati: facevano ballare le persone in una porzione della struttura di cui conoscevano la pericolosità
PISTOIA. Secondo la procura, erano consapevoli dei problemi strutturali esistenti, delle «precarie condizioni di manutenzione», evidenziate tra l’altro da una crepa nel solaio di una delle sale adiacenti del primo piano. Tant’è che avevano provveduto a far puntellare il pavimento del salone delle feste. Senza però effettuare opere di consolidamento e di ristrutturazione. Fatto sta che sarebbero state queste omissioni a causare il
, in cui rimasero ferite decine di persone che, durante un ricevimento di nozze, stavano ballando nella sala il cui pavimento ha ceduto improvvisamente sotto i loro piedi, facendole cadere nel sottostante antico refettorio.
Il processo
Ed è per tali motivi che nel capo di imputazione provvisorio stilato dalla procura di Pistoia viene contestato il reato di disastro colposo. Ad essere indagati non sono soltanto gli imprenditori Roberto Tonti, 86 anni, di Prato, e Aldo Fabbrini, 91 anni, di Agliana, soci e amministratori formali della società proprietaria dell’antico edificio, la “Rinascimento srl”, ma anche i due coamministratori di fatto, Sabrina Tonti, 58 anni, residente a Forte dei Marmi, e Alessandro Fabbrini, 56 anni, residente a Firenze.
Sapevano tutto
Tutti e quattro, secondo la procura, «pur essendo consapevoli dei deficit strutturali che indebolivano la tenuta del complesso denominato Convento di Giaccherino – tanto da disporre il puntellamento del solaio dell’adiacente salone delle feste – commettevano fatti diretti a cagionare il crollo in quanto, senza aver effettuato opere di consolidamento e ristrutturazione, ne variavano di fatto la destinazione d’uso e lo adibivano a luogo di feste da ballo e intrattenimento, senza neanche aver ottenuto i previsti permessi». Un reato che si sarebbe configurato nel momento della sottoscrizione del contratto con lo sposo per la locazione temporanea degli spazi interni ed esterni del convento per il ricevimento nuziale senza limitazioni per il numero di ospiti. «Cosicché – dice la procura – l’afflusso di circa 200 persone (tra ospiti e personale del catering) e il calpestio delle sale messe a disposizione nonostante le precarie condizioni di manutenzione, con un carico di peso incompatibile ai luoghi, determinavano il crollo del locale adibito a musica e ballo e la conseguente precipitazione nel vuoto per 5-6 metri di circa quaranta persone».
Incidente probatorio
Per accertare le cause e le concause del crollo, il procuratore capo Tommaso Coletta ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale che venga effettuato un incidente probatorio, una perizia sul luogo del disastro. Obiettivo, valutare «l’incidenza causale delle verifiche omesse ma che avrebbero dovuto essere effettuate» nonché la propagazione fino al punto del crollo dei movimenti sussultori e ondulatori provenienti anche dalle sale adiacenti a quella dove si è verificato il disastro, «caratterizzate da una importante crepa nel solaio». Compito del perito incaricato di effettuare l’incidente probatorio (l’ingegnere Giulio Ventura, professore al Politecnico di Torino), anche quello di valutare l’idoneità dei puntellamenti apposti in prossimità di tale crepa per sostenere i pavimenti e per evitare proprio i movimenti sussultori e ondulatori e la loro propagazione alle altre sale. In particolare a quella in cui gli invitati e gli sposi stavano ballando al momento del cedimento del pavimento. Il perito inizierà il suo lavoro il prossimo 3 giugno. Accertamenti, i suoi, per loro natura invasivi, come nel caso di un’autopsia: proprio per questo all’incidente probatorio – che, come previsto dall’articolo 392 del codice di procedura penale, ha la funzione di anticipare l’acquisizione e la formazione di una prova durante le indagini preliminari – hanno la facoltà di partecipare, con propri consulenti, anche le altre parti, sia gli indagati che le persone offese.
Le parti offese
Cinquanta le parti offese individuate al momento della procura per la maggior parte residenti a Firenze e provincia. Non solo gli sposi e gli invitati rimasti feriti (una quarantina le querele presentate per lesioni personali), ma anche le due ditte con cui lo sposo aveva stipulato il contratto per il catering e per l’intrattenimento musicale, le cui attrezzature sono rimaste danneggiate nel crollo: oltre al risarcimento per queste, chiedono (agli sposi stessi, rappresentati dagli avvocati fiorentini Federico Bagattini e Alberto Corsinovi) anche quello per il mancato guadagno per gli eventi in cui avrebbero dovuto lavorare nelle settimane seguenti.vCome detto, la società proprietaria dell’ex convento di Giaccherino è la “Rinascimento srl”, ma non ha mai gestito direttamente gli eventi che vi si svolgono, limitandosi a dare in locazione la struttura a tale scopo. La gestione viene la sciata a chi affitta provvisoriamente l’ex convento e poi si occupa di organizzare l’evento. Anche questo contratto era stato sottoscritto dallo sposo, Paolo Mugnaini, 26 anni, insegnante laureato in ingegneria originario di Lastra a Signa (la moglie Valeria Ybarra, anch’ella 26enne, manager laureata alla Luiss di Roma originaria di Houston, in Texas). Nel contratto per il 13 gennaio non vi era alcuna prescrizione che indicasse se in qualcuno dei locali dell’ex convento si potesse o meno ballare. Un particolare che, in teoria, potrebbe far cadere qualsiasi responsabilità da parte di chi poi ha materialmente organizzato l’evento e ha deciso di fare ballare gli ospiti nella saletta di 35 metri quadrati al di sopra dell’antico refettorio anziché nel grande salone di 500 metri quadrati solitamente destinato anche a tale attività. Un locale di dimensioni relativamente ridotte solitamente utilizzato per il taglio della torta, oppure per depositare il materiale del catering, o per allestire giochi e intrattenimenti per i bambini presenti.
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